Marida Lombardo Pijola é una nota giornalista, scrittrice e opinionista. Tra i numerosi argomenti che ha trattato nella sua carriera ci sono quelli relativi all´adolescenza, le donne e l´attualitá vista con occhi critici. Unendo tutti questi argomenti é impossibile non pensare ai recenti scandali delle baby prostitute e alle problematiche adolescenziali e pre-adolescenziali riguardanti il rapporto degli adolescenti con il proprio corpo emerse in quest´ultimo periodo. Qual é la veritá? Di chi sono le colpe? Marida Lombardo Pijola ci aiuta a svelarle, a esplorarla nei suoi molteplici aspetti. Ci costringe a guardare lo sporco negli angoli, a interpretare le cause, a conoscere figli e genitori. Una intervista a tratti illuminante, cosí come Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa – Storie di bulli, lolite e altri bimbi il libro pubblicato per Bompiani che presto é diventato un best seller. Leggere, interrogarsi, riflettere. Per cambiare.
Icaro: Prendendo spunto dal suo libro “Facciamolo a skuola”si capisce l’enorme disagio degli adolescenti. Età questa sempre molto conflittuale, con l’entrata in scena della cultura dell’apparire, i problemi sembrano amplificarsi. Cosa ne pensa, di chi è la colpa se di colpa si può parlare?
Innanzitutto più che adolescenti parliamo di preadolescenti, perché questo fenomeno presenta una realtà sempre più precoce. Parliamo di un periodo perfino precedente a quello dell’adultizzazione, della ricerca di un’identità, di modelli sempre nuovi che poi in qualche modo giustificano la trasgressione. È un periodo che abbiamo attraversato tutti. Parliamo di ragazzini che cominciano ad adottare alcuni modelli di comportamento sin dall’età delle scuole elementari. Direi dai 9 ai 13 anni e (mi fermo qui, poi c’è un’altra età 14/15 e così via, ma lì c’è un’altra dinamica e una situazione diversa, grave ma meno grave, perché c’è comunque un percorso che porta in altra maniera alla maturità) e quindi recepiscono informazioni e le elaborano con inconsapevolezza, come un’incapacità assoluta di recepire valore, di comprendere bene o male, tra un comportamento e un altro. Bambini o quasi bambini che sono stati scolpiti all’interno di un sistema di messaggi di vita che a cominciare da quello che recepiscono o dalle loro stesse famiglie, mettono in cima alla gerarchia dei valori il potere di consumo, il potere d’acquisto, la visibilità sociale e l’apparire. Per quanto riguarda le donne, c’è anche di più, la capacità d’investire sul proprio corpo e questo poi è un messaggio che è arricchito da decenni da un certo tipo di televisione, che mercifica il corpo femminile mettendo solo insieme le varie immagini, sfruttando come un oggetto il corpo delle donne. Per questo le bambine educate dalla televisione ma anche i maschi, prede e predatori, c’è chi vende e c’è chi compra, si concentrano sul discorso del consumare. Attraverso i giocattoli, pubblicità le bambole, i gadget, trasmettono questi messaggi.
Bambole sexy per bambine, scollacciate, insegnano che il corpo della donna, allo sguardo del piacere maschile, è come il potere di consumo. Diventa così un’attuale misura di valore che le induce a consumare e imitare. La politica, non sottovalutiamo, viviamo da anni in un regime dove non mancavano a far capo ai signori delle televisioni la femmina disponibile, è diventata un personaggio (come Ruby) di potere, guadagna un sacco di soldi. Hanno le partecipazioni in TV, ricoprono anche alcune cariche politiche. Una vicenda di questo genere, rispetto alla quale non tutti i genitori avrebbero dovuto fare, hanno fatto quel controcanto di orrore. Non voglio buttarla nella politica, ma gli italiani tutt’ora assumono quel modello di vita. Molte persone adottano e stimano quel tipo di vita, di valori e via dicendo.
Icaro: secondo lei per quale motivo i ragazzi decidono di comportarsi così?
I bambini sono spugne, lo sono sempre, i ragazzi cercano, devono scegliersi un eroe da imitare. Il problema è che non mandiamo, non siamo stati in grado di proporre loro degli eroi buoni, carismatici. Genitori, insegnanti, politici o maestri che fossero in grado di trasmettere il valore della cultura, dell’arte, della musica, della solidarietà, delle buone azioni sociali, dell’abbraccio e della carezza, che sono sempre di meno.
