Autore: Brenda Novak
Pubblicato da Giunti - Novembre 2016
Pagine: 468 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: M
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Una piccola cittadina dell’Alaska è sconvolta dalla costruzione in città di una clinica di massima sicurezza per serial killer. Gli abitanti non la considerano una scelta saggia, hanno paura e come se non bastasse, ad aumentare il panico, viene ritrovato il corpo seviziato di una persona nella neve.
“Sto cercando di dirle..” tornò a far guizzare lo sguardo verso la telecamera “che a Hannover House non tutti gli assassini sono chiusi in cella.”
La vita non è stata buona con Evelyn Talbot. Da adolescente infatti ha vissuto un’esperienza terrificante: il suo ragazzo di allora, dopo aver ucciso brutalmente le sue più care amiche, ha cercato di uccidere anche lei, ma Evelyn è riuscita a scappare e non si è arresa alla violenza, anzi ha deciso di dedicare la sua vita allo studio delle menti dei serial killer per cercare di capire cosa li porta a compiere atti tanto disumani. Il suo sogno più grande si realizza quando, dopo tanti sforzi, riesce ad aprire una clinica psichiatrica di massima sicurezza in Alaska, che raccoglie i più temibili serial killer del paese.
La comunità di Hilltop, piccola cittadina dove è situata la clinica, è ostile alla sua costruzione, gli abitanti non sono certo contenti di sapersi circondati da famosi serial killer. Primo fra tutti a essere ostile è il sergente Amarok, unico a guidare la sicurezza del piccolo villaggio e con il quale Evelyn inizierà un rapporto speciale. Inoltre le loro supposizioni sui pericoli della presenza di tutti quelli assassini non sono smentite, il ritrovamento di un corpo martoriato non farà altro che confermare le loro peggiori paure.
Gestire le indagini non sarà facile con un solo poliziotto che è ignaro di qualsiasi caso di omicidio e con una bufera di neve che va e una che viene. Subito si pensa che ci sia un detenuto evaso ed Evelyn comincia a pensare che il suo sogno e i suoi sforzi stiano andando in frantumi.
E se invece non fossero stati i detenuti ma un’ombra del passato di Evelyn a ritornare? Quando pensava di essere più vicina a superare il suo incubo, eccolo che si ripresenta. Riuscirà mai davvero a vivere in tranquillità o la sua è una vita destinata alla paura?
“Che cosa sta succedendo, dottoressa Talbot?” Chiese con una vocina fievole e spaurita. “C’è un serial killer in mezzo a noi?” Ci siamo, pensò Evelyn. Adesso che le parole erano state pronunciate, non ci sarebbe più stato modo di fermare la paura…
Alaska è un thriller avvincente, crudo, mai banale, difficile trovargli una nota negativa. Un viaggio nelle menti dei peggiori criminali, aiutato da citazione di serial killer vissuti realmente all’apertura di ogni capitolo che non fanno che rendere più reale e terrificante la narrazione.
Approfondimento
Ambientato in un remoto villaggio dell’Alaska, l’ambiente freddo della clinica e della neve non possono che far da padroni alla scena di questo romanzo. Un ambiente che non dà via di fuga, una tormenta, un’enorme distesa bianca che li intrappola tutti alla portata di un terribile assassino. Il ghiaccio e il freddo dell’ambiente circostante sembrano rendere ancora più gelidi i cuori dei serial killer.
Sullo sfondo ma non troppo rimane sempre l’esperienza terribile vissuta da adolescente da Evelyn che entra anche a rompere i meccanismi del suo legame con il sergente Amarok. Interessante il personaggio del poliziotto Amarok, sembra essere tutto il contrario della ragazza, eppure forse l’unico di cui Evelyn si possa fidare, a cui possa aggrapparsi e l’unico che riesce a farle dimenticare per qualche momento gli abusi subiti. Se si guarda invece al personaggio della dottoressa Talbot troviamo una donna forte, che cerca in tutti i modi di vivere con un po’ di serenità, ma, al contrario, è sempre inseguita dal ricordo e dal male. A volte sembra anche un po’ troppo sfortunata.
Le figure dei detenuti sono altrettanto complesse e anche loro fanno da protagonisti a questo thriller ad alta tensione. E mentre i serial killer sembrano bloccati all’interno di quelle mura, in realtà si scopre che riescono a interagire molto di più di quel che si pensa con il mondo esterno e si comprende che il male molto spesso non è nascosto solo nella parte scontata del mondo.
Maria Chiara