Ci sono quelle notti che corrispondono a dolore. E non te le toglie nessuno. Perché la stanchezza dell’anima e quell’arrendersi sono l’unica alternativa. Cade il mondo fragile tra le mani dei sentimenti. Allora ci sono. E senti il tempo che è passato e tutto è andato avanti tranne te. Tutti sono andati avanti tranne che te. Senti che l’abilità di sorridere nasconde ancora spesso verità che precipitano violente come lame. E non sai più cosa cerchi. Non sai più chi ti cerca. E poi spariscono le differenze tra le cose che si devono e si possono.
Qualcosa ti sfugge. Tutto questo coraggio non è amore. Per la vita, per le cose. Non sai piangere. Non sei abituato. Tanto è il tuo coraggio per essere forte e soffrire impassibile davanti alla televisione. Ti arrendi. Non sei quello che hai, il lavoro che fai, le persone che frequenti. Allora ora non sai quello che sei, tranne che arreso. E per la prima volta senti tremare la terra, senza eccezioni, e tremi cercando un sorriso che ti plachi. Ci sono quelle notti che ti portano la verità. E vorresti sentirti speciale, forse prima di tutto per te stesso. E vorresti convincere la storia a raccontare un pezzo di te agli altri. Vorresti non sapere più niente di quello che sapevi, né sentire che qualcuno racconti quel che è giusto e quel che è utile, ma semplicemente ricominciare quello che non hai saputo fare. Te compreso. Sembrava bello oggi. E tremi. Ci sono notti da perdere.