Si è fatto mattino, e oggi non è una giornata in cui vorrei parlare di cose importanti. Ma queste ultime 24 ore, passate assolutamente sveglie, a pensare, hanno avuto la stessa funzione della riga che si mette sotto le addizioni per separare il risultato da tutti quei numeri che hai trovato per la strada. Guardandomi indietro, in questi ultimi 20 mesi, numeri ne ho trovati diversi. Questo blog ne è un esempio, ricco di fatti e di spunti riflessivi raccolti per strada. E li ho sommati. Con piacere, ma anche no. Perché in mezzo c’erano anche sottrazioni volute e cercate da fare.
Quello che ho afferrato è che non siamo mai arrivati, nella vita. E non si deve pensarlo mai. Che il successo non è solo dato dalla quantità di addizioni, anzi molto spesso è ininfluente, ma dalla costanza nel mantenere le situazioni stabili. Parlo di lavoro, amicizie, affetti, stile di vita, pretese, obiettivi. Tantissimi di questi ne ho perso per strada. Da un lato è vero che siamo quello che gli altri riescono a vedere, dall’altro dire questo è riduttivo, sicuramente siamo quello che abbiamo deciso di fare. Anche se nessuno ne sa niente. Se ci stiamo lavorando con costanza siamo anche quella parte nascosta. Quindi le macchine, gli orologi, gli abiti, i telefoni, la sofisticazione sono quella parte che si vede che può darci un indicazione di cosa stiamo cercando o perseguendo.
E sono le prime cose che, davanti a un problema inaspettato, non contano più niente, vanno a farsi friggere. Gli obiettivi, quei sogni sostenuti da piccoli passi giornalieri ci portano avanti. Anche davanti ai problemi, non li perdiamo. Magari si accorciano i passi, magari ci metteremo più tempo, ma ci sono sempre, e dicono chi siamo. Almeno a noi stessi. Da un esame onesto posso dire che certi obiettivi li ho persi davvero per strada del tempo fa. Ho tenuto tutto il di fuori ma ho negato, alla mia volontà, alla mia concentrazione, alle mie forze, proprio le cose che un tempo cercavo. E sapevo di aver bisogno. Sono contento di buone cose che ho fatto in questi 20 mesi. Ringrazio anche chi mi ha reso possibile ciò. Dagli errori ho acquistato un nuovo punto di vista. Io sono in un diverso punto di osservazione ora.
Ed in base a questo scelgo di lavorare per qualcosa di duraturo, in silenzio, dentro me. Attendo ancora che le idee si schiariscano del tutto e si concretizzino. Ma di certo il punto cardine sarà l’equilibrio applicato al perseguimento di obiettivi più altruistici e più importanti nella vita di un uomo. Vi siete mai chiesti: “ma io cosa voglio veramente dalla vita”? Scontato dire : essere felice, avere una famiglia, avere dei buoni amici. No: “che cosa hai intenzione di fare nella tua vita di speciale”? ”Cosa vuoi provare delle cose che ti arricchiscono”? “Cosa vuoi essere capace di condividere, infine, con gli altri”? Se parto da casa per andare a Bari non ci arrivo per caso. Ci arrivo se ho la cartina stradale.
E quel tragitto ti serve per arrivare in un determinato posto. Altrimenti farai altri tragitti. Le cartine stradali per la nostra vita non si comprano. E non possiamo prendere quelle degli altri. Dobbiamo prima decidere dove vogliamo andare, e poi trovare i modi per arrivarci. E se ci uniamo a una persona a cui vogliamo bene, dobbiamo voler arrivare insieme alla stessa destinazione, e dobbiamo condividere lo stesso identico percorso studiato insieme. Ci serve sempre e comunque la nostra mappa. E la voglia di viaggiare. Io ho voglia di farmi questo viaggio.