Autore: Andrea Tarabbia
Pubblicato da Bollati Boringhieri - Febbraio 2019
Pagine: 384 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Varianti
ISBN: 9788833931326
📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
Nel romanzo di Andrea Tarabbia, il compositore Stravinsky è il primo protagonista. È il 1960 e Stravinsky invia al professore di storia e musicologia Watkins la traduzione di un diario del servitore di Carlo Gesualdo, principe di Venosa del 1600, per chiederne un parere circa l’autenticità. Il servo fedele Gioachino e il principe diventano quindi gli altri protagonisti di questo romanzo che unisce fatti storici realmente accaduti a leggende e racconti tramandati nel corso dei secoli.
Stravinsky, spedendo la traduzione del diario acquistato in una libreria di Napoli allega una lettera in cui parla della sua intenzione di comporre un Monumentum ispirato ai madrigali del grande Gesualdo da Venosa, compositore vissuto a cavallo tra il 1500 e il 1600
Farò dei madrigali senza voce… tre madrigali di Gesualdo suonati e danzati, è questo ciò che ho in mente. Dopotutto, fare musica vuol dire spesso riscrivere, rimescolare, immaginare di nuovo.
Per lui diventa quindi fondamentale capire quanto ci sia di vero nel diario di Gioachino e quanto possa trarre ispirazione dalla sua storia.
Il tempo presente del fedele servitore è il 1613, anno in cui il principe si sta spegnendo. Gioachino decide di ripercorrere la vita del suo signore e di raccontarne gli episodi più importanti. Da quando, destinato inizialmente al sacerdozio, viene riportato a casa dopo la morte del fratello maggiore per governare le sue terre al posto suo; dal matrimonio con la cugina Maria D’Avalos, alla nascita di suo figlio Emanuele.
Fatto emblematico della sua vita è quello dell’omicidio della moglie commesso per vendicare il suo tradimento con Fabrizio Carafa. Vendetta da consumare quasi per costrizione per salvare l’onore.
Voglio che tu sappia che io la uccido come marito e come futuro principe di Venosa ma, come uomo, la perdono, la accolgo di nuovo nel mio letto e nella mia casa, e la amo.
Così Carlo da grande maestro che è, sensibile e molto talentuoso, si trasforma in uno stratega in grado di organizzare una trappola per cogliere i due amanti in flagrante e portare a termine la sua vendetta, “come può, egli, aver scritto una musica tanto bella e aver compiuto un gesto tanto orribile?”
Gioachino parla anche di Ignazio, una sorta di Minotauro nascosto nelle segrete del castello di Gesualdo, a cui porta cibo e acqua tutti i giorni; un essere umano costretto a una catena che per questo non è cresciuto fisicamente in maniera normale e si è trasformato in una specie di mostro, incapace di camminare e di comunicare.
La vita di Carlo viene raccontata fino alla fine, quando il Principe rimane solo con le sue composizioni, i suoi tormenti e sensi di colpa, si rifiuta di mangiare e decide di lasciarsi andare “
Tutto ciò che io ha avuto intorno è morto…mi hanno visitato streghe, e demoni, e chimisti, e sacerdoti….io avrei voluto soltanto poter cacciare e comporre. Perché non mi è stato concesso, e la mia vita è stata un attraversamento di lutti e maledizioni?
Ultima protagonista è sicuramente la musica, che ha ispirato la vita di tutti, di Carlo:
Io penso che musica sia sposa delle parole, e che ogni parola sia una scatola dove tutto il dolore, e la gioia, e la vita sono contenuti. Con i suoni noi possiamo fare esplodere questa scatola…questo fa la musica: fa esplodere i suoni.
Di Gioachino:
La vostra musica (di Carlo) tra qualche anno, sarà ricordata come il primo seme di una nuova rinascenza.
E, ovviamente di Stravinsky:
A me, naturalmente, è la musica ciò che interessa davvero: se quest’uomo (Carlo), come dice la voce popolare, fu Lucifero, fu un Lucifero portatore di bellezza, qualcuno che la sua musica l’aveva sottratta al Paradiso.
Stravinsky nella lettera a Watkins pone molti dubbi circa la veridicità del diario; inserisce continue note e commenti domandandosi se Gioachino sia effettivamente esistito e se la sua cronaca non sia in realtà un’autobiografia che il Principe di Venosa ha voluto lasciare ai posteri; stessa cosa per la figura quasi mitologica di Ignazio, che potrebbe essere solo una metafora della personalità nascosta di Carlo che, dopo l’omicidio dell’amata moglie, non è stato più lo stesso.
Approfondimento
I vari protagonisti sono presentati in una sorta di climax al contrario. La figura di Stravinsky, compositore realizzato sia a livello lavorativo che familiare, si contrappone a quella di Carlo, personaggio tormentato che con la musica cerca di trovare invano una consolazione; Carlo, principe potente la cui vita è circondata dal lusso e dallo sfarzo, a sua volta si contrappone sia a Gioachino, servo gobbo, piccolo che vive nell’ombra, che a Ignazio che, oltre a vivere nascosto come Gioachino, è incatenato in una prigione impossibilitato a muoversi.
L’autore riesce a destreggiarsi nel tempo e nello spazio con grande maestria, cambiando continuamente il soggetto parlante, prima Stravinsky, poi Gioachino, poi di nuovo Stravinsky e così via….È in grado però di non disorientare il lettore che riesce sempre, aiutato anche dal carattere corsivo per le parti di Stravinsky, a capire chi scrive e soprattutto in che epoca, visto che lo stesso Gioachino narra fatti sia del suo presente che del suo passato. Altra capacità da riconoscere a Tarabbia è il cambio di stile di scrittura: passa da un linguaggio attuale, o comunque degli anni 60, a quello più ricercato di fine 1500 e li alterna senza apparente difficoltà.
La struttura del romanzo consente all’autore di estraniarsi da ciò che scrive, quasi volesse mettere le mani avanti e darne tutta la responsabilità ai suoi protagonisti; il lettore si sente vicino alle domande che si pone Stravinsky e si chiede come lui quanto sia reale ciò che legge, dove finisca la realtà, avallata anche dalla descrizione di personaggi realmente esistiti (oltre a Stravinsky e Carlo, si parla di Caravaggio, di Tasso, di Auden e tanti altri) e inizi la leggenda.
Sara Amelia Macca