Chi è Elena Ferrante? Google fornisce mezzo milione di risultati in pochi centesimi di secondo e noi siamo ancora qui a parlarne. Perché oltre le supposizioni, gli scoop di Dagospia, c’ è solo il segreto mantenuto dal suo editore E/O, il nulla. Ma ieri la curiosità circa la vera identità della scrittrice/scrittore è stata soppiantata da una curiosità più grande: ci sarà un matrimonio tra la Ferrante e il premio Strega? Chi starebbe dalla parte di qualcuno senza volto e con poche potenzialità di marketing alle spalle? Saviano, la Dandini. Poi?
Oggi Elena Ferrante ha risposto a Saviano, su Repubblica, (qui l’ articolo integrale) per sciogliere ogni dubbio, ma senza uscire allo scoperto. Veniamo alle considerazioni spicce. Senza inventare l’ acqua calda. Sono d’ accordo con la Ferrante che dice “il libro quando lo compri diventa tuo e puoi farne quello che vuoi, usalo pure per equilibrare il tavolo se ti va”. Lo stile è quello di Pilato, ma c’ è una grande verità: quando scrivi e ti esponi perdi il controllo della tua opera. Può essere fotocopiata, piratata, criticata ingiustamente oppure a ragione, bruciata, regalata, inserita tra i partecipanti di un premio letterario come lo Strega. Tutto può succedere, nel bene e nel male, ed è da persone intelligenti accettarlo. Se non vuoi correre alcun rischio semplicemente non pubblichi. Questo è il buon senso numero uno.
E però nella sua dichiarazione vi è anche un “non mi interessa la fascetta del premio Strega (eventuale) sul libro” implicito, una modestia interessante (e non ditemi che è tutta privacy) e pure del realismo: E/O non è nei meccanismi di potere dell´editoria italiana. Ma forse per questo, aggiungo io, ha un buon livello qualitativo. E questo è il buon senso numero due.
Sandro Ferri co-fondatore di E/O fa sapere che lo Strega “Non è in alcun modo nei nostri programmi”. Forse non sono interessati a fare le comparse, forse non è vero del tutto, gli editori sono anche aziende e devono tirare a campare, la fascetta aiuta, aldilà delle oltre 200 mila copie vendute, tra Italia ed estero, dei primi tre libri.
Non siamo interessati a “questo” Strega, probabilmente. Elena Ferrante e lo Strega: niente matrimonio per convenienza. E niente amore. Un appuntamento al buio piuttosto, con tutti i suoi rischi. É bello questo orgoglio di autore-editore, secondo me. Resistere a questo fascino di cartone, che non è più fascino richiede coraggio. “Fate quello che volete” noi non ve lo vietiamo è il modo, forse migliore, per evitare di darsi delle arie e allo stesso tempo per comunicare la propria estraneità a quelle regole, le marchette, i favori e i punteggi su cui il premio si basa che nulla hanno a che vedere con la bontà dell’ opera. Sia messo agli atti, buon senso numero tre.
Il mio modestissimo parere è che per cambiare davvero questo Strega (e non affossare!) lo si debba snobbare, lo si debba ridurre a quel che, in questo momento è. Con tutto il rispetto per il ruolo culturale che riveste non rappresenta i lettori, le dinamiche commerciali sono note ai più. Prima o poi potrebbe diventare ridicolo per qualcuno, giocare sempre in casa, da solo. Chissà.
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