
Autore: Maria Toorpakai
Pubblicato da Rizzoli - Maggio 2016
Pagine: 375 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Copertina Rigida

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La storia vera di Maria Gulgatai Toorpakai, una ragazzina forte, determinata e ribelle nata nel Waziristan, al confine tra Pakistan e Afghanistan nel periodo in cui si afferma l'integralismo talebano. Con il coraggio tipico della tribù alla quale appartiene Maria si oppone con fierezza ad ogni forma di repressione dell'intima natura di ciascun essere umano, difendendo con l'ostinazione di una guerriera il suo diritto alla libertà.

A soli quattro anni Maria sa già esattamente cosa vuole: desidera essere libera di scorrazzare per i vicoli del paese sulla sua bici sgangherata, desidera arrampicarsi sui tetti e sugli alberi, giocare per strada, correre, far volare gli aquiloni e sdraiarsi nell’erba per guardare nuvole e stelle. Ma non può. Maria è femmina ed è nata femmina in Pakistan, un paese in cui le donne non possono uscire di casa se non accompagnate da un uomo, un paese in cui indossano un velo che le cela allo sguardo e al mondo, un paese in cui la massima aspirazione per una donna è passare dall’obbedienza al padre a quella del marito.
Maria non accetterà mai questo modo di vivere, così nella sua mente si delinea un piano ben preciso: una metamorfosi! Intorno ai cinque anni di età si taglia i lunghi capelli, raccoglie tutti i suoi abiti con nastri e veli annessi e accende un grande falò nel cortile di casa. Da quel giorno in avanti indosserà gli abiti smessi del fratello maggiore e diventerà Gengis Khan, un ragazzino vivacissimo e curioso che trascorre le sue giornate insieme e come gli altri ragazzini della sua età. Da maschio Maria allena instancabilmente il suo corpo per farlo diventare forte, capace di difendersi e di non avere paura; ad otto anni ha il fisico più muscoloso di un adolescente maschio e ha battuto lottando tutti i capi delle bande di ragazzini che tentavano di rubarle la sua amata bici Sohrab.
I genitori di Maria, entrambi insegnanti, persone colte, religiose e aperte al mondo sostengono la loro figlia “diversa” in tutto e per tutto; essi stessi si sacrificano e rischiano quotidianamente per continuare a insegnare nei villaggi più sperduti, anche quando verranno minacciati apertamente dai Talebani; lo stesso faranno il suo granitico fratello Taimur, fedele compagno che vigila su di lei come un angelo custode, e la saggia e studiosa sorella Ayesha.
Con il loro esempio i genitori insegneranno ai cinque figli che la libertà di ogni essere umano è sacra e che si deve lottare fino alla morte per preservarla.
Il cammino di Maria verso la sua libertà sarà lungo, faticoso, a volte quasi fatale, ma lei non si arrenderà mai, perché non vuole, non può e non sa farlo.
La sua inquietudine e il suo rifiuto di accettare lo stile di vita che la Jihad imponeva alle donne del suo paese trovano sfogo prima in un tentativo di eccellere in uno sport competitivo come il sollevamento pesi, poi nello squash, lo sport nazionale del Pakistan; la prima volta che Maria impugnerà la racchetta capirà che quello è il suo destino e nonostante le difficoltà enormi che incontrerà, i pericoli, le minacce, una lunga malattia e una crisi profonda, sarà lo squash a salvarla e a regalarle l’unica cosa che davvero conta per lei: la libertà.
Approfondimento
La figlia diversa è una lezione di coraggio, un esempio di famiglia vera, uno sguardo di ampissimo respiro su un mondo e una cultura tanto lontani da noi, ma è insieme un monito, un dito puntato, un racconto semplice e reale di come si vive quotidianamente, ancora oggi, nell’altra parte del mondo.
Sebbene la protagonista sia Maria, la forza di questa storia è tutt’uno con la sua famiglia; come colonne che reggono un edificio, ogni suo membro contribuisce come sa e come può a sostenere e a guidare i passi di questa piccola guerriera che conquisterà il mondo diventando nel 2012 la giocatrice femminile numero uno del Pakistan ed è oggi tra le 56 giocatrici più forti al mondo.
Per i primi sedici anni della sua vita Maria ha vestito i panni di un ragazzo pur di fare ciò a cui si sentiva chiamata: non solo giocare a squash, ma vivere libera in un mondo in cui il suo destino era segnato
Lì, in casa, il mio destino mi si squadrò davanti con chiarezza spaventosa: imbalsamata a vita dentro qualche abitino, condannata ad andare a scuola o a restare chiusa in casa. In quell’istante il mio cuore si fece di pietra…
Lo stile narrativo di La figlia diversa è ovviamente autobiografico e scorre a volte con dolcezza ed altre con impeto, rabbia, tristezza. Ma è sempre chiaro e veloce quasi come un vero diario. La sensazione immediata è una imprescindibile partecipazione emotiva, l’attenzione e la curiosità restano costanti.
Dovremmo leggerlo? Si, ritengo di sì e mi vengono in mente le parole di Primo Levi: voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case... Perché è tanto difficile per noi immaginare un mondo così diverso, perché noi, figli liberi dell’Occidente, possiamo svegliarci la mattina e decidere di fare quel che più ci piace, possiamo scegliere e dimentichiamo spesso i privilegi di cui godiamo.
Maria Toorpokai ha creato il Fondo Maria Toorpokai per aiutare le persone a ribellarsi contro qualsiasi forma di repressione.
Maggie