Aggrottare le sopracciglia
alla compagine gremita di insensatezze
inarcare le spalle
a un lento dimenticare da deriva
piegarsi al limite ilare adagiato
su due guance imperfette
accoccolarsi nel seno
che sa ancora di latte e dolce buona speranza
scivolare su piccole mani emozionate
fuggire l’essenziale una buona volta
sotto una coperta che circonda
far posto all’ingenuità forse
indossare l’odore di abbandono e salsedine
di una vecchia barca
che si scrosta all’incedere del vento
tenersi stretti – allietarsi – alle gioie
lasciando che tutto il resto resti
e s’annebbi.
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