Icaro: Quello che conta è il dialogo, la propensione all’ascolto.
Tantissimo conta. Tu cresci senza essere coltivato nei propri bisogni, poi diventi un bambino, vai a cercarlo altrove, in maniera obliqua e aver bisogno di far risalire la propria autostima. I bambini misurano la propia autostima nello sguardo dei genitori, e se lo questo è distratto, le carezze non arrivano, se l’empatia non c’è e l’attenzione neppure, quello è anche un modo per andare a cercare fuori, dicendo a se stessi: “io valgo” come figlio, come piccola donna mostrando la propria bellezza, una femminilità goffa, acerba.
Icaro: Mettendosi a confronto con gli altri le protagoniste dello scandalo delle Baby squillo spiegano che per essere qualcuno è necessario avere qualcosa di valore da esibire, che sia il corpo o un accessorio non importa. Possibile siano tanto ciniche?
Io inorridisco quando sento commenti tipo: “oddio, l’ha fatto per compare i pantaloni griffati” sono stati capaci di far questo. Noi gli abbiamo insegnato che se non hai potere d’acquisto non conti nulla, loro hanno solo riprodotto all’interno dei loro rapporti sociali, nel loro consorzio che però è limitato a quello nostro, è un messaggio che hanno ricevuto da noi, interpretato a modo loro, amplificato e condiviso nel web, che noi gli abbiamo permesso di usare fin da piccolissimi. 7/8 anni, senza mediare sulle informazioni che raccoglievano, nessuna spiegazione su quali fossero le risorse straordinarie e come invece potevano trasformarsi in una trappola (quanto fosse insidioso)
Li abbiamo lasciati soli ad abitare in questo territorio, noi analfabeti informatici. Nella nostra realtà di genitori, bisogna comprendere che è lì che si sono trasferiti, dove allestiscono il loro codice comportamentale, sul web avvengono scambi di informazioni sempre più disinibite e trasgressive. Però è un grido di dolore anche questo, un modo per dire: “ci avete lasciato solo, che facciamo? Noi ci educhiamo da soli, fra di noi perché voi tanto non ci siete”.
Icaro: Quale ruolo hanno i genitori in questi casi? Possibile siano così ignari, cosa possono fare per aiutare i figli? Lei si concentra sulla parola ascolto eppure i genitori continuano a non avere tempo.
Io credo che innanzitutto ci sia un grande problema nella divisione dei compiti fra i genitori. Siamo fra i paesi dove i padri sono i meno collaborativi d’Europa, non si fanno carico dei figli, sia all’interno della coppie unite che in quelle separate. Un figlio ha bisogno di entrambe le figure genitoriali, e nessuno da solo ce la può fare. Quindi, sia fra le coppie unite che quelle separate (possibilissimo farlo anche lì) l’importante è “che ci sia una sinergia, un supporto reciproco, utilizzare al meglio il tempo per dare attenzioni ai figli, perché c’è bisogno di ascolto e attenzione e collaborazione.” Bisogna aprire gli occhi, i segnali ci sono. Questa è una storia che va avanti da almeno dieci anni, una vecchia storia, quindi quello che mi stupisce che i media riservano alle baby squillo. Mi ha inorridito questo stupore di chi si fingeva intoccabile, come se a lui ciò non potesse accadere, come se non li riguardasse. Si continua a mostrare di non sapere come vivono, come ragionano, del pensiero unico e conformista che sono stati allenati ad essere conformisti anche da noi.
La paura della diversità , la diversità stessa è un elemento di discredito, dato dal bisogno di come posso dire, di nascondersi in una consistenza liquida, quella del branco, del gruppo o del gruppo rivale. Ormai questa identità di gruppo ha sostituito anche l’identificazione dei valori familiari.
Non mi sento in grado di dare consigli, se c’è la consapevolezza, il senso della responsabilità che ci si assume nel momento in cui si mette al mondo un figlio, ognuno capirà da sé, elaborerà un modo suo, quella che è la necessità prioritaria di mettere al centro i bambini. Loro avvertono se sono al centro della tua vita o no, devono essere la priorità, venire prima di ogni cosa. Anche se la famiglia è separata c’è modo di trovare armonia, non è detto che la condizione ottimale sia quella di avere per forza un matrimonio che funziona. Ci sono modo ottimali per essere comunque genitori. Ho letto la storia di queste ragazzine dove mancava la figura paterna.
