La piccola fiammiferaia ieri e oggi: come l’uomo può essere educato alla vita
L’aspetto dei libri che personalmente mi ha sempre colpito è quello della loro ricchezza spirituale. Si potrebbero leggere anche pochi versi di una poesia antica e attualizzarli in chiave contemporanea. Proviamo però per un solo momento a rovesciare tutto. Proviamo a farci guidare non da una poesia, né dalla prosa dei grandi romanzi, sia del passato che del presente. Proviamo, come quando eravamo bambini, a farci illuminare la strada dalla magia e dalla meraviglia delle fiabe. Una su tutte: La piccola fiammiferaia.
«Era l’ultimo giorno dell’anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti.»
L’immagine che il maestro Andersen ci propone è alquanto drammatica. Una povera fanciulla vaga solitaria nel paese immerso dalla neve e dal gelo, in cerca di fortuna. Trovatasi però da sola, la giovane prova a riscaldare il suo stanco e provato corpo con dei miseri fiammiferi, mentre all’interno delle abitazioni limitrofe la vita continua nell’indifferenza totale. Sì, la vita altrove continua, mentre la fiammiferaia non supererà la notte.
È un’immagine più che attuale quella che esce fuori dal breve racconto del nostro Andersen. È un’immagine che non può non tornare alla mente nell’epoca in cui l’indifferenza regna sovrana non solo negli usi, ma addirittura nei costumi dell’uomo. Il mondo è circondato da piccole fiammiferaie, giovani fanciulli, ma anche adulti e anziani, che, nell’egocentrismo e nella diffidenza totale, provano a resistere, cercando di scovare con lo sguardo furtivo quel bagliore, quella fiamma che potrebbe rappresentare la loro ancora di salvezza.
«Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere una stufa di rame luccicante nella quale bruciavano alcuni ceppi. Avvicinò i suoi piedini al fuoco… ma la fiamma si spense e la stufa scomparve. La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia sulla quale erano sistemati piatti deliziosi, decorati graziosamente. Un’oca arrosto le strizzò l’occhio e subito si diresse verso di lei. La bambina le tese le mani… ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero. Giunse così la notte.»
E così la notte, così come giunse allora, continua a giungere anche oggi. Ma non è una splendida cornice di stelle cadenti che si osservano davanti alla riva del mare. Stelle e desideri non trovano spazio nella piccola fiammiferaia del nostro mondo, costretta a viaggiare a piedi, o per mare, nel tentativo di sopravvivere il più a lungo possibile. La piccola fiammiferaia del nostro mondo non muore una volta sola. Muore ogni giorno, a largo delle coste, nei campi di concentramento che l’uomo ha ideato e continua solerte ad utilizzare. Muore soprattutto nell’indifferenza totale di tutti noi, nella solitudine, nell’odio razziale, nell’atteggiamento discriminatorio del diverso. Muore ogni giorno la nostra piccola fiammiferaia, nel tentativo disperato di salvarsi, pur sapendo che la salvezza avverrà soltanto nel momento della sua dipartita.
«”Vieni!” disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell’anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto!»
Speranza ultima della fiammiferaia di ieri rimane la morte. E la speranza ultima della fiammiferaia di oggi? Al momento la storia non registra alcun cambiamento rispetto al passato, ma una piccola speranza rimane. La speranza è rappresentata da noi, lettori e non, perché tra le mani abbiamo un patrimonio da tutelare. Chi ama i libri, la letteratura, la filosofia, la cultura in generale, ha non solo il diritto, ma il dovere di tutelare ciò che gli autori, dietro le loro parole e le loro pagine, vogliono comunicarci. Imparare a leggere, e a ricordare, può renderci magicamente persone migliori, che combattono contro l’indifferenza e l’egoismo umano.
Imparare a leggere, e ad applicare, il messaggio dell’altruismo e della misericordia umana diventa dunque un sogno, possibilmente da realizzare, evitando che questo possa trasformarsi in una mera utopia. Leggere aiuta ad aprire il cuore e a non chiudere le porte perché fuori, ogni giorno, qualche piccola fiammiferaia, nell’indifferenza quotidiana, continua a morire.