Andrea Pandolfi è una personalità molto interessante. Consulente olistico, educatore, ricercatore e, ancora, collaboratore presso l’Università Roma Tre, ha elaborato grazie ad anni di studi ed esperienze, una metodologia mirata alla cura del benessere. La sua non vuole essere una scienza, bensì una proposta alternativa che chi sente il bisogno di riappropriarsi di Sé, della propria Essenza e del proprio stare bene, può liberamente decidere di abbracciare. Pandolfi racchiude i suoi ragionamenti nella pubblicazione “La comunicazione di Dio”. Proprio la comunicazione è infatti l’elemento cardine attorno cui il consulente olistico ha cucito il proprio ragionamento. Attraverso il breve scambio a seguire, cercheremo di far emergere i concetti principali racchiusi ne “La comunicazione di Dio” e di cogliere le caratteristiche della proposta o, meglio, dello stile di vita, che lo stesso autore ha fatto proprio.
Consulente, educatore, ricercatore, autore, fondatore: chi è Andrea Pandolfi? Una persona e molte sfaccettature. Come ti racconteresti professionalmente?
Per il lavoro che svolgo, chi mi conosce bene, ha scelto, di identificarmi attraverso una figura archetipale che, conoscendola, potrebbe condurre a un paradosso, ossia, quella dell’archetipo del Mago.
Vista la sua posizione e, attività mitologica, nel momento in cui mi fu “regalato”, tale riconoscimento, avrei potuto, tranquillamente, obiettarlo perché, almeno dal nome, lo si accosta, solo, a tutte quelle dinamiche troppo frivole, perciò, non accettabile da parte mia, visto quello che si dice e, si pensa, di chi lavora nell’ambiente olistico, ossia, persone poco affidabili, che ingannano e, raggirano, la persona a disagio. Cosa che combatto, da sempre, perché il dolore umano, non è un business.
Essendo una persona che non vive di pregiudizio e, soprattutto, essendo un ricercatore, ho cercato di approfondire, al meglio, la sua raffigurazione archetipale. Nel farlo, ho scoperto che, il Mago, è altro, perché rappresenta tutto ciò che ha a che fare, con la sfera del cambiamento e dell’indipendenza. Un iniziato, che prende forma dal ciò che è stato seminato, per risolvere ogni forma di problema; perciò, una manifestazione, come sintesi del Tutto, che si immerge, nel mistero, decifrandolo.
Proprio, come quello che cerco di fare, nella mia professione di consulente olista. Non a caso, poi, le sue parole chiave, sono: ispirazione, trasformazione, intuizione, indipendenza e, soprattutto, soluzione. Tutte, nessuna esclusa, aventi a che fare, con il mio Essere e, Saper Essere, un consulente olista.
Che cosa ti ha avvicinato alla consulenza di stampo olistico? Come hai iniziato ad interessarti alla dimensione di quello che tu chiami “ben … Essere”?
Durante il mio lungo percorso di studi, ho avuto modo di avvicinarmi e, di approfondire, in maniera particolare, su di me, quello che è il metodo olistico, ossia, il considerare la persona, l’individuo, nella sua specifica identità, una rappresentazione di molte cause e, infiniti, fattori, che devono, poi, agire, energeticamente, in armonia, nel corpo e nella mente. Purtroppo, visto il nostro schema occidentale, basato sul cogito, ergo sum, di matrice cartesiana, la persona, ha perso quella possibilità di essere VIP di se stessa, per stare bene e armonizzarsi, perdendo, quella frequenza comune, con ciò che la circonda. Un flusso corrotto, che ci ha condotto nel disagio e nel dolore, perché fagocitati dalla paura di Essere, memoria donata dalla parola e, dai suoi codici, insiti, nella sua radice.
Dietro a tutto ciò, ho cercato di comprendere quei codici scoprendo che, nel momento in cui si parla e, si propone, uno stile di benessere, tutto avviene, tranne quello di produrre uno stare bene. Il motivo? Semplice! Ogni cosa proposta, non affronta la vera natura umana ma, bensì, una presenza “creata” a immagine e somiglianza che, scivolando sull’apparenza, lascia invariata la propria identità.
Non a caso, ogni forma di terapia o altro, non cerca il Perché, ossia, la Causa, ma si interfaccia sul disagio, quindi, sulla conseguenza, allontanandosi dalla persona e, soprattutto, dalla sua storia. Faccio un esempio, se fa male una spalla, non è trattando quella parte, che si risolve il problema, perché trattasi di una manifestazione riflessa, ossia, un ultimo messaggio disperato di aiuto, perché incompreso, da parte del corpo. Ed ecco, quindi, la contraddizione, questo perché il metodo olistico, è una ricerca costante dello stare bene, in ogni sua forma e, direzione; perciò, attento a questa forma di comunicazione, cosa, invece, ancora non affrontata a tutto tondo. Solo piccoli accenni, nulla più.
