
Autore: Andrea Camilleri
Pubblicato da Rizzoli - Settembre 2017
Pagine: 242 - Genere: Autobiografico, Racconti
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Rizzoli narrativa

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Le memorie di un grande scrittore come Camilleri, un uomo pieno di trascorsi e avventure che sulla soglia dei novant’anni, oramai non vedente, decide di dettare i suoi ricordi più vividi, affidandosi a mani altrui per ideare una sorta di autobiografia romanzata dai toni alti, forti e sempre con un fondo di ironia, così come nel suo stile.

Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo molto e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre.
Esercizi di memoria nasce dapprima come, appunto, un semplice esercizio di memoria, un allenamento costante che Camilleri decide di portare avanti nell’estate del 2016, durante le sue vacanze sul Monte Amiata. Isabella Dessalvi è colei che diventa il braccio destro dello scrittore e per 23 giorni ascolta e trascrive 23 storie, tutte basate sulla vita dello stesso, partendo dalla sua infanzia passando per la gioventù, fino agli avvenimenti più recenti. I riferimenti dei racconti, sono principalmente la famiglia, il periodo storico e gli incontri più importanti che influenzeranno sia la vita personale che lavorativa.
Si possono incontrare personaggi assai conosciuti, altri totalmente estranei alle nostre memorie ai quali Camilleri ha voluto dedicare alcune narrazioni, esempi tra tanti è la storia di Angelo Serbati, definito da lui uno dei fondatori del surrealismo moderno. Le conoscenze più significative come quelle con Eduardo De Filippo e Michelangelo Antonioni, non sempre rapporti illibati da screzi ma che hanno sicuramente intaccato e non poco la vita lavorativa del regista-scrittore che oggi conosciamo. Ma la vita non è fatta di sole rose e fiori, infatti non mancano incontri poco raccomandabili come quello con la Banda Giuliano o addirittura accuse di reato da parte della Commissione Censure del Ministero dello Spettacolo. Le storie hanno quasi sempre come fondo il periodo storico, raccontando così non solo la propria vita personale ma anche l’andamento del nostro paese dell’epoca, dalla guerra al fascismo fino ai primi approvvigionamenti di acqua ed elettricità nelle case Italiane. In questo libro Camilleri combatte la cecità con la memoria, non solo attraverso lo scandito delle parole, ma anche attraverso alcuni disegni, elaborati da sei illustri disegnatori italiani; Gipi, Alessandro Gottardo, Lorenzo Mattotti, Guido Scarabottolo e Olimpia Zagnoli, mentre la copertina è stata disegnata dal bravo Tullio Pericoli.
Perché io ho sempre amato l’arte, perché io quando non ne posso più del buio nel quale sono costretto, mi ristoro nel ricordarmi pennellata dopo pennellata l’immagine dei quadri che ho più amato e così nella mia mente tornano i colori.
Sicuramente un libro autobiografico che insegna a conoscere come Andrea Camilleri sia diventato la persona che è oggi, da apprezzare come sia riuscito ad esternare da alcune vicende più serie e tristi, una certa comicità, così da far capire i concetti ma senza amareggiare il lettore, con la speranza a fine capitolo di lasciare un sorriso sul volto di chi legge.
Approfondimento
I racconti contenuti in Esercizi di memoria sono scritti in prima persona e si denota una narrazione molto fluida, scorrevole e leggera per ogni tipo di lettore, non si ha un vero e proprio ordine cronologico tra un capitolo e l’altro ma questo aiuta ad alternare le vicende storico – personali, mantenendo alta e stimolata l’attenzione. Interessanti sono i molteplici personaggi che vengono presentati, persone dello spettacolo che impariamo a conoscere in una sfera privata e vengono svelati anche lavori segreti purtroppo mai realizzati.
Si apprezza l’esempio lanciato di Camilleri di voler continuare a produrre nonostante la sua età e il bisogno di un aiuto esterno per continuare nella sua arte, qui in particolar modo non può fare altro che abbandonare la penna e appellarsi solo alla sua memoria, ricordare momenti di vita e mantenere sveglio il cervello, lasciando così una traccia della sua vita ma anche il lungo percorso di un grande scrittore.
Ivan Fusaro
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