Fermo, ascolta i tuoi pensieri!!”
“Fermo, aspetta che io arrivi!”
Sentendole dal nulla venire alla mia pelle,
intrise di sapienza, antica quanto il sole,
fermaron la mia corsa, un muro di parole.
Girando su me stesso, non vidi che il deserto,
nessuno all’orizzonte e quì guardai a me dentro.
” Chi sei? vil palratore, mostra i tuoi contorni!”
E ancora dal profondo sentii dirmi “Fermo!!”
Avvolto dal terrore, col gelo tra le mani,
usai, nel mio coraggio, l’ardire di parlare:
“Chi sei? cos’è che cerchi, rumore trasparente?
Vuoi che io mi fermi ed ascolti te, silente?”
Il niente a me vicino divenne onnipresente,
stringea in un sol fascio ogni mio istante
e ancora nel silenzio: “Fermati incosciente
e volgi gli occhi al cielo. Accetta il mio regalo”.
Così, senza esitare, volsi gli occhi al sole,
sparì senza ragione in nubi gonfie e dense
poi un attimo di pace pulì la mia incoscienza
e cadde giù dal cielo la prima goccia fredda.
“Tranquillo, non tremare, lasciala bagnare
con lei potrai lavare la parte tua peggiore”.
Allora chiusi gli occhi, a terra le ginocchia
per dare forza all’urto di quella prima goccia.
Sentivo il suo rumore, frenetica discesa
poi l’atto dell’impatto, s’un viso mai toccato.
“Cos’è che devo fare? Pulirla dal mio viso?”
“Fermati a pensare! Ferma pure il cuore!
ascolta ciò che accade senza domandare!”
Mi arresi a tal parole e cadde un’altra goccia,
dritta sopra al cuore e spense ‘l suo ardore.
“Ancora!! non fermarti, scatena il tuo fragore,
e piovi quanto serve, lavandomi il dolore”.
“Che dici? Hai frainteso, io lavo via i pensieri,
tu speri che il dolore sparisca con le gocce?
Da loro puoi aspettare che tolgano la nebbia
che avvolge, inesorabile, la parte tua profonda,
allora, a cuor pulito, potrai capire il male
e viver la certezza del tuo affannato fare”.
E caddero a milioni, frenetiche e coscienti,
colpivano il bersaglio con mira disarmante,
una dietro l’altra, esercito ordinato,
su me che, frastornato, mi arresi a tanto fato.
Ancora, ancora gocce, per ore senza tregua,
bagnavano ogni dove senza lasciare pace.
“Contento sognatore? Il cuore è dissetato?
o vuoi che fermi adesso l’esercito bagnato?”
“Se è vero che capisci, non chiedermi il che fare,
non voglio arcobaleni, ne stelle mai contate,
voglio bagnarmi ancora, dei tuoi soldati strani,
ti prego ho ancora sete, bagna le mie mani!!”