Autore: Sara Loffredi
Pubblicato da Rizzoli - Gennaio 2014
Pagine: 305 - Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Rizzoli best
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Orfanotrofio di Reggio Calabria, 1904. Caterina vola leggera tra le note di un pianoforte. Le sue piccole mani pizzicano i tasti come un vento leggero tra le foglie degli alberi. Ma non sa che le sue dita, così sottili e delicate, accarezzeranno al¬tre note: quelle dei suoi amanti.
La prima notte che cambiò la mia vita aveva l’odore della polvere. La seconda quello del sudore di un uomo.
Caterina, è una dodicenne cresciuta in un orfanotrofio di Reggio Calabria; sorretta dalle attenzioni amorevoli di suor Antonia, dall’amicizia indissolubile e morbosa di Giovanna e Cristina e dalla fede. Caterina, però, vive soprattutto per il pianoforte, suo amore viscerale. Ma dopo il terremoto del 1908, la sua vita cambia radicalmente. Traghettata a Napoli e curata in ospedale insieme con altre decine di feriti, decide di scappare insieme a un’anziana prostituta appena dimessa, e di vivere insieme a lei, suo unico appiglio affettivo.
Ormai in balia del mondo vizioso dei bordelli di periferia, Caterina, detta Mimi, donna bella e affascinante, con il passare del tempo, scopre come nel mondo, l’invidia e la lussuria siano così prepotentemente concrete, presenti e marce all’interno della società. Impara come ogni voluttà dell’uomo sia facilmente assecondabile sotto il suo controllo divenuto esperto e attento. Sa però che la sua vita gli ha offerto ben altro che un bordello di periferia e, grazie alla sua determinazione, riesce a farsi accettare nella Maison più elegante della città. Tra clienti, lezioni e nuove amicizie, in questo luogo incontrerà chi cambierà e stravolgerà il suo futuro ancora una volta.
Mi prendo un altro nome questa notte. Il nome di una nota sibemolle.
La felicità sta in un altro posto, segue passo passo la crescita emotiva e fisica di Caterina, facendoci sentire accompagnatori e nello stesso tempo pubblico nascosto della sua vita che arriva al lettore così reale e amara. Una vita che, a causa di un destino beffardo, segue le traiettorie più disparate, come proiettili sparati all’impazzata.
Caterina diventa così la fisicità del tempo, del destino e della voglia di emergere e di non lasciarsi schiacciare; capacità e desideri nascosti che sono dentro ognuno di noi, e che spesso non riusciamo a gestire, diventando così paure e sconforto. Chi non si è mai ritrovato nudo davanti ai propri limiti? E non ha mai affrontato parti di sé che non conosce? Caterina ha saputo guardare oltre ogni singolo ostacolo, arrampicandosi e tenendosi salda ai propri sogni senza mai abbassare la testa.
Approfondimento
La felicità sta in un altro posto, primo romanzo della scrittrice Laura Leoffredi, ha il sapore antico e lussuoso della Napoli di inizio Novecento. Ma sa anche di puzzo di strade e povertà, di cibo e di peccato; a cavalcioni di un crinale tra preghiera e depravazione.
La felicità sta in un altro posto tocca con molta delicatezza e rapidità la scia dei romanzi erotici, rimanendo però pudico e gradevole. La storia ha, grazie anche a un linguaggio semplice, bagnato qua e là da piccoli tocchi dialettali, una concretezza di azione e di sentimento, che però, spesso si disperde in accozzaglie di aggettivi e descrizioni pompose e dispersive. Ogni situazione è ben concatenata, e il messaggio della scrittrice arriva forte e chiaro. Arrendersi anche quando tutto va storto non deve essere una scusa per appoggiarsi su dei cuscini di seta, ma anzi, deve spronarci a inseguire i nostri desideri, a costo di abbracciare momenti bui per poi veder brillare come mai prima d’ora la nostra luce interiore. La nostra felicità.
In bilico tra il sacro e il profano. Perché siamo tutti un po’ peccatori e un po’ santi.
Denise Dina
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