Autore: Mitch Albom
Pubblicato da Rizzoli - Marzo 2015
Pagine: 365 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Rizzoli narrativa
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Quale è il sogno più ardito di chiunque abbia perso una persona cara: poter parlare una volta ancora all’amato, poter chiedere: come è di là, come si sta ? Nella piccola Coldwater, il miracolo si compie: il Paradiso parla, via telefono.
Poche parole dal Paradiso avevano reso irrilevanti tutte le parole della terra” “Meglio di come noi lo abbiamo sognato.
Nella cittadina statunitense di Coldwater, sul lago Michigan, la quotidianità di persone normali, immerse nelle loro routine dopo che hanno perso i loro amati, viene sconquassata all’improvviso, un venerdì, da inaspettate chiamate telefoniche. Una serie di telefonate che hanno inizio da settembre e durano fino a Natale, ogni venerdì, ma non sono telefonate normali, bensì telefonate di alcune anime del paradiso verso i propri amati viventi.
Ruth, la madre di Tess, Robbie, il figlio di Jack, Diane, la sorella di Kathrine, e Giselle, la moglie Sully, sono tutti accumunati da un fato funesto, sono tutti passati a miglior vita, ma tutti effettuano chiamate, il venerdì, verso i telefonini dei loro cari. La voce di ognuno di loro è inconfondibile, la loro identità è certa.
Si deve credere con assoluta certezza, grazie alla fede, alla vita dopo la morte? Se ne deve dubitare, in nome della ragione, in assenza di prove certe? Si può essere in grado di diffondere il messaggio divino a tutti ovvero che la morte non sia la fine ma l’inizio di qualcosa di meglio? Ecco le domande che vengono esplorate nel corso della narrazione, con estrema fluidità e pathos, senza pesantezza filosofica.
Il vedovo-padre Sully Harding, pilota di marina, la cui moglie morì in un incidente stradale, mentre lui, nello stesso instante, precipitava con il suo aereo, ma salvandosi, riceve la telefonata ogni venerdì, da Giselle, ma non crede al miracolo, e inizia la ricerca della verità. Tanti indizi non quadrano: le telefonate avvengono solo di venerdì, tutti quelli che le ricevono hanno lo stesso piano telefonico, e più Sully scava a fondo nella vicenda più il mistero s’infittisce.
Nell’era dei media, questo scoop non passa certo inascoltato: la cittadina di Coldwater, sprofondata nel suo letargo autunnale, si trasforma all’improvviso in un hot spot mediatico, che rende pubblico il dibattito e la divisione tra chi crede e chi no.
È davvero un miracolo o è una burla colossale?
In Una telefonata dal paradiso vi sono tanti personaggi, ma nessun vero protagonista: tutto è visto dall’alto, quasi con distacco, senza approfondire la sfera emotiva dei singoli interpreti. Sono piuttosto i temi come Fede, Paradiso, Perdono i veri driver del romanzo, ma sono parimenti appassionanti.
Approfondimento
Il telefono, lo strumento simbolo della società odierna, vede la sua nascita a metà dell’800 per opera del genio italiano Antonio Meucci, ma avendo potuto pagare il brevetto solo fino al 1873, per tale invenzione fu accreditato Alexander Graham Bell, che nel consegnare il brevetto precedette di 2 ore il connazionale Elisha Gray.
Questo dispositivo permette alla nostra voce, di scomporsi in vibrazioni acustiche che viaggiano nell’etere e colpiscono, ricomponendosi come suono, le nostre orecchie, a volte sorde, a volte distratte, a volte dritte e pronte. Vibrazioni che portano gli occhi di chi ascolta e di chi parla a desiderare di vedersi ancora una volta.
Tutti i protagonisti di Una telefonata dal paradiso hanno nel loro telefono, il loro stargate, lo strumento con cui interfacciarsi con l’aldilà, un varco temporaneo si è apparentemente aperto permettendo agli abitanti di questa cittadina, colloqui senza medium, colloqui diretti, brevi ma intensi con il proprio caro defunto. Tra i protagonisti vi è anche Alexander Graham Bell: infatti, all’interno del romanzo vengono raccontanti parecchi aneddoti relativi alla sua vita e alla sua scoperta.
In un momento storico delicato come quello attuale, dove il nichilismo occidentale mostra tutta la sua debolezza e fragilità, interrogarsi nuovamente su questi valori atavici e identitari lo trovo particolarmente utile e salutare. Farlo poi attraverso una narrazione scorrevole e semplice come questa è ancora più propedeutico.
Valentina Montanari