Autore: Denis Avey
Pubblicato da Newton Compton - 2013
Pagine: 316 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Gli Insuperabili
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Denis Avey ha vent'anni quando parte dal porto di Liverpool per andar in guerra. Viene spedito in Libia a combattere gli Italiali, poi dopo essere stato catturato vivrà varie peripezie fino a giungere ad Auschwitz, dove toccherà con mano la follia nazista riguardo alla questione ebraica.
Ben tornati ai Lettori. Siamo nel periodo in cui si ricorda l’olocausto. Ho colto l’occasione per comprare un altro libro della Newton, sempre stuzzicato dai prezzi bassi. Si tratta di Auschwitz, ero il numero 220543 di Denis Avey del tutto in linea col giorno della memoria. La storia si apre sui ricordi del Sergente Denis Avey e già dall’incipit si capisce che il libro merita “Non mi arruolai per difendere la Patria. No, lo feci per il gusto di farlo, per la sete d’avventura.” Questa frase è stata più che sufficiente per farmi balzare davanti agl’occhi un ragazzo di una ventina d’anni, sorriso strafottente sulla faccia, che armi alla mano s’appresta a partire per un viaggio che non dimenticherà mai.
Mi sono ritrovato a cercare nella memoria i ventenni che conosco. Sono ragazzi, per niente uomini, casinari da discoteca, studenti dell’università alle prese con la decisione: cosa faccio della mia vita? Dall’altra parte c’era Avey, con suo Lee Einfild da cecchino, alle prese con la domanda: come faccio a salvarmi la vita oggi? Il romanzo è la testimonianza lucida e incredibile, se teniamo conto dell’età dell’autore, 94 anni, sulla guerra prima e sui campi di prigionia tedeschi, dopo. Denis parte dal porto di Liverpool sentendosi invulnerabile. La voglia di scoprire il mondo, di mettersi in mostra per essere acclamato come un eroe, lo proteggono come un amuleto.
Dopo l’addestramento viene inviato a combattere gli Italiani in Libia, dove attraverso le sue parole riuscirete a sentire la sabbia graffiarvi la pelle, il sole togliervi le forze e la paura della guerra. Il resoconto delle privazioni si fa più dettagliato, la mancanza di norme igieniche, di cibo, di sonno, tolgono lucidità e forze ai soldati, portandoli a morire più delle pallottole dei nostri connazionali. Da qui segue la cattura, le cure negli ospedali da campo tedeschi, dove scopriremo che non erano solo macellai, almeno non tutti, poi l’imbarco verso un capo di prigionia, la nave che affonda e le rive della Grecia, dove il Sergente Avey si muoverà fuggiasco per le campagne, prima di venire arrestato dalle SS. E alla fine il campo di concentramento di Auschwitz, nella sezione prigionieri di guerra, proprio davanti alle baracche degli ebrei.
L’autore ci racconterà nel dettaglio la premeditazione riguardo alla questione ebraica, di come i trattamenti verso gli altri prigionieri, come quelli nemici catturati in guerra, siano quantomeno umani in confronto a quelli riservati ai semiti. Così, nel vero significato dell’ Olocausto, cioè sacrificio, Denis si rasa la testa a zero per scambiare il proprio posto con quello di un ragazzo ebreo così da toccare con mano il trattamento riservato loro dalle SS. Il libro è scritto benissimo, spazia su tutta la storia delle seconda guerra mondiale, gettando uno sguardo sui capi di stermino e il trattamento riservato agli ebrei messo in confronto con quello rivolto agli altri prigionieri. Decidete di comprarlo, saranno soldi spesi benissimo e costa meno di un pacchetto di sigarette.
Per altre letture sul tema del grande orrore dell´Olocausto vi invitiamo a leggere il nostro speciale Giornata della memoria con i libri consigliati dal nostro staff.