Sono la cosa più dura e strana contro cui potessi decidere di andare a sbattere! Così disse, senza sapere quanto dura e strana fosse lei stessa. Un caterpillar, di quelli che spaccano, travolgono e distruggono tutto ciò che si trovano davanti, per poi restare a guardare con occhi inorriditi quel cumulo di macerie.
Sempre dietro ai sogni, quei sogni che l’avevano portata lontano cercando pezzi di sé per ricostruirsi le membra lacerate. Ma non occorre andare lontano quando ti manca qualcosa, quando manchi a te stesso, perché ovunque vai ti porti dietro i tuoi pensieri, le tue parole, il tuo dolore e i tuoi sogni. Quei sogni esplosi e mai brillati, accesi di desideri senza speranze, a contemplare il blu all’orizzonte o sull’asfalto rovente, cercando negli occhi della gente che ti passa accanto e ti guarda incuriosito nello sguardo perso. Ti chiedono dove vai e non sai rispondere e ti perdi in margherite gialle di sole, e pensi, pensi….un silenzio straziante. Avrebbe voluto dirgli che gli aveva insegnato più di quanto non immaginasse. Aveva dentro milioni di emozioni, un mare in tempesta, che non sapeva gestire per quanto grandi e potenti fossero. Incapace di non sentirle dentro le ossa.
Era qualcosa di puro, immenso, indescrivibile, talmente forte da risultare ingestibile, il prolungamento del suo Io, un passo avanti al suo. Fogli di carta intrisi d’amore che scrutava con curiosità, ammirazione, la più bella e singolare collezione di pensieri. Fogli di carta che aveva stropicciato stupidamente. I sogni servono a vivere, illuminano le notti buie, come le stelle, ma tali devono restare, perché se cerchi di portare una stella verso l’alba di un nuovo giorno la vedrai inesorabilmente spegnersi.
Mery Florio