
Autore: Silvana La Spina
Pubblicato da Neri Pozza - Novembre 2022
Pagine: 304 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori delle tavole
ISBN: 9788854523388
ASIN: B0BLP5YVVR

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Molti romanzi esplorano personaggi letterari trascurati, e Silvana La Spina fa lo stesso con "Il Gattopardo", focalizzandosi su Angelica. Figlia dell’ambizioso don Calogero Sedara, Angelica cresce conoscendo la buona società e diventa amica di Concetta, la figlia del principe di Salina. La sua bellezza e ambizione la portano a sposare Tancredi, cambiando il suo status sociale e diventando una figura influente. La sua vita si snoda tra Palermo, Roma e Vienna, dove si intreccia con la politica e la corte imperiale. La Sicilia di La Spina è un vivace laboratorio di passioni, narrato con originalità e profondità.

«Si comportò bene con te, vero? Piccola mia, non te lo scordare, loro sono principi, ma tu un giorno sarai più ricca di loro». «E come, papà? Non sono i principi i più ricchi di tutti?» «Nossignore. I principi non badano al denaro che spendono per fare la bella vita, non sanno nemmeno il valore del denaro. Ma quando non ne hanno più alla fine si rivolgono a noi». Certo non sapevo chi fossero quei «noi». E ogni tanto me lo chiedevo. Chi siamo «noi»? pensavo. Chi siamo questi «noi» così diversi dai principi, ma in un certo senso a loro superiori? Ma superiori in cosa?
Angelica, romanzo di Silvana La Spina, è una meravigliosa scoperta letteraria, una ricostruzione attenta dell’epoca storica e una felice continuità con il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Siamo negli anni Cinquanta dell’Ottocento, ma in Sicilia siamo ancora in un tempo senza tempo. Certo a Palermo c’era stata la rivoluzione del ’48 e solo da poco le cose si sono rimesse a posto. Almeno a posto per i Borbone, ma diamo anche in questo tempo al tempo.
Nella storia di Angelica Sedara conosciamo l’intera famiglia Salina, i vizi del marito Tancredi e le sue sregolate ambizioni politiche, la forza e l’intraprendenza del padre Don Calogero, le pazzie della madre Bastiana, ma anche l’arretratezza di un popolo respinto e vinto più volte da guerre e dominazioni straniere, senza dimenticare la rivalità tramutatosi poi in stima delle principessine Concetta, Carolina e Caterina.
Per quelle come me la vita non era altro che un rosario di giorni che si ripetevano sempre uguali in attesa di un futuro che nemmeno immaginavo. Dopo la storia con don Ciccio Tumeo ero andata però dalla mastra donna Carmela per imparare a ricamare il mio corredo; in questo non ero da sola ma con le altre lavoranti.
Il quadro della narrazione è assai complesso e variegato, si intrecciano aspirazioni sociali, vendetta, attentati mafiosi, sparatorie con la lupara, a momenti bellici storici, alla decadenza dei Borboni e all’ascesa del socialismo con Garibaldi, Mazzini e Crispi; tra le rivendicazioni popolari la sceneggiatura si sposta da Donnafugata a Palermo, da Palermo a Napoli, da Napoli a Torino per poi approdare in Austria a Vienna.
Angelica crescerà in ricchezza grazie ai sacrifici sovrumani del padre che per lei ha interessi nobili, si farà strada per bellezza e caparbietà in un mondo poco magnanimo e affogato nel disprezzo, si sposerà con il principe Tancredi Falconeri caro nipote di Fabrizio Salina sua eccellenza lei per amore e lui per orgoglio e denaro, benché attirato anche dall’irresistibile fascino, per poi frequentare i salotti della migliore nobiltà fino alle porte dell’Imperatrice Sissi.
Anche con me era diventato più tenero, non dico che avesse ripreso l’amore di un tempo, era solo meno caustico, e con Concetta poi era tenerissimo. «Dovevi sposare lei» gli dissi una volta, gelosa. «Credo tu abbia ragione, in fondo eravamo della stessa razza». «Ma volevi i miei soldi». «Non solo quello. Volevo la tua forza, Angelica, che io non ho mai avuto.
Angelica dunque tradirà, si rinforzerà e ne uscirà sempre vittoriosa, anche molto stanca sul finire della sua vita, ma certamente mai ipocrita.
Silvana La Spina traccia con maestria il profilo di una donna grandiosa e piena di speranza, la forza fatta a persona, dal carattere severo e resistente che dopotutto portava nel cuore un unico e vero amore, quello per il padre. La scrittrice ci regala così un gioiello sociale fra pettegolezzi, gran costumi, balli in un contesto ricostruito alla perfezione dove non ci si stanca nella lettura, ma anzi si avanza velocemente.
Mentre mi dava il braccio, e questa è una cosa che non scorderò mai. Solo per lui avrei fatto qualunque cosa. Hai vinto, gioia mia. E avevo ragione io a dirti che non sei meno di loro. Non è vero, e lo sa anche lui, ma questi sono i tempi nuovi, i tempi garibaldini.
Approfondimento
La storia nella storia, questo colpisce maggiormente del romanzo di Silvana La Spina, che, senza perdere il filo nel descriverci la vita di Angelica, dove si affievolisce purtroppo quell’alone di romanticismo che contraddistingue il rapporto fra la bella e Tancredi nel Gattopardo, ci accompagna in quel mondo ormai perduto fatto di monarchie impoverite, di castelli svuotati, di sogni perduti con al centro di tutto profondi ed immancabili cambiamenti.
Silvana La Spina, da buona siciliana, sensibilizza con la sua Angelica, quella bambina tanto odiata dalla madre quanto amata dal padre, che dal personaggio di un romanzo del passato rivive pienamente in una completa biografia scritta come se fosse realmente esistita. Silvana ha il talento di dare un seguito prestigioso senza risultare pesante, senza annoiare, bensì facendoci innamorare di una donna dagli occhi verde smeraldo.
La mia forza. Che strano. Tutta la vita ho cercato di essere come loro, e loro invidiavano me.
Nausicaa Baldasso