Icaro: Lei consiglia di leggere il libro ai ragazzi appena si accorgeranno del vuoto che si è creato nella sua vita. Da cosa deriva questo vuoto?
È che purtroppo era accaduta una cosa terribile, questo l’ho dovuto scrivere in un’edizione successiva: ho scoperto che era che il libro veniva comprato dai ragazzini senza la supervisione dei genitori, cioè una lettura non condivisa né accompagnata, era diventato un elemento di emulazione, poteva ispirare comportamenti scorretti. Mi sono spaventata e ho voluto scrivere queste cose per spiegare bene la situazione. È ovvio che ogni episodio l’ho raccontato con estrema tenerezza, con oggettività ma considerando i bambini innocenti e colpiti da una smisurata ingiustizia, intrappolati da un mondo di adulti. Adulti pedofili, modelli sfruttatori, e poi per chi si vendono le ragazzine, ci sarà quindi una domanda “di mercato” con rispettiva moltiplicazione spaventosa di personaggi apparentemente insospettabili che posso avere dai 30 ai 70 anni, socialmente inseriti, che magari hanno famiglia e figli eppure cercano rapporti con le minorenni. Che siano povere bambine portate dell’estero, periferie, o dei paesi svantaggiati dove si fa turismo sessuale, gli italiani sono in cima e il territorio di caccia è il web, perché hanno scoperto che li possono abbordarli con relativa facilità. Si arriva alla patologia di uomini adulti che guardano con desiderio di dominio, di vivere una sessualità dominante, di provare su un essere inerme, facile da sottomettere perché ancora non ha un’identità strutturata di donna, questo è il sogno, qualcosa per esorcizzare la noia e il vuoto.
La banalità del male è la tragedia di quest’episodio, la povertà interiore da cui origina tutto ciò. Questi sono casi dove i bambini non imparano l’amore, il piacere, la ricchezza della cultura, in un paese dove si dice che la cultura non si mangia e dove si considera poco o niente la scuola. Il vuoto d’ideali, di concetti dove tu metti quello schifo che è stato proposto, illuminato dai riflettori, il fatto di punta della tv o del web.
Icaro: Un’altra figura cardine nella vita dei ragazzi è la scuola. Ma come con i genitori è un conflitto perenne, che genera vuoti sempre più grandi. Anche la scuola ha perso il potere educativo sui ragazzi, nessuno ci crede più. Perché secondo lei?
Ma non credono nella scuola, diciamo che non credono in questa scuola, non possono credere perché nel vaolre fondamentale che ha la scuola per qualche individuo, diciamo una realtà lasciata a marcire nel degrado, nella mancanza d’investimenti, nella svalutazione dei ruoli dei professori, cosa che impedisce a ogni insegnante di portare aventi un valido progetto formativo. Cambiano queste figure ogni anno. Nella suola non s’investe perché la scuola non è un valore, ecco il messaggio trasmesso. L’istruzione stessa non è un valore. La competenza in questo paese non conta, quindi o tu hai avuto la fortuna di essere da una sostenuto da una famiglia benestante ma sei comunque costretto ad andare all’estero, a tagliare le tue radici oppure è inutile continuare un percorso scolastico. Se non hai alle spalle una famiglia benestante, tanto vale che dici: “cerchiamo scorciatoie, vendiamoci”. Il mondo si divide fra perdenti e vincenti, quelli che contano perché hanno i soldi e quelli che invece non li hanno.
Icaro: Rimanendo sul tema della scuola che suo malgrado è sempre protagonista di qualche fatto scandaloso, possibile che i professori non si accorgono di ciò che succede all’interno dell’istituto? Oppure sanno ma tacciono per non attirare l’attenzione?
Qualche cronaca l’ha raccontato di questi rapporti nei bagni. Secondo me la scuola non si accorge perché il professore non ce la fa a tenere sotto controllo tutto, ciò che succede in un bagno, in una palestra o quando arrivano i messaggini escono e si danno appuntamenti. C’è proprio una serie di riti che non conosciamo.
I professori, la scuola, non si accorge perché non vuole, non è in grado di gestire la cosa, sopraffatta dalla mutazione antropologica dei ragazzi. Si rende conto che non ha potere educativo, né gli incoraggiamenti a intervenire.
noi genitori, che ormai sappiamo essere un luogo comune, se veniamo informati di un comportamento sbagliato dei figli ci arrabbiamo coi professori e non con loro. Per la politica, per i governi, questi cittadini, pur essendo la fascia più debole e pur essendo il nostro futuro, sono trasparenti. Nei programmi elettorali non sono citati, sono fuori da ogni agenda, non c’è nulla che li riguardi. In termini d’incoraggiamento a studiare, anzi pare negato il diritto allo studio.
