
Pubblicato da Catartica Edizioni - Maggio 2021
Pagine: 208 - Genere: Biografico, Saggio letterario
Formato disponibile: Brossura
ISBN: 9788885790612

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Il Mistero della morte di Edgar Poe padre del racconto poliziesco e maestro di storie del terrore. Lo scrittore americano morto in circostanze poco chiare fu ritrovato riverso sulla strada, i suoi lineamenti erano stravolti, indossava abiti sporchi e laceri, e si trovava in evidente stato di confusione mentale, oltre che di estrema prostrazione fisica. Lo fecero ricoverare al Washington College Hospital con il divieto di ricevere visite anche dai parenti più stretti. Morì qualche giorno dopo, il 7 ottobre del 1849, smise di lottare contro i suoi demoni e si arrese alla morte.
Inizialmente i medici parlarono di congestione cerebrale o delirium tremens, che erano modi benevoli per dire che la morte era da attribuirsi ad un abuso di alcol e droghe. Nessun esame venne fatto sul suo corpo, nessuna autopsia. Venne seppellito in tutta fretta e la sua cartella clinica venne fatta sparire. Come è morto Edgar Poe? E perché dopo la sua morte venne scritto un necrologio diffamatorio? Perché qualcuno ha creato una falsa biografia per consegnare a tutto il mondo un personaggio così cupo e perverso? Fabrizio Raccis attraverso il suo saggio prova a svelarci questo grande enigma!

Fabrizio Raccis instancabile poeta e scrittore cagliaritano trapiantato a Monserrato (Ca) ha scritto un interessantissimo libro dal titolo Edgar Allan Poe. Il mistero della morte edito per i tipi di Catartica Edizioni. Avevo avuto modo di recensire in passato le sue poesie d’amore, struggenti e visionarie proprio in pieno stile ottocento che si avvicinano per temi e voce proprio a scrittori come Poe, Baudelaire o Rimbaud. Attraverso questa sua nuova opera entra nella sfera dei traduttori italiani perché oltre al saggio sulla morte di Edgar Poe all’interno del libro troverete il necrologio diffamatorio, due racconti lasciati incompiuti Il faro e Il diario di Julius Rodman, e alcune poesie tra le “meno citate” tradotte dall’autore.
Quello che ha catturato tutta la mia attenzione di questo libro corposo e ben strutturato è il saggio, un’indagine accurata che snocciola tutte le possibili teorie sulla sua morte di Edgar Allan Poe, dal cooping pratica in uso nel XIX secolo che consisteva nel cercare persone isolate, preferibilmente forestieri o contadini e, letteralmente, “metterle in gabbia”. Vere e proprie bande formate da agenti elettorali battevano le strade del centro e quelle intorno al porto, in cerca dei malcapitati. Una volta individuate le prede, le drogavano con una miscela di whisky e narcotici. Fino al tentato suicidio del 1848, a causa di tutte le tristi vicende sentimentali che gli erano accadute come la morte della madre, del suo primo amore adolescenziale, della matrigna e della sua prima moglie Virginia, pare Poe ebbe un crollo psicologico ed emotivo piuttosto importante. Un’ulteriore delusione fu causata dal rifiuto ricevuto alla sua proposta di matrimonio da parte della poetessa Sarah Helen Whitman. Lo scrittore tentò di suicidarsi ingerendo sessanta grammi di laudano ma venne poi soccorso da un amico; non è finita ci sono davvero tante teorie, come quella del pestaggio, secondo il biografo Oakes Smith, lo scrittore sarebbe morto a seguito delle percosse ricevute da alcuni furfanti assoldati da una donna che affermava di essere stata molestata.
Le teorie esaminate dall’autore sono davvero tante, come quella della rabbia, che Poe avrebbe contratto a causa di un animale domestico, o ancora la teoria del complotto che sembra quella più credibile vista l’attenta deduzione di Raccis.
“Un uomo dal volto stremato e i vestiti stracciati viene visto girovagare più volte nei pressi del Ryan’s saloon in Lombard Street, mentre arranca passo dopo passo, sorretto da un bastone da passeggio. L’uomo sembra confuso, farfuglia delle parole sconnesse, si osserva le mani, i vestiti, sembra quasi non riconoscersi. Comincia a sbraitare, gesticola in maniera rabbiosa come se gli avessero portato via qualcosa, la gente lo scansa come fosse un appestato; alcuni ragazzini gli passano davanti e cominciano a deriderlo strattonandolo e gridandogli: «Sei solo un ubriacone!». Lui prova ad inseguirli ma non sta bene, in preda ai capogiri prova a reggersi sul suo bastone ma è troppo debole; perde l’equilibrio e cade rovinosamente sul marciapiede. Chiede aiuto con la sua voce roca, con l’ultimo fiato che gli resta in gola, nessuno si volta. È praticamente invisibile, sdraiato sul ciglio della strada come un animale randagio condannato a morte certa.”
La ricostruzione degli ultimi istanti di vita dello scrittore americano è davvero struggente, Fabrizio Raccis descrive in maniera nitida e credibile una situazione che si è svolta quasi 180 anni fa, è stupefacente, sembra di essere presenti quel fatidico giorno che la morte si è trascinata via per sempre uno degli scrittori più influenti del mondo a soli 40 anni.
Padre del racconto poliziesco e maestro di storie del terrore, lo scrittore americano morì in circostanze poco chiare. Come scrive l’autore, fu ritrovato riverso sulla strada, i suoi lineamenti erano stravolti, indossava abiti sporchi e laceri, e si trovava in evidente stato di confusione mentale, oltre che di estrema prostrazione fisica. Lo fecero ricoverare al Washington College Hospital con il divieto di ricevere visite anche dai parenti più stretti. Il 7 ottobre del 1849, smise di lottare contro i suoi demoni e si arrese alla morte. Inizialmente i medici parlarono di congestione cerebrale o delirium tremens, che erano modi benevoli per dire che la morte era da attribuirsi ad un abuso di alcol e droghe. Eppure nessun esame venne fatto sul suo corpo, nessuna autopsia. Venne seppellito in tutta fretta e la sua cartella clinica venne fatta sparire. Raccis ci trascina in questo mistero e cerca di sbrogliare uno per uno tutti gli enigmi di questa storia, non potete aspettarvi di meglio da un saggio-indagine che scava dentro un delitto irrisolto!
Approfondimento
Fabrizio Raccis attraverso la sua ricerca ha lasciato un contributo importantissimo nell’opera dello scrittore americano, prima di lui nessuno era riuscito a compiere un lavoro così minuzioso recuperando tutte le informazioni attendibili su questo mistero. L’ha fatto attraverso l’aiuto e il supporto dell’università di Boston, e con lo scambio culturale di alcuni studenti del posto. È davvero bello leggere il frutto della fatica di questo autore che a quanto pare ha dovuto attendere quasi 7 anni prima della pubblicazione del suo libro.
Il libro tende a smascherare anche alcune calunnie che sarebbero state inserite nella sua biografia tramandate dal suo necrologio diffamatorio scritto dietro uno pseudonimo dal suo arcinemico Rufus Griswold.
Raccis afferma che Edgar Allan Poe non è quello scrittore perverso e “maledetto” che tutti noi abbiamo conosciuto attraverso centinaia di articoli e libri che hanno fatto di lui un autore leggendario. Questo libro rappresenta un vero e proprio cimelio per gli amanti del grande scrittore americano, e merita a tutti gli effetti un posto sulla nostra libreria del mistero!
Claudia Lamantica