Quel muovere in grembo
sul tronco della vita
è un azzurro
che dà suono alla terra in cui io,
nuova madre, sembro più donna.
Ho luce e vicoli d’amore
in tutte le ciglia
e non c’è nessuno
che possa spaventare la parabola
di un frutto a venire.
A te figlio
il mio sangue si fa nido
appena il chiaro di un respiro
grida alle acque armonia di battiti,
come simile radice che si rinnova.
E un paradiso s’accosta
alle carni comuni
nell’ora gioiosa
in cui la nascita segna
lievito d’innocenza e purezza di cellula.