Lui era la sua tentazione. La prima della sua vita. Di quelle che non ti scolli. Le stava immobile accanto nel letto ad aspettare le sue mani complice nei pensieri. Subire dolcemente attenzioni dosate. Docilmente. L’attesa del piacere. Sai che poi…L’attesa della vertigine. Sai cosa vuol aspettare per mesi quei respiri vicini? Sai cosa vuol dire averne follemente paura?
La piccola stanza, il sudore, la gonna finita in salita a perdifiato, via. Raccontami tu ora. Il petto che si vuol liberare, che si vuole slacciare, ad ogni respiro. Le mani non si davano pace. Una piccola festa agli occhi. Il dito appiccicato e il suo mento che parte all’indietro con gli occhi persi nel soffitto. Fermi e tutto si muove. Lui, lei. Sai cosa vuol dire accontentarsi di sfumature della voce per mesi? Sai cosa vuol dire voler essere finalmente una cosa sola per sentirsi meno a metà? E non poter uscire per un gelato la sera?
La stanzetta si mangiava la loro voglia di bruciare insieme. Il sapore guidava gli istinti. E cadi. E voli. E viaggi. Non c’è nulla da sapere da chiedere da ignorare. Lasciavano che tutto accadesse sopra di loro, che la storia portasse via il senso delle cose. Forse per dimenticare, forse per non aspettare. Ma vedi, tutto si rimpicciolisce quando le gambe si aprono e il piacere diventa musica su uno spartito unico. Ti senti pronto a tutto tra le braccia del tuo amore e pensi che nulla saprà più farti del male. E se non è vero, poco importa.
Lui pensava che quel gran caldo fosse un pezzo di amore inevitabile. Quelli che aspetti con sete. Lui non sapeva controllare il presente per un futuro più lungo. Lei sognava con gli occhi chiusi in attesa di frantumare la loro leggera patina. Denso profumo e labbra strisciate sulla pelle ti portano dove non sei stato. Belli e confusi. Beli e confusi a rate. L’elastico che fa impazzire, le gambe incrociate, le curve di morbida pelle, le promesse, i giri di sopra e sotto, il gesto quasi sfuggito di piacere, gli occhi arresi, il suo piccolo mare calmo, il petto furioso, i venti dei respiri. L’estate. Si potevano appendere a un calendario. Ci sono mille modi per incontrarsi, mille profondità per penetrarsi, ci sono mille modi per il contatto in una stanza che è la vita. Ci sono mille modi per aspettarsi. Lui, lei, lo sapevano.
E scelsero uno di quei mille modi, sotto un lenzuolo d’estate per lasciare le mani al vento e la vita a destini lontani.