Breaking Bad
espressione dello slang dell’ America sud-occidentale: rompere le convenzioni, sfidare l’autorità, infrangere regole o leggi.
Ci sono i film, le serie tv, e poi c’è Breaking Bad. Come definire questo capolavoro di sceneggiatura, regia e recitazione? E’ una serie tv, ne ha tutte le caratteristiche, ma non è tv, è cinema. Decisamente cinema. Se proprio avessi una pistola puntata alla tempia e fossi costretto ad imbrigliare Breaking Bad in una categoria, direi che quella creata da Vince Gilligan è una “serie cinema”. Ma perché dare a tutto una definizione? L’arte è come la vita, va vissuta, non definita.
Breaking Bad è arte
la settima, ai suoi massimi livelli. In questa epopea contemporanea c’è tutto, amore, violenza, ambizione, paura, coraggio, la debolezza e la magnificenza, a volte terribile, dell’animo umano.
Vince Gilligan ha creato una storia avvincente e realistica, personaggi veri, situazioni che non hanno mai facili soluzioni né tantomeno vie di fuga. Ad ogni azione corrisponde una reazione, è così nella serie come nella vita. Le scelte dei vari personaggi, i loro comportamenti, non sono mai oggettivamente giusti o sbagliati. Il giudizio è sospeso a favore del racconto. L’unica vera critica che trapela guardando la serie, è quella mossa al sistema sanitario americano. Se vivi negli Stati Uniti e ti ammali, sei lasciato a te stesso. Se hai abbastanza soldi puoi curarti o provare a farlo, se non ne hai puoi rovinare economicamente la tua famiglia o semplicemente morire. Questa serie è un percorso di montagne russe, le emozioni si riversano sullo spettatore come pugni o carezze, il ritmo varia da episodio ad episodio, sempre godibile, mai troppo lento o caotico. Il protagonista della serie, Walter White ( interpretato da un immenso Bryan Cranston), adotta il nome Heisenberg come alias per la sua carriera criminale di cuoco di metamfetamine. Questo nome non è stato scelto a caso, così come niente in Breaking Bad. Heisenberg era un fisico tedesco il cui principio di indeterminazione enuncia che “è impossibile conoscere nel medesimo istante e con la massima precisione la posizione e la quantità di moto di un elettrone.” E chi è questo elettrone se non il protagonista stesso della serie?
Il filo conduttore di Breaking Bad è il caos che, però, viene convogliato in una precisa architettura fatta di scrittura, inquadrature, montaggio, interpretazione. Vince Gilligan, così come Walter White alias Heisenberg, sa come miscelare ogni ingrediente per dar vita ad un prodotto cinematografico praticamente perfetto. Così come la Blue Meth di Heisenberg raggiungeva una purezza del 99%, così la serie ha raggiunto un punteggio record di 99/100 da parte di Metacritic ( sito web statunitense che si occupa di fare la media di tutte le recensioni dei maggiori critici a livello mondiale) e 9.6/10 da parte del pubblico di IMDb con 438.390 votanti. Anthony Hopkins, in una lettera aperta a Bryan Cranston, ha detto di aver visto le 62 puntate della serie in due settimane di “maratona Breaking Bad”. Ha scritto di non aver mai visto nulla di così eccezionale, complimentandosi con gli attori, i creatori ed i produttori con queste parole:
“Ciò che è straordinario è la potenza pura di tutti nell’intera produzione. Cosa è stato? Cinque o sei anni di lavoro? Come sono riusciti i produttori (e lei tra loro), gli sceneggiatori, i registi, i direttori della fotografia… ogni reparto, a mantenere la disciplina e il controllo dall’inizio alla fine è (termine inflazionato) impressionante.
Quello che era iniziato come una commedia nera, e’ affondato in un labirinto di sangue, distruzione e inferno. E’ stata come una grande tragedia greca o shakespeariana.
Grazie. Questo tipo di lavoro e arte sono rari, e quando, di tanto in tanto, si verificano, come in questa opera epica, rinsaldano la fiducia nel cinema”.
Quello creato da Vince Gilligan (autore), Bryan Cranston (attore), Aaron Paul (attore), e tutti coloro che hanno lavorato alla produzione di Breaking Bad, è un’opera epica anti-archetipica ed anti-eroica che incarna la nostra società, la nostra cultura, il nostro tempo.
Fonti: Varie, tra cui film.it, Sky e Panorama
Giorgio Galli