Autore: Gay Talese
Pubblicato da Rizzoli - Gennaio 2017
Pagine: 204 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scala stranieri
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Acquistare un Motel per soddisfare le proprie esigente voyeuristiche è proprio ciò che decide di fare Gerald Foss. Raccontare vizi, passioni e abitudini degli ignari frequentatori del Motel Manor House diventa invece l'occasione per contribuire all'aumento di consapevolezza della comunità umana in materia di sesso.
Avrò a disposizione il miglio laboratorio del mondo per l’osservazione delle persone nel loro stato naturale, e quindi comincerò a stabilire da me cosa accade esattamente dietro le porte chiuse di una camera da letto, a livello procedurale e comportamentale.
Era il 1980 e il giornalista Gay Talese si trovava in procinto di pubblicare il suo bestseller dal titolo La donna d’altri, quando le poste gli fanno recapitare una lettera anonima in cui il misterioso autore confessa di essere in possesso di importanti informazioni in materia di sesso che potrebbero rivelarsi utili a Talese e all’intera comunità scientifica. La proposta è quella di incontrarsi a Denver, Colorado, cittadina in cui vive e lavora il misterioso voyeur.
A seguito dell’incontro tra i due, Gerald Foss, che scopriamo essere l’astuto voyeur, e Talese danno inizio a una fitta e duratura corrispondenza per mezzo della quale Gerald fornisce al giornalista pagine del proprio registro su cui per anni annotò abitudini, passioni e vizi degli ospiti del Motel Manor House fornendo sia al lettore che al giornalista-narratore un interessante spaccato della sessualità americana tra gli anni Settanta e Novanta profondamente condizionata dalle mutilazioni causate dalla devastante Guerra del Vietnam e dalle perversioni derivanti dalla Rivoluzione sessuale vigente in quegli anni.
Reale, tragico e spiritoso Motel Voyeur riporta fedelmente i risultati di scrupolose e attente osservazioni compiute dal voyeur che descrive esilaranti rapporti omosessuali, eterosessuali, di gruppo o singoli in cui tutti noi possiamo riconoscerci.
“Il mio voyeurismo ha contribuito immensamente a fare di me un nichilista. […] Molti nuovi approcci alla vita sarebbero implementati immediatamente se la nostra società potesse essere voyeur per un giorno” e, si badi bene, che non si sta parlando di una fredda e meccanica osservazione bensì di una vera e propria analisi della società umana!
Approfondimento
Molti in realtà sono gli spunti interessanti forniti da Foss e riportati da Talese in Motel Voyeur sia in materia di sesso che di opere d’ingegneria sempre pensate – ed è proprio in questo aspetto che più deve colpire il lettore – nel massimo rispetto della dimensione privata del soggetto spiato.
Così Talese da prova del genio pionieristico di Foss in materia di voyeurismo:
Mi raccontò che ci vollero diversi mesi perché i condotti d’osservazione del motel fossero “perfettamente a prova di bomba”. Usò la stanza n.6 come laboratorio e sua moglie Donna come assistente. […] “Devo sviluppare un metodo che non possa mai avere come conseguenza che uno degli ospiti se ne accorga” scrisse. “Un ospite, uomo o donna che sia, ha diritto alla propria privacy e non deve sapere in nessun modo che è stata violata.” Per i suoi piaceri voyeuristici pensò quindi di installare delle griglie di ventilazione, ma doveva prima di tutto contattare un fabbro per costruire un modello di quanto aveva in mente […] e riprodurne altre undici in maniera autonoma.
[…]
Scrutando nel condotto della piattaforma d’osservazione riuscivo a vedere l’intera stanza […] La vista era eccellente, più di quanto mi aspettavo. Dall’interno della stanza, la griglia 15×35 cm era dipinta dello stesso colore delle pareti. Gli ospiti probabilmente lo riterranno un condotto per il riscaldamento o un eiettore per l’aria viziata. Nel contesto creato per il suo inserimento appare perfettamente naturale.
Una questione, a mio giudizio, rimane sospesa: che cosa avviene, dal punto di vista della morale, all’interno dell’animo di un soggetto che si trova ad assistere, un po’ per sua volontà e un po’ per caso, a situazioni estreme come omicidi o incesti?
Svelarsi denunciando simili atrocità oppure ridurre a un mero fatto anche l’azione più atroce?
Gerald Foss sembra aver preso posizione in merito in una continua lotta contro la propria coscienza.
Noemi Veneziani
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