Io sono anni che mi sto battendo perché è una battaglia che va fatta. Bisogna cominciare da una presa di coscienza, dovrebbero piantarla gli adulti con l’indifferenza, come se non li riguardasse. Dovrebbe esserci uno scossone da parte della politica, ma non rispetto a un fatto che sta avvenendo qualcosa di terribile che contaminerà il futuro, non parlo solo di scuole a pagamento, ma di una generazione lasciata sola allo sbando, senza presente e senza futuro. Gli unici a prendersene cura sono il mercato o i pedofili, non c’è via d’uscita.
Anche se penso che poi chi passa certe esperienze matura più velocemente, come precoce sono state le esperienze dolorose affrontate. C’è la voglia di scuotersi di dosso il passato. Vedo ragazze fantastiche, come se fossero già state rinsaldate dalla vita, eppure hanno 18 anni a malapena. Sono quelle che scelgono se stesse, seguono il talento, si laureano prima, vincono i concorsi, non sono dipendenti dal rapporto con gli uomini, tant’è vero che non investono più nel matrimonio, nella coppia. Vogliono andare all’estero, studiare. C’è la presa di coscienza arrivata presto che le rende straordinarie, magari con dentro tante ferite da rimarginare ma la strada sembra giusta.
Icaro: Qual è il rischio più grande in cui incorrono?
Il rischio è quello che abbiamo visto in questi giorni. Un altro fattore è quello non molto visibile, un adulto che va con una ragazzina commette una violenza carnale. Poi possiamo concentrarci sullo stupro di gruppo, come quello avvenuto a Modena e che ho raccontato nel libro (facciamolo a skuola) della ragazzine che viene stuprata perché non si distingue bene il gioco erotico aggressivo da uno uguale ma senza consenso. Quindi tu ci sei state e stai zitta, devi accettare, non ti puoi tirare indietro.
Cosa che succede davvero spesso. Raramente viene riconosciuto, denunciato come violenza carnale, anche perché quando accade si tira in ballo la scusa “ma lei ci stava, ha detto di sì”
Icaro: Lei mi aveva detto che arrivate a diciotto anni c’è un cambiamento di queste ragazze, mi piacerebbe sapere di più.
Sì, sempre senza generalizzare, né fenomeno precedente né quello successivo. C’è quasi sempre un cambiamento, soprattutto quando queste ragazze hanno la fortuna di trovare un maestro: qualcuno in famiglia, nella vita, un adulto, un compagno. Qualcuno che le aiuta a rimetter in ordine la loro vita. Comunque sono portate a rivalutare se stesse, soprattutto se hanno compreso il loro reale valore. Puntano sul futuro più che sulla seduzione agli uomini. Abbiamo visto durante la manifestazione sul fatto delle donne organizzata da…. La più grande manifestazione contro la cultura berlusconiana, organizzata dalle donne e non dai partiti. Erano centinaia e migliaia di queste ragazze, consapevoli, indignate. Ce la abbiamo anche intorno.
Icaro: Però la cultura dell’apparire, oltre agli adolescenti è diffusa anche fra gli adulti
Ci sono grandi contraddizioni, ma la mani che ha contaminato la cultura e le priorità dell’adulto, come abbiamo detto: non sei nessuno se non hai l’ultimo gadget.
Icaro: Lei come ha cominciato ad accostarsi a questo tema?
Dunque io mi occupo per il mio giornale di società, per questo ho cominciato a intercettare alcuni atteggiamenti, alcuni pensieri, soprattutto perché avevo dei bambini, degli adolescenti e quindi cercavo, essendo in un osservatorio privilegiato, come giornalista da un lato e come mamma dall’altro di poter approfondire con strumenti che per me sono lavorativi, così ho iniziato ad osservare. Devo dire che sono rimasta sgomenta, ma non indagando a fondo, ma avendo le informazioni sotto gli occhi, sul web, nelle discoteche pomeridiane, diciamo che non è stato difficile scoprire quanto raccontare superando lo shock e farlo facendomi credere, perché la reazione di nove anni fa come in quelli successivi, è stata di dire “ma esagera, impossibile, non è un fenomeno su larga scala” invece il fenomeno è diventato cultura, allargandosi a dismisura. È diventato un pensiero unico, un comportamento e veniva documentato in maniera inoppugnabile, non da me, ma da tutti, anche gli istituti addetti all’osservazione e alla denuncia: il telefono azzurro, enpat, la società di ginecologia e pediatria, sono anni che sappiamo quel che succede. Attraverso le stesse risposte, non solo i numeri, ma anche dai vari sondaggi. Credo che per adesso c’è cla volontà di non vedere di non sapere.
