Quando non ci sei più, ancora prima di esserci, sei già tutto.
Magari una ballerina, con quei vestiti rosa usciti fuori dai quadri di Degas.
Forse una professoressa di Latino, che tiene gli occhiali sulla punta del naso e guarda tutti gli studenti dall’alto del suo naso aquilino.
Perché non una segretaria, insoddisfatta del suo lavoro e della sua vita e vessata dal capo ufficio?
Meglio, una giramondo, di quelle che fanno colazione in Danimarca e vanno a dormire in Norvegia.
Probabilmente una studentessa universitaria. Brillante e dignitosa? Secchiona senza pudore? Brava, ma che non si applica?
La pelle liscia dei vent’anni e quella piena e consumata dei sessanta. Le mani sottili e ordinate dell’adolescenza e quelle ormai sgualcite della vecchiaia. Gli occhi tondi e pieni da bambina e gli occhi bassi e a volte spenti da donna.
Gli esami, i primi baci ed i colloqui di lavoro.
Il libro preferito. Che belli i classici, odio i classici. Che belli i moderni, odio i moderni. Che belli i classici, che belli i moderni.
Le canzoni che scegli ad accompagnare il ritmo dei tuoi passi. Viva il rock’n roll. Abbasso il rock’n roll. Viva la musica classica, abbasso la musica classica. Viva il rock’n roll e la musica classica.
I vestiti storici. Di quelli che non butti mai e ti metteresti ancora se solo ti andassero.
Ah, com’ero magra quando mi sono sposata.
Eh, la frutta, ai miei tempi, aveva veramente il sapore della frutta.
Quanti luoghi comuni accettati, quanti odiati per davvero o per forza.
I film d’autore. Sia quelli noiosi che quelli interessanti.
Sentirsi dentro un rigido esametro dattilico ed un attimo dopo dentro un componimento futurista. Parole a caso, senza punteggiatura.
Grattarsi la schiena e mangiare le fragole. Odiare le carote lesse e mangiare un pezzo di cioccolata ogni sera, prima di andare a dormire.
Quando non ci sei più, ancora prima di esserci, sei tutto e niente.
Quando non ci sei più, ancora prima di esserci, a quelli che ci sono già, mancherai.
Il tuo tutto ed il tuo niente.
Francesco Zani