
Autore: Edoardo Albinati
Pubblicato da Rizzoli - Marzo 2016
Pagine: 1294 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scala italiani

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Roma anni ‘70 Quartiere Trieste (QT), la scuola cattolica (LSC) San Leone Magno (SLM), il delitto del Circeo (DDC). Questi sono le abbreviazioni e gli elementi essenziali spazio-temporali dai quali si parte per poi ripercorrere quarant’anni di storia italiana che si dipana intorno, ma neanche tanto, al tristemente famoso delitto del Circeo i cui protagonisti provenivano dalla stessa scuola dell’autore. Un libro necessario, sull’educazione scolastica, sulla borghesia, sulla società italiana e sul mondo maschile e in fin dei conti sulla vita che ci fa capire profondamente cosa rende un ragazzo un uomo e i vari percorsi possibili che ne risultano.

Questa storia mi diverte e mi fa soffrire a raccontarla. Vorrei farle raggiungere un equilibrio per non provare più nulla, e far provare a chi legge solo la sensazione del suo svolgersi, come un tessuto che cadendo a terra fruscia nelle mani di chi, al buio, cerca di afferrarlo: ma so che non ci riuscirò. Il suo andamento corrisponde a una verità dei fatti che non posso modificare anche se è assurda.
Indiscutibilmente la prima cosa che salta all’occhio è la dimensione del libro, alquanto voluminoso. D’altronde se pubblichi uno tra i romanzi più lunghi mai pubblicati in Italia, con le sue (quasi) 1300 pagine, sai che andare incontro al successo del grande pubblico potrebbe essere più complicato del solito. Poi succede che il libro diventa vincitore del premio Strega 2016, ed ecco probabilmente qualche scalatore in più proverà ad affrontare questa montagna di pagine per avere la sua giusta ricompensa.
La storia centrale, intorno alla quale si dipana La scuola cattolica (ma che in realtà solo viene sfiorata a tratti), è quella famosa del delitto del Circeo. In quel delitto si scoprì in seguito la partecipazione di tre ex alunni della scuola cattolica San Leone Magno. Albinati prende spunto da questo fatto di sangue, e a ritroso riavvolge il nastro della sua memoria per raccontare cosa fosse l’educazione impartita agli scolari di una scuola cattolica, come fosse l’adolescenza e la vita per un ragazzino in quegli anni.
Non solo educazione quindi ma anche sessualità e omosessualità, significato di essere maschio, famiglia, sociologia con profonde analisi sulla borghesia di quegli anni e analisi sulla religione e ancora riflessioni, pensieri e approfondimenti su molteplici temi caldi in quell’epoca e in realtà anche ai giorni nostri; il tutto visto attraverso un microscopio, come un vero scienziato dei costumi dell’epoca. Per questo motivo lo si ritiene un libro necessario, un libro che ha richiesto dieci anni di scrittura e a causa del quale Albinati ha dovuto fare i conti con la sua vita, andando a scavare profondamente nella sua coscienza, riportandola a galla, denudandosi e mostrandosi senza difese al pubblico e soprattutto a se stesso.
Quindi in questo libro la storia principale quasi non si vede: le è cresciuta intorno la foresta dei dove, dei quando, dei come se, degli intanto, e i suoi protagonisti sono diventati non più i ragazzi al centro della triste vicenda, ma molti altri ragazzi non meno.
Albinati, quasi come se mostrasse una sorta di pietà per chi sta leggendo, permette al lettore di saltare alcuni capitoli di approfondimento, dove un particolare tema viene sviscerato e analizzato, così da poter mantenere il filo della storia principale. Questo stratagemma, che fa si che sia possibile la definizione di romanzo, mi ha motivato, dandomi la forza di continuare la lettura fino alla fine; devo ammettere che a volte la scrittura, per quanto stilisticamente bella e ricca, diventa pedante e troppo ricca di ragionamenti e digressioni.
Una lettura che richiede uno sforzo, probabilmente indirizzata maggiormente a un target di over cinquantenni, i quali troveranno più semplice immedesimarsi nei personaggi e nelle situazioni descritte; per tutti gli altri sarà un tuffo nella storia recente italiana che arricchirà i lettori abbastanza motivati da portarlo a termine.
Approfondimento
Considero La scuola cattolica un libro difficile ma necessario, con innumerevoli spunti sulla vita di tutti i giorni; nonostante questo ho spesso rimpianto la scelta di leggerlo in quanto lento in alcune parti, prolisso all’inverosimile in altre e davvero troppo troppo lungo.
Di contro ho apprezzato moltissimo l’autore quanto descrive il sistema scolastico, l’educazione e la borghesia con le lotte di classe di quei famosi anni e soprattutto quando descrive l’essere maschio, il nascere, crescere, confrontarsi tra maschi e l’apparire maschi non per niente una delle frasi chiave del libro è: Nascere maschi è una malattia incurabile.
Quindi, in conclusione, ci si potrebbe chiedere: perché leggerlo? Semplicemente per essere meno ignoranti sul perché gli italiani sono così, sul perché i maschi sono e diventano maschi (e credetemi, lo spiega molto bene), sul perché certi meccanismi sociali funzionano in una maniera piuttosto che in un’altra e più in definitiva perché è un libro scritto bene: è un libro che parla della vita.
Non abbiate timore della lunghezza, saltate le parti che non vi interessano, Edoardo Albinati non se ne avrà a male, ma non perdete l’occasione di conoscenza ed esplorazione sociale che questo libro offre: L’intelligenza in sé è sovversiva.
Massimiliano Zurlo