Effetto deprimente, perché alla domanda: cosa devo fare? La risposta, è sempre quella a sfondo banale e, scontato, da parte del professionista, causando, naturalmente, una forma di frustrazione e, di perdita di credibilità, da parte della persona, che chiede aiuto.
Stare Bene, è un diritto di tutti che, nel tempo, ci è stato tolto, per una serie di motivi, soprattutto, di natura speculativa sia culturale, sia sociale, sia religiosa, sia economica. Un mix, molto potente, che ha fatto finta di proporre e, produrre, benessere ma che, alla fine, se ci guardiamo attorno, tutto sembra, tranne che un vivere bene, stando in armonia con noi stessi e, con gli altri. Ecco quindi, emergere, il concetto di ben … Essere che, nella sua essenza, ci ricorda che: “siamo Verità, perché equilibrio in movimento, un Tutto, in continua espansione che dal divino arriva all’umano, senza l’aiuto di nulla e, di nessuno, perché siamo irradiazione di originalità”.
La comunicazione di Dio racchiude i tuoi studi, una ricerca capillare sul campo, le tue sperimentazioni e valutazioni e, soprattutto, la teoria da te elaborata. Ce ne parleresti brevemente? La tua vuole essere in qualche modo una proposta?
Prima di rispondere, tengo a precisare che, non ho elaborato una teoria, questo perché inventate, per essere smentite. Difatti, valgono, fino a quando arriva una nuova modifica. Un meccanismo che, ritengo essere, perverso, perché ti allontana dalla verità. Detto ciò, preciso, anche, che non è una filosofia ma, solamente, una ricerca sul campo, che ha voluto chiarire l’elemento origine e, originalità, appartenente all’essere umano.
Entriamo, ora, in merito alla domanda, il progetto editoriale, rappresenta una sorta di puzzle che, tassello, dopo tassello, ha dato forma ad una certezza, ossia: siamo stati allontanati dalla nostra originalità, perché in essa, vi è una verità o, meglio, la Verità, del ciò che siamo, come Esseri umani. Qual è? Scopritela!!
Nel tuo libro parli di una comunicazione alterata da parole chiave e imprigionata nel dogma. Potresti spiegare meglio questo concetto? È la comunicazione dunque il punto di partenza per ritrovare l’originalità individuale?
Il linguaggio verbale, non fa parte dell’originalità umana, questo perché in possesso di un’altra forma più semplice e, più naturale, ossia, la telepatia. Affermazione, questa, che prende forma attraverso uno studio del cervello e, delle sue zone di “comunicazione”, con il corpo umano. Naturalmente, linguaggio perduto o, meglio, addormentato, per lasciare spazio, a una nuova comunicazione, ossia, quella verbale. Il motivo, se vogliamo entrare più in profondità, di questa nuova comunicazione, prende forma da un interesse mirato, avente a che fare con il controllo della specie umana, in particolare, delle sue funzioni originali, tra queste, appunto, la telepatia. Ma per fare tutto ciò e, tramandarlo di generazione, in generazione attraverso memorie collocate nel DNA umano, si è dovuto, dapprima, lavorare sulla deframmentazione dell’identità umana, in modo da allontanarla dalla sua parte “divina” e, successivamente, per non lasciare spazio al dubbio, è stato “creato” l’elemento divino esteriore, dapprima, politeistico e, a seguire, di tipo monoteistico. Ultima tappa, per eleggere l’unico status simbol del divino.
Un lavoro certosino che, grazie, alla “creazione” della parola e, alla trasformazione dei segni in lettere, dapprima, solo come consonanti e, di seguito, accompagnati dalle vocali, si è dato forma, a un linguaggio, apparentemente, semplice ma, in verità, ricco di codici che, solo citando una qualsiasi parola, producono l’effetto condizionante. Se riflettiamo, perché dobbiamo dire sempre le stesse cose? Perché nominarle? Se ci sono già in natura, se esistono realmente, perché le dobbiamo, ogni volta, citare? Queste risposte e, non solo, ve lascio trovare, sfogliando le pagine del libro. Credetemi, ne rimarrete stupiti.