Icaro: Come mai i media con il fatto delle baby-squillo sono tanto sotto shock come se accadesse per la prima volta? Sono cose di cui si parla da anni, come lo smodato consumo di cocaina, poi questo vespaio si calmerà e dopo un po’ riscoppierà, è d’accordo?
Guardi, sicuramente sarà così. I media come la politica e i genitori, li ignorano. Sono sfruttati come bimbi-notizia, quando diventano tali. Sono dei target di consumo e del mercato che può manipolarli come crede. Questo è uno dei pochi paesi dove non esistono i diritti dei bambini, non esiste la cultura di queste cose, sono come abbiamo detto trasparenti. Anche in tv, non esistono più trasmissioni pedagogiche come quelle che aveva la mia generazione. Prima c’era una tv di valore e non esistono in realtà fasce protette. Si pensa solo al’ultima notizia che fa inorridire, di non aver approfondito, raccontato, osservato con cure ma quel loro stupore, l’orrore è indizio di ipocrisia e autoassoluzione.
Icaro: Quindi vengono sfruttati sue volte, prima dai pedofili e poi dai media?
Non voglio generalizzare, perché poi c’è anche ci fa un lavoro serio. Vedo comunque che diventano notizia da prima pagina. Solo quando sono appunto bambini, ragazzini notizia che non sempre cedono alla volontà di dare verbali, dettagli, non sempre c’è il desiderio di approfondire perché è successo. Ci sono questi editoriali un po’ moralistici che riportano: “ma com’è possibile, siamo indignati” però nessuno ricorda che a insegnar loro che conti se hai potere d’acquisto, siamo stati noi coi nostri atteggiamenti. Comprare, comprare, comprare oppure cercare di sopravvivere, perché c’è anche l’altra faccia del problema economico. Il desiderio di una di queste mamme che si fa orrore di aver sfruttato la figlia perché non c’è giustificazione che c’entra. Eppure anche questa è una forma di esasperazione. È una manifestazione estrema di un disagio determinato dalla povertà e quindi il bisogno di sopravvivere, solo per essere, per apparire, perché questo è tutto quel che conta. E per il bambino le istruzioni sono state queste, poi il resto come già detto, lo hanno fatto da soli con la loro immaturità e la consapevolezza della possibilità di sfruttare il web. Quella è stata la più grande abdicazione per i genitori, per gli adulti di ricoprire il ruolo formativo, di aver in mano degli strumenti strepitosi senza accompagnarli. È come se li avessimo presi dai sette anni e lasciati in una dimensione planetaria sempre più popolata da adulti sfruttatori.
L’importante è vederli tranquilli nelle loro camerette, al pc. Tutto questo accade sempre dietro le porte chiuse, i genitori non vanno a vedere cosa come si propongono online, non li ascoltano.
il problema è la banalità del male, non tralasciamo. Le case oggi sono vuote di libri, i genitori non leggono e i figli non imparano, non sono nutriti dalla cultura.
Icaro: Si dice che la cultura costi ma che il costo dell’incultura sia più grande…
Certo! L’incultura è un costo sociale. Quello che stiamo vedendo è appunto il furto di ciò, come della mancanza di empatia verso gli esseri umani. Non c’è un adeguato senso civico. Tutti gli elementi che s’imparano non solo dalla vita o da un buon informatore o da un consorzio sociale; lo impari e non mi stanco di ripeterlo, leggendo e ancora andando in una scuola dove insegnano il valore della cultura. Ti fanno capire quanto è importante per migliorare la qualità della vita. Ti suscita la curiosità di apprendere, di sapere.
Icaro:Vorrei sapere se ha qualcos’altro in progetto
Io stavo scrivendo un romanzo. Ma abbiamo sentito la necessità (io e l’editore) di riprende in mano due dei miei libri: il primo e l’ultimo. Rivisitarne i materiali e riproporli in una nuova edizione aggiornate. Questo è il mio impegno, il tempo lo passo per le scuole, nei convegni. Penso che queste voci vadano portate anche dove possono raggiungere il maggior numero di persone.