Eccoci a un nuovo appuntamento della lettura per i piú piccoli. Vi proponiamo una nuova favola per bambini.
C’era una volta, in una terra lontana, un giardino incantato in cui cresceva, alto e rigoglioso, un albero di mele rosa su cui aveva fatto il suo nido un uccellino dalle piume dello stesso colore. Tutte le notti, quell’uccellino, riprendendo le sue sembianze originarie, diventava una dolce principessa dai lunghissimi capelli rosa e sospirava con voce sommessa questa triste canzone:
“Sono la principessina Chiarella imprigionata qui dalla sua perfida sorella!
Un giorno ormai lontano, Cunegonda, la maligna sorella maggiore, l’aveva trasformata in uccellino e confinata in quel giardino incantato, perché invidiosa della sua bellezza.
-Ahimè! Chiarella è stata divorata da una belva feroce, mentre passeggiava in un giardino situato ai confini del regno- singhiozzò la perfida.
Il padre credette alle sue parole e intorno a quel giardino fece edificare un muro altissimo per imprigionare la belva.
-Darò metà del regno a chi vendicherà la morte della mia amata Chiarella, uccidendo la bestia che l’ha divorata -promise il re in un bando letto a gran voce in ogni angolo del reame.
Si presentarono tanti giovani, ma Cunegonda riusciva a far bere loro un filtro magico che li rendeva pusillanimi e tutti desistevano dall’impresa. Un giorno arrivò al cospetto del re un giovane e intrepido principe, pronto a morire pur di vendicare la morte della bella principessa. Cunegonda quella volta non riuscì nel suo intento, perché il principe dalla gran fretta se n’era andato via al galoppo, senza aver bevuto la pozione. Tuttavia la perfida sghignazzò:
-Non riuscirà a scavalcare il muro!
Il principe arrivò tutto speranzoso ai piedi della muraglia e colpì con forza la sua spada su una pietra. Proprio in quel punto, come per magia, il muro si sbriciolò e il principe poté entrare. Fatti pochi passi, il giovane scorse uno scoiattolino che gli sussurrò:
– Chiarella non è morta! Tanti anni fa è stata trasformata dalla sua malvagia sorella in un uccellino e poi confinata per sempre in questo giardino incantato. Stanotte potrai ammirarla nel suo aspetto originario!
Il giovane a mezzanotte vide l’incantevole fanciulla e se ne innamorò subito. Si presentò e le dichiarò il suo amore. All’alba, Chiarella ritornò ad essere un uccellino. Il principe lo nascose nella sua bisaccia e tre giorni dopo arrivò al palazzo del re.
-Svelami come rompere l’incantesimo -intimò a Cunegonda- o rivelerò ogni cosa a tuo padre.
-Guardie, prendete questo giovane e imprigionatelo, poiché ha attentato alla mia vita! -ordinò Cunegonda, per nulla intimorita.
L’uccellino allora volò nel giardino incantato per chiedere aiuto allo scoiattolo. Quella bestiolina, che in realtà era una creatura magica, prese le sembianze di un vecchio cacciatore, schioccò le dita e all’istante si trovò al cospetto del re. Non appena gli venne palesata la verità, il sovrano fece liberare il giovane e costrinse Cunegonda a rivelare come rompere l’incantesimo: l’uccellino doveva beccare tre volte la mela che si trovava sul ramo più alto dell’albero dalle mele rosa. Il re scacciò la malvagia figlia dal suo regno e in compagnia del giovane si recò nel giardino incantato. Lì trovò l’uccellino che aspettava impaziente svolazzando qua e là. Il re gli ordinò di beccare tre volte la mela che era sul ramo più alto dell’albero dalle mele rosa. L’incantesimo si ruppe, i due giovani si sposarono subito dopo e fecero abbattere il muro. Ordinarono di costruire un lussuoso palazzo vicino all’albero dalle mele rosa, dove vissero per sempre felici e contenti.
Maria Lorello