C’era una volta una bambina che sognava di diventare grande al più presto. Non voleva più sentire che quello che faceva era sbagliato, non voleva più ubbidire senza sapere il perché, non voleva più dover mangiare cibo che detestava, voleva andare a letto quando aveva sonno e non alle nove perché…Perché si! Non voleva sentirsi dire più perché lo dico io! Allora un giorno prese la sua bambola, un cuscino, un po’ di merendine, e si diresse verso un paese di cui aveva sentito parlare dove chi arrivava poteva scegliere l’età che avrebbe avuto, la casa dove avrebbe abitato. Non sapeva ancora a cosa avrebbe dovuto rinunciare per avere tutto questo. Arrivò alla porta del paese e subito gli venne incontro un bambino di quattro anni che però parlava come un grande: “Signorina, mi dica età e cosa lascia dietro di se”.
La bambina entrò subito in crisi: A quale età di preciso si inizia a fare ciò che si vuole? la sua mamma aveva trent’anni ma in ufficio le davano tante cose da fare che lei detestava. Suo papà quando arrivava a casa voleva trovare tutto pronto altrimenti alzava la voce e la sgridava! No trent’anni erano l’età sbagliata! Allora pensò alla sua maestra aveva sessantanove anni era severa ma la mattina arrivava sempre allegra! Pensò che doveva essere un’età felice,i suoi figli ormai erano grandi e suo marito la veniva sempre a prendere, ma improvvisamente si ricordò di una mattina in cui la maestra leggendo una poesia di Foscolo che parlava del fratello che era morto scoppiò a piangere e non riusciva proprio a fermarsi. Le venne in mente che forse l’età della maestra era un’età in cui si correva il rischio di vedere morire le persone che si amano.
No neanche quella era l’età giusta… Allora pensò a sua sorella aveva diciassette anni usciva da sola, andava in giro con le amiche, disobbediva alla mamma e ultimamente lei non le dava neanche grandi punizioni, l’aveva sentita parlare con il papà dicendo che era un momento delicato, bisognava lasciarla sbagliare.
Non era male come situazione, l’unico problema era che la sorella piangeva spesso, una volta perché litigava con la sua migliore amica, un’altra perché litigava sempre con il suo ragazzo, Paolo, perché non la chiamava mai. No, neanche quella era l’età giusta!
Il bambino che era davanti a lei iniziò ad essere impaziente: allora? Quando si viene qui bisogna avere le idee chiare altrimenti.. ‘
‘Altrimenti?’ Chiese la piccola, ‘altrimenti l’età la decidiamo noi!’ Allora d’improvviso le fu tutto chiaro, voleva fuggire dall’obbedienza dai comandi, dalle cose che non le piacevano, ma a qualunque età ci sarebbero state e forse alla sua erano anche in numero minore rispetto ai giochi, agli scherzi, ai divertimenti, e quindi sapeva finalmente cosa rispondere a quel bambino: ‘Grazie ho deciso, resterò della mia età’ per un po’. Giusto il tempo che ci vuole per compiere un anno in più. Arrivederci! Torno a casa mia! Magari mia sorella è felice perché Paolo l’ha chiamata! ‘
Sofia Presciutti