Stephen King ci mostra come i fantasmi possono accendere la luce della nostra vita
Credete nei fantasmi? È questa una delle domande che probabilmente ci siamo posti tutti quando eravamo bambini. Storie inventate, magari per spaventare i fanciulli più irrequieti, o vicende realmente accadute? Immaginazione o realtà? Eppure, cari lettori, c’è un mondo in cui gli spettri si presentano davanti a noi e ci parlano. C’è un mondo in cui i fantasmi si fermano, ci guardano e, talvolta, ci sorridono. Questo mondo è quello dei libri di Stephen King, il re indiscusso della letteratura del terrore. Oggi voglio parlarvi in particolare di un romanzo, Mr Mercedes, vincitore del premio Edgar Award 2015.
Gli amanti del genere conosceranno già la trama, ma non è su questa che voglio coinvolgervi, bensì su uno dei protagonisti, quello negativo per eccellenza: Brady Hartsfield. Dopo aver sterminato un’intera folla e, prima ancora, causato la morte del proprio fratellino, Brady vive a contatto con un mondo paranormale. Un mondo in cui la visione di persone scomparse è pura realtà. I fantasmi sono lì, davanti a lui. Sono i fantasmi del fratello Frankie e della madre Deborah, anch’ella morta a causa di Brady. L’aspirante serial killer, che tanto aspirante non è considerata la strage che ha provocato con una Mercedes rubata, trascorre le sue giornate solo, immerso nel “suo” piccolo grande mondo, fatto di computer, oggetti vari e soprattutto di ricordi.
Ovviamente anche la cantina porta con sé un carico di ricordi sgradevoli; ci è morto il suo fratellino. Però forse «morto» è un eufemismo, e ormai può farne a meno. (…) Brady usava il nome di Frankie. Era come se fosse tornato in vita, almeno per un po’.
Non di rado, Brady vede Frankie, ci parla, e a volte, stranamente, sembra che gli implori di tornare. L’apparizione di questo fantasma altro non è che il senso di colpa. Brady vede il fratellino e, addirittura, crede che si nasconda in chissà quale angolo buio della casa.
Quella notte Brady fu colpito dalla prima delle sue tremende emicranie. Cominciò a credere che il fratellino si nascondesse sotto il letto, contribuendo solo a peggiorare il dolore.
Stephen King ci restituisce un mondo tutto nostro, fatto di sensazioni, emozioni e ricordi. I ricordi si manifestano, sotto forma di fantasmi, di spettri, di esseri capaci di condizionare l’intera esistenza dell’uomo.
Parliamo di un universo psicologico molto complesso ma ricco di apparizioni. L’essere umano e la sua dimensione esistenziale sono i veri punti saldi del romanzo di King. L’indagine del detective William Hodges, volta a catturare Brady Hartsfield, passa dunque in secondo piano. Il nostro romanzo diviene un’autentica miniera d’informazioni, di dialoghi, di rimorsi talvolta, ma soprattutto diviene il libro della nostra vita. I fantasmi sono i protagonisti di Mr. Mercedes come di ogni essere umano. I fantasmi sono i nostri interlocutori, capaci di far rivivere ciò che sembrava perso fino a quel preciso istante. I fantasmi di Brady sono frutto del rimorso. La verità, dunque, risiede nei profondi meandri della sua mente. Tocca a lui coglierne i segnali.
L’unica verità è il buio. E conta solo entrarci dopo avere fatto qualcosa di importante. Dopo avere ferito il mondo, lasciando il segno. In fondo, la Storia è nient’altro che una grande, profonda cicatrice.
Il mondo di Stephen King è il nostro mondo. Il buio è un luogo carico di dubbi, di misteri ma soprattutto d’incontri. Incontri che fanno riemergere ciò che abbiamo perduto. Incontri che possono prevedere l’apparizione di fantasmi, capaci di illuminare la nostra breve, ma pur sempre incompresa, storia di vita.