“Cambiare angolo di visuale
Stravolgere il punto di vista e lo sguardo anche un solo istante
Ti crea quell’atomo di incoerenza dentro
Che poi
Senti giusta e presente sempre. “
Se ti raffronti spesso con la parola coerenza, capisci subito che tutto ciò che riguarda la periferia del concetto, poi si ramifica a diventare infinitesimamente assurdo da comprendere. Osserva due amanti, da entrambi gli sguardi: si offrono l’amore che sono in grado di dare, ognuno a modo suo, coerenti sempre nel non sbagliare mai. Ma quanti amanti hai visto allontanarsi dall’amore…succede spesso, eppure se due persone sono in grado di scambiarsi un amore coerente non ci dovrebbe esser causa di allontanamento. Osserva un uomo curioso che poi diventa ladro: se gli poni un cancello davanti lui prima apre poi si chiede perché l’ha fatto. E se trova un tesoro al suo interno, diventa ladro dello stesso. Eppure se sei un uomo coerente di scelte non dovresti esser poi additato ladro.
La coerenza cambia spesso, non si può arrivare a dare dell’incoerente ad una persona. Fare ciò é un modo come un altro per non ascoltarlo, metterlo in un angolo del nostro osservare, reputarlo non interessante. Nessuno nasce con il braccialetto al polso della coerenza. Non te l’appendono al portone di casa appena vieni messo al mondo. Si matura con i passi negli anni, si rafforza delle tue scelte, si svirgola e si riprende ogni qual volta viene messa a rispondere nelle giornate, nei suoi dogmi. Si modifica, muta, migliora, si irrigidisce. Si modella e si resetta a ricostruirsi in maniera sempre più capiente e profonda.É una dote che non si deve offrire, ma semplicemente avere. La coerenza deve essere con se stessi, con le proprie scelte e con le proprie valutazioni. É il fine che è importante. Se punti al bene sei un coerente giusto, se il tuo fine mira al nero sei sempre coerente ma in maniera sbagliata. La coerenza ha delle regole, leggi, imposizioni morali e altre miliardi di virgolette limitanti. Si muove in un recinto dei più stretti che esistano. La coerenza è il pesciolino rosso nella boccia della tua testa. Da lì non scappi, lo cresci, lo nutri, l’osservi capire. Se non ti occupi di lui, smette di esistere e ne diventi privo. Io stesso mi perdo in coerenza, lo faccio pure con i personaggi di cui a volte son schiavo nei testi. Ma anche loro, in ogni angolo che percorrono delle loro scelte cui li pongo, c’e sempre il bagliore del sole a fine svolta.
Il sole del bene e dell’amore.
E come se
Fosse destino
Ma non lo è…
E’ il calore di ogni uomo
È un dono
Che non si può rifiutar d’avere
All’uomo incoerente
Sia dannata la mente, all’inferno
Riposi in eterno
Nel male che vive.
La coerenza non rende nemmeno spiegata in poesia.
Va sciolta e sentita.
Se mi dici coerenza penso subito alle persone che non son stato, ai modi che ho oltrepassato come fossero confini, lancette verso limiti. Se mi dici coerenza penso anche a due rette parallele, perché tutto il coerente é lineare, é sempre spiegabile e nonostante tutto spesso non ci fa incontrare. Forse vogliamo salvare la parvenza che la nostra vita sia una retta, per questo prendiamo decisioni calcolate che son frutto di programmazione, di scelte che devono incontrare le aspettative. Vogliamo, spesso, sembrare giusti. Non vogliamo puntare tutto su una mano, ci diciamo che non possiamo spendere tutto in sentimenti ed emozioni. E magari salviamo la famiglia, magari teniamo lontano persone, scegliamo cose trite e ritrite, ci fotocopiamo negli anni. Costringiamo noi ad essere noi, quelli di sempre, quelli che forse non siamo davvero.
C´é da mettersi d´accordo con sé stessi,
da far vincere qualcuno dentro di noi
per sembrare qualcosa
che sia facile da capire
semplice da accettare.
Ci specchiamo troppo spesso davanti a immagini di altri
per perderci a metá strada tra noi e loro
litigare con le cose da tenere buone dentro al petto
e sprecare tempo che non abbiamo per far tornare conti che non ci spiegano.
Indietro, dove vorremmo tornare, avanti dove vorremmo essere stati, ora dove non ci accorgiamo di essere: ci sembra assurdo pensare che quello che abbiamo lanciato nella vita ci torni indietro ma lo facciamo, ci fa paura ripetere le stesse cose con persone che si somigliano in posti proprio uguali eppure lo facciamo, siamo cosí coerenti che non possiamo obiettare, metterci in discussione. Fino a. Perché le regole son fatte per essere stravolte e qualcuno alle volte lo fa per noi, o lo facciamo noi stessi con l´acqua alla gola e la schiena all´angolo. E forse da retta parallela diventiamo retta incidente e in un punto si incontrano milioni di cose che non torneranno mai come calcoli sbagliati. Perché l´anima é anche questo. Perdere conto delle cose, essere e fare cose inspiegabili, irripetibili e incontrarsi all´improvviso. Con sé stessi o innamorarsi di un altro punto di una retta parallela infinita.
Fabio Pinna e Cristian Sotgiu