Autore: Francesco Marocco
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2017
Pagine: 282 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri
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Paladuzzo e Montesole sono due paesini dimenticati dalla storia posizionati nel calcagno dello stivale italiano, precisamente nella valle di Fiumesecco in Basilicata. Anche se limitrofi i due paesini sono in conflitto perenne tra di loro. Da Roma però un giorno arriva la decisione che Paladuzzo e Montesole si devono accorpare ed eleggere un unico sindaco. Le elezioni preoccupano molto, non solo i due sindaci uscenti, ma anche e soprattutto il Primo Ministro del sessantanovesimo Governo italiano che ha da poco appunto fatto approvare la nuova riforma elettorale.
L’Italia è il paese dei campanilismi. Molti sono, infatti, i paesi divisi da un fiumiciattolo, una stradina, un piccolo parco o un campanile, in lotta tra di loro da secoli, magari per una fesseria. Così anche Paladuzzo e Montesole i due paesini protagonisti del divertentissimo romanzo di Francesco Marocco, Cronache della discordia.
L’odio tra i paludazzesi e i montesolani è tale e così atavico che nessuno ne conosce più il motivo e l’origine. Un giorno però dal Governo romano arriva l’ordine che i due paesini si devono unire in un solo, che prenderà il nome dal fiumiciattolo che li separa, Fiumesecco. Dopo l’accorpamento, a seguito di una riforma elettorale, voluta dal Primo Ministro Mirko Bazzi, Fiumesecco, come tutti i Comuni italiani, deve votare il sindaco e la coalizione che lo rappresenta. La legge prevede che dal conteggio dei sindaci eletti nei singoli comuni ne scaturisce proporzionalmente anche l’elezione dei governanti delle singole Regioni e, infine, dall’unica coalizione vincitrice, che ottiene un buon premio di maggioranza, il parlamento italiano per la durata dell’intera legislatura. Come sindaco di Fiumesecco si presentano Bernardino Chiarelli, ex sindaco di Montesole, appartenente al centro destra e Gino Matera, ex sindaco di Paladuzzo, appartenente al centro sinistra. Il risultato è sorprendente, assoluta parità, 1459 voti ciascuno. La parità di Fiumesecco diventa il cruccio di Bazzi. Quella che riteneva una perfetta riforma elettorale è messa in discussione da un paesino sperduto nella Basilicata, che viene preso d’assalto da giornalisti della carta stampata e delle televisioni nazionali.
A complicare la situazione poi si aggiunge la storia d’amore di due giovani e moderni Romeo e Giulietta. Romeo è Maurizio Riccio, il ragazzo più scavezzacollo di Paludazzo, figlio dell’amico più intimo del Primo Ministro Bazzi, e Giulietta niente meno che Fulvia Chiarelli, figlia dell’ex sindaco di Montesole, la migliore della scuola.
Cronache della discordia di Francesco Marocco è un ritratto divertente, dissacrante, ironico di un’Italia moderna, ancora oggi alle prese di una seria riforma elettorale. E così dal Mattarellum al Bersanellum, passando per l’Italicum e il Porcellum, ai campanilismi presenti nel territorio se ne sono aggiunti altri e l’Italia è più divisa che prima della sua Unità.
Marocco ritrae la provincia italiana con grande umorismo e leggerezza, usando uno stile incalzante e creando delle caricature spassosissime: i due preti rivali, Don Potito, padre domenicano della parrocchia di Montesole e Don Corradino, carmelitano scalzo, prete di Paladuzzo; zia Grazia che cucina in maniera sublime; la professoressa Quintina Lobasso che insegna il motto “ne uccide più la penna che la spada”; Spaccapietra che con le sue battute mette di buonumore tutti; Monica la barista più bella della zona; e infine ingegneri, geometri, uscieri, meccanici, parrucchieri, medici, contadini … Un romanzo corale come di fatto è corale l’Italia anche con i suoi campanilismi.
Paoloni spulciava su un computer portatile i cavilli della riforma elettorale per capire che margini di movimento avessero: nessun articolo però accennava alla possibilità di un pareggio. Il bellissimo Antonio aveva scostato una tenda che dava sull’interno del cortile di palazzo Chigi e guardava fuori, scuotendo il capo e guardandosi bene dal parlare, per timore di dire una cazzata che mandasse Bazzi ancor più su tutte le furie. Diletta Delfini ripeteva come un mantra le coordinate geografiche del comune che aveva inceppate le elezioni, quasi che a nominarlo di continuo il maleficio potesse spezzarsi: “Paludazzo e Montesole, comune di Fiumesecco, regione Basilicata. Paludazzo e Montesole, comune di …” .