Autore: Giuseppe Manfridi
Pubblicato da La lepre - Novembre 2019
Pagine: 595 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Visioni
ISBN: 9788899389598
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“Mai più mi distrarrò da te, pensa Anja. Mai più. “
Pietroburgo, 1866, casa del grande scrittore russo. Ventisei giorni. È questo il tempo che Dostoevskij ha a disposizione per rispettare il contratto con il quale si è impegnato con il suo disonesto editore per scrivere un romanzo. Saranno i giorni che daranno vita al celebre “Il giocatore “e all’amore tra lo scrittore e la sua stenografa.
“Tutto nato in ventidue giorni. Prima non c’era nulla, ora c’è tutto. Ciò che ancora a settembre per il mondo non era affatto necessario, da novembre gli diventerà indispensabile. “
Indebitato fino al collo, Dostoevskij è costretto a firmare un contratto editoriale con termini da usura: ha un mese di tempo per consegnare al suo editore un romanzo, pena la perdita di tutti i diritti delle sue opere passate e future. Questo è il motivo per cui si rivolge ad una scuola di stenografia, che gli propone la sua allieva migliore: Anja.
Anja non ha neanche vent’anni, è una ragazza che ama la vita, ma soprattutto la letteratura ed in particolar modo l’opera di Dostoevskij, amore che ha ereditato dal padre. Questa ragazza caparbia, orgogliosa e dotata di un’intelligenza acuta, si rivelerà preziosa all’autore, ben oltre i suoi semplici compiti da segretaria. Mai intimorita dal grande personaggio con cui ha a che fare, si accorge ben presto che non può trattenersi dall’esprimere i suoi pensieri in maniera schietta e disarmante, riuscendo ad incantare un Dostoevskij ultracinquantenne, che ci viene descritto viziato e apparentemente insensibile, ma soprattutto sofferente per i ripetuti attacchi di epilessia cui va soggetto.
Approfondimento
“Voi, dovete apprendere appieno il significato della parola potenza… Che è quella della valanga e quella dell’uragano. La potenza della natura. La potenza della scrittura. Non è la nostra, ma può divenirlo se sappiamo assecondarla…… Noi moriremo, ma l’esperienza di questa potenza non tradita ci procurerà qualcosa di impagabile: il pieno rispetto per noi stessi quando saremo giunti al momento estremo.”
Anjia diverrà la seconda moglie di Dostoevskij, e sarà la custode delle sue opere fino alla propria morte. Questa è storia. Ma ciò che viene narrato in questo romanzo con una prosa elegante, degna dei classici di altri tempi, è una storia d’amore tra un uomo e una donna che nella loro più estrema diversità, la quale risiede soprattutto nella differenza di età ma anche di estrazione sociale e culturale, non riescono a fare a meno l’uno dell’altra.
Quella che viene descritta è la Pietroburgo di fine Ottocento e l’autore ce ne fa scoprire caratteristiche particolari e inedite, che riguardano la moda, la tradizione del tè, i divertimenti dei giovani dell’epoca. La storia d’amore che nasce tra questi due personaggi così diversi tra loro è narrata scandagliando finemente nell’animo di ciascuno di essi, attraverso un’attenzione psicologica ad ogni particolare, ad ogni lieve movimento del cuore. L’autore ce li fa amare, e trepidiamo con loro quando il destino sembra allontanarli.
Sono poi paragrafi di autentica bellezza quelli che descrivono il tormento interiore che la scrittura provoca nel grande autore russo: una scrittura che ha la stessa potenza della natura, tanto che Dostoevskij si definisce mero esecutore di questa dea alla quale tutto il suo essere deve obbedire.
Per molti versi leggendo questo romanzo mi è venuta in mente la storia di Jane Eyre: per i caratteri dei personaggi, così orgogliosa e determinata lei, così ruvido ma al tempo stesso sensibile all’animo umano lui, ma anche per il senso di protezione che scatta in Anja nei confronti del suo datore di lavoro.
È sorprendente come questa ragazza ancora ingenua, ancora poco avvezza alla sofferenza della vita, acquisisca una scaltrezza senza pari per proteggere fino alla fine, nella maniera più eclatante, l’uomo di cui si è innamorata.
Un romanzo storico, dunque, ma che si legge come un accattivante romanzo classico, che ci parla di una eroina di fine Ottocento.
Monica Saliola