Volontariamente o involontariamente siamo stai catapultati nell’era digitale e sommersi da forme pubblicitarie di tablet, smartphone, iPhone e di nuove tecnologie. Sempre più spesso vediamo soprattutto giovani con dispositivi mobili in mano intenti a scrivere o ad ascoltare chissà cosa. La domanda che ora mi pongo è: come tutte queste forme tecnologiche possono migliorare le nostre conoscenze e motivarci ad apprenderne delle nuove? La prima questione cui tutti noi siamo sottoposti è capire come può la nostra capacità individuale di sperimentare la realtà per migliorarla. Non dimenticandoci però il passato con le sue tradizioni, abitudini e origini fatte di arte, artigianato e abilità; proiettandole nel futuro come forme d’insegnamento di nuove capacità conoscitive fatte di tecnologia.
Sicuramente dobbiamo tener presente le relazioni storiche e contemporanee tra culture e cambiamenti sociali con nuove forme relazionali incentrate soprattutto sull’avvento e il diffondersi dei social network, fatto di condivisioni, post e commenti in tempo reale non solo riguardo a cose banali ma anche d’informazioni, molte di queste culturali, considerando che la società è in continua trasformazione attraverso il cambiamento tecnologico sullo sfondo della globalizzazione. Per esempio alcuni musei il cui scopo primario è informare e mettere a conoscenza le persone dei concetti di civiltà, con i loro patrimoni materiali e immateriali, stanno lavorando sui processi di trasmissione e idee del patrimonio.
In Italia sono soprattutto i musei con siti archeologici che con le loro visite virtuali e l’utilizzo del social network riescono a raggiungere nicchie di mercato ponendosi come riferimento persone oltre i confini geografici portando così a un abbassamento di barriere socio culturali. Ne consegue un maggior accesso al patrimonio culturale, anche da parte di chi magari non può permettersi il costo di un viaggio per raggiungere un luogo di arte o, per qualsivoglia motivo non può visitare alcuni musei. Dobbiamo quindi prendere seriamente in considerazione, dopo alcuni anni di avverso accanimento contro le nuove tecnologie digitali, che queste si possono seriamente dimostrare degli avvincenti alleati per la diffusione e la promozione della cultura, fornendo quindi delle ottime opportunità anche in molti ambiti lavorativi. Tenendo presente che senza cultura queste tecnologie s’impoverirebbero notevolmente e, come dice Gino Paoli, i nostri tecno-dispositivi non sarebbero altro che “ dei pezzi di latta senza anima”.
Nel momento che ognuno di noi usa la tecnologia digitale non deve dimenticare quanto è importante che ci sia legalità nel suo utilizzo; tutti noi ci dobbiamo impegnare per far si che il web diventi un luogo sicuro per chi crea, produce e consuma. Dobbiamo considerare che investendo nella cultura e nel digitale significa investire sullo sviluppo della società.
Righetti Margherita