Spostiamo soldi che non vediamo da un conto all´altro, spostiamo persone che non vediamo da un piano all´altro del cuore. Spostiamo i “sono pronto” sugli “aspetta un attimo”. Impila, scarta, inscatola, metti in pari, appiccica un bigliettino “fragile”. Spostiamo bianco su nero. Quanti check-in e nastri trasportatori per recuperare le nostre cose abbiamo aspettato. Comprando nel frattempo, per distrarci, per farci ingannare dal tempo che dovevamo ingannare davanti alle maratone dei timbri sul passaporto e quelle dei pensieri di chi lascia sempre qualcosa.
I giornali del giorno e le piccole finestre a 17 mila piedi ti fanno sentire abbastanza di nessuno e sai già il disordine che ti aspetta all´arrivo.
I posti non sono poi così tanti e ti sembra di esserci stato, ché siamo noi che qualcosa da casa ce lo portiamo sempre per sentirci a casa. Tagliamo cieli sui voli per venire, togliamo la carta da parati al cuore una volta arrivati. Tutte queste distanze ti investono, come l´aria umida sulle scalette per scendere. Forse era meglio che restavi. Che non salutavi di fretta nascondendo le lacrime. Tutti hanno fretta di riaccendere i cellulari, di essere raggiungibili per dire “è andato tutto bene” e a te nessuno lo chiederà. L´hostess ti aspetta la varco con un “Come è andato il viaggio?”. “So meno di prima” vorresti dire se fossi a un festival della sincerità. Perché i viaggi si fanno sempre per scoprire qualcosa. E invece fai solo un sorriso di circostanza con tutto il jet lag di questo mondo.
Taxi che sfrecciano, in questa new economy che non è altro che una economia triste di cuori che hanno paura di spendere, ma i tassametri corrono. Stringi le gambe, senti il vuoto che è sceso dal cuore, la nausea è quasi una delle tue negazioni. Ci spostiamo, e cambiando l´ordine dei fattori il prodotto non cambia. É tutto un part time, pensi. Devi fartelo bastare. Ti finisce la pazienza insieme alle sigarette. Qualsiasi cosa tu ti sia persa eri già in debito.
“Signorina siamo arrivati”.
Noti solo ora che il tassista oltre ad essere silenzioso è anche davvero molto carino. Continui a spostare pensieri. Poi ti aggiusti, afferri le tue cose. Jet lag dell´accidenti. La lacrima asciuga. Prima di richiudere lo sportello compri una vocale.
“Hasta la vista, baby”.