Aria tra la mia targa e la targa di una ragazza che sembra carina, ciondola qualcosa dallo specchietto interno, è aria che forse sa di opportunità mancate. Aria che riesce a passare tra le guarnizioni del frigo a guastare quel che cerchiamo di proteggere. Anche fuori. Aria sulle rughe della nonna, che non ho visto più. Aria che stagiona, rende dura la scorza, rende più buoni. Come succede al Grana Padano.
Aria che libera il cielo dalle nuvole per la forza del sereno. Aria tra i denti di cose che si vuole fare andare avanti, indietro. La colpa il rimpianto il dubbio. O semplicemente aria che si deve ridare, perché anche le pietre non durano per sempre, perché non è tutto qui. Aria, che te la passi da un corpo all’altro con arreso piacere in modi che sai solo tu. Con silenzio assenso. Aria, pezzi di lei che tiene incollati nel silenzio come schegge già fatte di una vetrata pronte a schizzare. Aria che hai preso dalla bocca di lui mentre lottavi contro l’amore improvviso.
Aria di decisioni: cosa vuoi e perché. Aspettiamo all’ultimo, ma il momento si fa vivo. Aria bagnata sotto pioggia che lava tutto ma non gli sbagli che ti pesano sulla coscienza. Aria che finiva sui giornali, l’aria di quel ragazzo non lontano, non lontano dalla tua casa, dalla tua classe, dalla tua famiglia che la perdeva su una corda stretta al collo presa dalla rimessa del padre. E lasciava a tutti i perché. Aria che se non la cambi spegni qualcosa dentro, mille fiamme di candele, che senza aria sono niente.
Aria di maestrale che se ti prende mentre nuoti sul golfo di Cagliari ti porta dritto a Tunisi, un’altra faccia misera della medaglia. Ma vorresti rimanere tra le onde. Perché sono la forza della libertà. Perché perdersi a volte è un bene. Aria fatti a vuoti, quelli lunghi sì che ti fanno pregare per la prima volta dopo anni. Ma se Dio sa che lo cerchi solo quando ti serve ci metterà un po’ a rispondere. Entra la segreteria automatica. Vola felice senza pensieri.
Sì che porto tutta questa aria in tasca, te lo scrivo qui ora è vita, e a me interessa per un attimo l’aria che si accende sul tuo viso. E la mia restante poi sarà tua.