Ti agiti, prendi e fai, cambi e sposti. Passi da perpendicolare a parallela a incidente. Storie vecchie come la vita che si ripete, come la geometria analitica. E poi ti senti all´improvviso come se ti fossi chiuso fuori di casa. Avrei potuto iniziare questo scritto in maniera diversa. Ecco come l´avrei iniziato: le logiche del cuore é un titolo assurdo, una provocazione, una veritá a cui nessuno crede ma neppure una bugia, é un paradosso pensare che il cuore si muova per logiche. Eppure. Avrei potuto, ma suppongo che sentirsi chiusi fuori casa descriva esattamente quello che ci succede, spesso, quando é solo il cuore a decidere, a iniziare, a terminare, a continuare. Ci si trova vittime della propria sbadataggine, della fretta, dell´imperizia, delle valutazioni sbagliate, del caso: la porta chiusa e le chiavi dentro, qualcuno fuori e il cuore dentro.
Se l´amore é un gioco ti capita di chiederti ” a che gioco giochiamo”? E perché ti comporti come se lo fosse? Perché invece no, non deve essere normale? Il cuore é una dogana, entra solo quello che vuole ma non esce sempre quello che entra, quello che vuoi. Ci sono versioni parallele, distorte, ci sono rielaborazioni, conseguenze, buchi, paure, variabili del momento a decidere per te cosa devi buttare fuori senza troppa accortezza. Sputi e ti scopri, ti volti e ti conosci, mentre tutto frana e si sconvolge, l´esterioritá delle cose cambia mentre sei immobile dentro, la stessa e lo stesso di sempre. La logica del cuore, le logiche del cuore non sono logiche nel senso stretto della parola, possiamo definirle irrazionali ovvero contro ogni logica, eppure nella loro non logica seguono un percorso che a posteriori si puó comprendere e addirittura spiegare. Nelle logiche del cuore amiamo cose che odiamo nella realtá, aspettiamo cose e persone che invece tagliamo subito fuori dai nostri orizzonti e aspirazioni, sentiamo di essere sbagliati seppure sorridiamo a tutti indistintamente.
Le logiche del cuore non sono infallibili, senza il supporto della mente spesso si sbaglia, ma sbagliare non significa fare la peggior cosa possibile. Fare la piú giusta puó essere uno sbaglio, fare quella che gli altri si aspettano da noi puó esserlo. Non fare é la cosa peggiore, non mettersi in discussione, non scegliere, non vivere.
E adesso ti agiti, cerchi gli appigli, provi a riconoscere qualcosa che prima era semplicemente casa per cui, oggi, ti vengono in mente tanti aggettivi. Oh, paghiamo, certo che paghiamo anche per il bene, piú per quello che per il male forse. “Noi” é un involucro vuoto, un posto fuori dalle mappe, una bolla scoppiata che il vento poteva portare lontano. “Noi” é un bacio ingolfato, uno di quelli di circostanza, fragile come un petalo in primavera. Senti che hai fatto tutto il possibile, che ha percorso tutta la strada con le logiche del cuore. Siamo pezzi delle nostre menti che non ci sono piú e pezzi di cuore che non ci sono mai stati. Forse la cosa piú bella é la ricerca, animarsi per accendere un sogno, un lucignolo quando ancora non sappiamo se sia vantaggioso o meno illuminare e vedere aldilá, mentre cerchiamo per trovarci senza resistere alle logiche del cuore che ci portano fuori strada, ovunque. I giorni trascorrono con i nostri ” te l´avevo detto” in sottofondo, il tempo si spreca, le persone non ci interessano, la musica ci incupisce e ci ricorda tutto quello che non vorremmo. Sí, siamo “noi”, quella storia che é un carta carbone di una carta carbone di una carta carbone. L´originale doveva essere qualcosa di molto diverso eppure noi abbiamo l´abilitá di replicare omettendo e aggiungendo fino a pensare che si tratti di storie nuove di zecca.
In cerca di un attracco, di una banchina, di una pista di atterraggio, in cerca dei freni delle parole, giochiamo con gli amplificatori dei vuoti e suoniamo alla porta che ci ha chiuso fuori. La logica del cuore. Dovremo scassinare per entrarci, dovremo forzare la mano sul cuore e staccare la patina del passato. Il passato puó essere anche un attimo prima di ora, il passato puó essere dal giorno x al giorno y, dal primo sorriso all´ultima litigata dal primo “sono qui” al primo “noi” vuoto. Non importa cosa si bruci per andare avanti a noi interessa muoverci, lasciare, proseguire bruciando quello che c´é nel serbatoio. Sicuri che ci sará qualcosa ancora ad attenderci o se non proprio ad attenderci qualcosa pronto a scoprirci, a fare da ponte di contatto tra noi e la vita.