Mi sembra che nel testo tu abbia volutamente cercato di evitare dei termini come “creare, desiderio, uomo”, per fare qualche esempio. Parole che siamo abituati ad utilizzare spesso e in cui ci ritroviamo, che troviamo naturali. Come mai?
Riprendendo quanto descritto nella domanda precedente, essi, sono dei codici di attivazione del blocco a livello inconscio. Immaginate, come se fossero degli interruttori che, una volta, premuti, anziché fare luce, producono una sorta di buio interiore. Comunque, la parola-codice, per eccellenza, la madre di tutte le madri, è: coscienza. Con questo termine, abbiamo completamente rovesciato la natura originale di noi esseri umani. Una parola così potente, che nel nominarla, attiva nel nostro inconscio un fenomeno davvero devastante. Immaginate di nuotare ma controcorrente, ti muovi, fatichi, ti impegni, ti danni l’anima, ma sei sempre li, fermo. Risultato. Tanto lavoro per nulla. Ecco, in sintesi, questo è quanto la coscienza ci fa fare nel momento in cui dobbiamo scegliere nella vita. Questo perché in essa, dimora il senso di colpa, alleato fedele, che ci ricorda, sempre, ricordandoci il ciò che si è, ossia, peccatori, quindi, indegni, perciò, ora, scegli per coscienza e, il gioco, è fatto. Nulla.
Com’è cambiata la tua vita da quando hai abbracciato la visione da te stesso identificata?
Totalmente, perché ho imparato a guardarmi allo specchio, senza specchiarmi, ossia, andando oltre l’immagine riflessa. Ho imparato, anche, a non fidarmi di ciò che vedo e, soprattutto, ad ascoltarmi dentro. Non avete idea se, in ascolto, quante cose riprendono forma. Attenzione, non perché fino a quel momento assenti ma, solamente, perché rimesse a fuoco, ossia, prese per quello che sono e, non per quello, che ci hanno detto, che sono. Oggi, ho compreso che possiamo, sempre, consapevolizzarci o, meglio, darci responsabilità, il fatto che si dica che non siamo all’altezza, è una menzogna, un misero inganno, per tenerci fermi, quieti, passivi.
Senza entrare nello specifico o in dettagli troppo personali, ci sono degli esempi di percorsi terapeutici particolarmente positivi che ti sentiresti di condividere?
Mi dispiace dover rispondere con un no. Da venti anni a questa parte, li ho provati tutti. Ma nessuno, dico nessuno, è in grado di porti la seconda risposta. Mi spiego meglio. Nella prima domanda, emerge l’interrogativo: come posso fare. Classica risposta: devi cercare la tua strada. Fino a qui, ci può stare. Ma nella seconda risposta, capisci, che non ci sono i presupposti, per risolvere il disagio, perché non in grado di indirizzarti, ad una soluzione. Ebbene, davanti a questa sorta di giochino perverso, ho dedicato i miei studi, la mia ricerca, la sperimentazione sul campo e, finalmente, da qualche anno, ormai, con grande gioia, consento alla persona, che decide di darmi fiducia, nella relazione di aiuto, di capire il Perché del tutto, proponendogli, anche, la soluzione reale, pratica. Che dire? Funziona!
Chi è il Consulente Olista metodo Es.Pe.©? Quali sono le caratteristiche fondamentali di questo approccio alla persona e al suo Stare Bene?
Il Consulente Olista metodo Es.Pe.©, è una nuova figura professionale, che si colloca nella vita della Persona, per consentirle di ritrovare il suo Stare Bene, nella vita quotidiana sia privata, sia professionale. Ecco, quindi, che il suo lavoro di consulente, prende forma dal ciò che è stato seminato nella storia della persona per, poi, indicare la soluzione reale, in modo da risolvere, ogni forma di problema. Un lavoro di ricerca, studio e, applicazione, che si immerge, nella parte oscura, dell’identità umana, decifrandola. La sua Regola, per arrivare a questo tipo di risultato, si fonda su tre aspetti: 1) Ricercare il Perché, ossia, la Causa; 2) Costruire un’Alternativa, ossia, la Possibilità; 3) Educare la persona allo Stare Bene, ossia, la Scelta.
Quali sono i tuoi progetti nel prossimo futuro?
Come sempre, fare chiarezza e, offrire, alla persona, la possibilità di conoscersi, di là da tutte quelle maschere che, abilmente costruiamo, ma che, nel tempo, appesantiscono il corpo e, il proprio stato d’animo, facendo emergere un’identità alterata, perciò, distante da quell’equilibrio energetico ed emozionale, in grado di farci vivere in armonia con noi stessi e, con gli altri.