Ricordo la tua camicetta bianca, Londra era fredda, il Tamigi non portava via nessuno in terre migliori. Il tuo polso bianco, quasi trasparente alla reception. Ma sai che la tua vera posizione lavorativa è “addetta a fare la bella persona”, forse, io non lo so ma il posto è tuo. Adesso è tuo.
La tua tristezza riduce il mio cuore a un atomo, tu non spaccarlo. Sai cosa succede agli atomi spaccati nelle persone, l’energia distruttiva finisce da qualche parte non molto lontano dal cuore. Dove ci sono tutti questi segni di scarpe, tutti i segni dei clic, tutta la punteggiatura della vita.
Per me è importante.
La punteggiatura che usiamo tra di noi, quella che cambia a seconda dei momenti, è una…
Posted by Fabio Pinna on Lunedì 2 novembre 2015
Ti muovi insicura nella tua bellezza inaudita, nella mia stupida felicità che neanche Cristoforo Colombo capirebbe. Perché io non ti ho scoperta, non conquistata. Non lo se siamo stati bravi, non lo so se eravamo in due. Ma già il cuore sta in riga. Caldo, freddo, la condensa scivola dagli occhi, le fermerà l’appuntamento con il commercialista. Ti muovi insicura in questa pace che non sei e mi vedi, lo so che pensi: che ho l’inverno dentro, che lì c’è tanto freddo e fa buio presto. Non è molto diverso dal nostro futuro semplice. Quell`inverno che quasi tutti sperano che passi in fretta, invece sono io, non passo. Mi sposto, non mi accontento mai, finisco nella tormenta che è un tormento, la tormenta è solo una parte del mio inverno dentro. Passo tra le mani delle persone, diventano fredde. Per non diventare ghiaccio mi lasciano andare.
Ricordo che stavi bene, o dovrei dire meglio, forse soltanto perché non ti sono entrato in circolo. Sarei una prima volta che non reggeresti.
Certe sensazioni, certe emozioni si ripresentano nella vita uguali alla prima volta e alla seconda e alla terza. E tu le…
Posted by Fabio Pinna on Martedì 3 novembre 2015
Smettila di toccare i sogni, come se fossero capelli da rimettere a posto, maniglie antipanico al momento opportuno, mani di sconosciuti. Smettila, sono fragili. E sono tuoi. La notte potrebbe anche capovolgersi in anticipo. La domanda è: cosa ci facciamo ancora qui, insieme, a chilometri di distanza? Ed è come è tutto, fragile e poi tagliente, tuo e di nessuno. La vita è questione di poco. Non ti toccherò i sogni. Ricordo di come avresti voluto accorgerti, di come avresti voluto lasciarti e riprenderti diversa.
Non sono bravo con i discorsi di persona, e so ancora poche cose. Scrivo qui. Condividere un sogno insieme: questa è la materia prima di un bacio. Questo lo so. Un bacio. Toccare un sogno e frantumarlo. Uno dei miei.
Non è la gonna rossa, non è quell’aria da impertinente, non è questa luce che cade bene. È l’idea di te, e sei bella.
Posted by Fabio Pinna on Domenica 1 novembre 2015
Non farmi dire di più. Non mi importa se resti, dove stai ora, se parti. Ogni tuo giorno per me è un ritorno. Tre bottoni in meno, andare a sentire il cuore da vicino.
Non lo se siamo in due, in ogni caso a rompermi un sogno me la cavo benissimo da solo. E se anche sarà un salvadanaio vuoto, questo sogno, io sto meglio di Cristoforo Colombo e tu stai meglio di ieri. Non mi importa di spendere questa valuta.
E non ti accorgi dei tre bottoni chiusi nella camicetta, nell’anima, che mancano.
(…”non stiamo mica giocando con questa eternità”)