RomAmoreMorte: 4 autori. 4 storie separate ma unite da un filo conduttore che può sembrare “facile” ma facile non è. Roma. Roma come città che unisce 4 storie che scorrono parallele senza mai sfiorarsi. Toccano ogni istinto più primordiale in una scenografia così degradata e così profonda che non sembra nemmeno la città eterna che tutti conosciamo. Sesso, negazione ed emarginazione, violenza e amori impossibili in uno spaccato di città che mostra il peggio di se eppure non riesce a farsi odiare. Una città invivibile per certi versi che mostra il suo lato peggiore dove le cose che non vanno sono più di quelle che funzionano. Forse non del tutto falso come concetto ma comunque assurdamente intrigante e assolutamente reale da far divorare ogni parola, ogni frase come se in quel momento non ci fosse altro.
Molto Tarantiniana come descrizione della vita frenetica che circonda i 4 racconti. Si riesce a notare tantissimo lo stacco tra le contrapposizioni della romanticità di alcune scene con la violenza di altre e questa distinzione non fa che accrescere la curiosità di entrare nella testa, nelle teste dei protagonisti fino ad esplorarli e conoscerli anche per poche pagine.
Lascia un sapore particolare in bocca, quel gusto di dannato che soltanto chi sa leggere, poi riesce a scriverlo e a trasmetterlo come se fosse una sensazione reale. Senza entrare troppo nelle storie per non rovinarle, qualche accenno si può fare.
Fabio e Tamara: Storia triste ma bella, toccante, immersiva e come è logico che sia fa pensare all’amore travagliato di Romeo e Giulietta. Solo un cenno a questa somiglianza perché il resto è completamente diverso, come è giusto che sia e fortunatamente perché è proprio questa diversità che rende la storia bellissima
Confessa, Maledetta : Anche qui la storia è più da anni di piombo o Roma a Mano armata. E’ qualcosa fuori dal tempo che fa vedere una Roma grigia e nera, sia nei personaggi che nelle sfumature delle scenografie. Quell’emarginazione e voglia di riscatto che solo nelle grandi metropoli possono venire fuori
Cattiva Stella o Cattiva posizione: questo è quello che mi ha colpito di più. Solo a leggerne il titolo mi ha ricordato (semplice deviazione mentale lo ammetto) il principio di indeterminazione di Heisenberg. Se si conosce la posizione non si può conoscere la velocità e viceversa. E tutto sommato è questo quello che troviamo in questa storia. Il protagonista che non riesce a capire se è sbagliato lui o è sbagliato il momento e questa ricerca della vera posizione nel mondo lascia una malinconia positiva che accresce soltanto il piacere di averne fatto parte
Il portiere: forse quella meno originale come idea ma che però per come poi si sviluppa fa dimenticare questo particolare e anche qui restituisce un gusto così dolce dolce “come la vendetta” da non riuscire a staccarsi fino alla fine. Davvero ben scritto
In sintesi? 4 storie che creano un mix ben bilanciato e ben scritto e che consiglio a tutti di leggere.
Domenico Di Basilio