
Autore: Lilli Gruber
Pubblicato da Solferino - Ottobre 2019
Pagine: 202 - Genere: Attualità / Reportage
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I Solferini
ISBN: 9788828203117

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Lilli Gruber in questo libro fa parlare i fatti: dati, storie e personaggi. Scrive un vero e proprio reportage dal fronte della battaglia per il potere femminile. Filtra racconti e analisi attraverso la propria esperienza professionale. Delinea per le donne una strategia precisa: puntare sulle competenze, farsi valere e studiare, sempre. E chiama a raccolta anche gli uomini: perché solo cambiando insieme le regole ci potremo salvare.

Perché la battaglia per i diritti femminili si inquadra in una guerra più ampia che è quella di una migliore distribuzione della ricchezza e delle opportunità. La battaglia per la dignità femminile si intreccia con quella contro la speculazione e la corruzione, che sono le due malattie fatali del nostro tempo e delle nostre democrazie.
Dati, statistiche, resoconti, fatti di cronaca, analisi finanziarie. L’indagine che Lilly Gruber conduce sulla donna e sul suo ruolo nella società non fa sconti e non lascia nulla di non detto; è un monito forte e potente verso un cambiamento socio-culturale radicale e necessario. Tutto parte e tutto ruota attorno alla “invisibilità” delle donne: ruoli lavorativi marginali, disparità dei salari, la trasformazione da vittima in colpevole, la sottomissione, l’incapacità di reagire alla violenza, il sentirsi “meno” qualificate, meno capaci, meno sicure, ambiziose, credibili, il peso della famiglia che da millenni ormai le donne portano da sole, condannate ad essere solo e soltanto “l’angelo del focolare”, a discapito non solo della carriera o della realizzazione personale. Perché la sfida impari tra uomini e donne si gioca proprio sul cercare di uscire dalla invisibilità, dagli stereotipi, dalla dipendenza affettiva, familiare ed economica, cercare di avere spazio e voce, nella vita familiare, nello sport, nella politica, nel lavoro; di uscire dall’invisibilità e di occupare un posto nella sfera pubblica, di contare, di poter incidere in maniera significativa nella società. Solo dando anche alle donne il medesimo spazio di visibilità, di opportunità, e di spazi possono crearsi le basi per una società veramente democratica, più giusta e più equa, capace di riconoscere e garantire a ciascuno i propri diritti, le proprie aspirazioni ed in grado di garantire a ciascuno, uomini e donne, la medesima possibilità di realizzazione sociale e lavorativa, senza necessariamente dover pregiudicare la dimensione personale e familiare. Quella che Lilli Gruber si auspica è una vera trasformazione cultura e sociale, un cambiamento di rotta epocale, non solo negli uomini o nelle istituzioni, ma nelle donne stesse; una presa di coscienza forte e potente che consenta alla donne in primis di rendersi consapevoli di loro stesse e delle loro possibilità.
Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone è un saggio necessario, doloroso e vero, va dritto al problema e scava in una realtà che diventa sempre più preoccupante perché non riguarda solo la donna, e le sue mille declinazioni all’interno della società, ma attiene al nostro vivere comune, ai principi di quella democrazia che ci rende uguali e diversi al tempo stesso. Il ruolo della donna nella società impone non solo una riflessione di carattere socio-culturale, ma investe anche un’analisi della struttura economica della nostra società, riguarda le penosa distribuzione della ricchezza e delle attestazioni sociali in una società solo apparentemente ugualitaria, ma ancora profondamente e pericolosamente maschilista.
Approfondimento
Lilli Gruber, con una penna graffiante e che non fa sconti a nessuno, firma un saggio pungente, preciso, senza retorica, lontano dal politically correct, che non cerca di edulcorare dati e situazioni allarmanti, che impone al lettore una riflessione profonda non solo sul ruolo della donna nella nostra “moderna” realtà, ma su quale tipo di società stiamo davvero costruendo, quale eredità ideologica, morale, culturale e sociale intendiamo lasciare ai nostri figli. E questo cambiamento lo dobbiamo proprio a loro, per consegnare alle nostre figlie una società più giusta e più equa; dove non devono scegliere se essere europarlamentari o farsi una famiglia; dove possono essere ciò che vogliono, fare ciò che desiderano, cambiare il mondo e renderlo migliore.
Intanto, avremmo una modesta preghiera per governanti molto macho ma poco efficaci: mentre mi difendi dallo straniero, aiutami a prendermi cura di mio padre con l’Alzheimer di cui si sta occupando una signora moldava, e di mio figlio affidato a una studentessa che viene dall’Ecuador. Per un giorno che passi a pattugliare i sacri confini, passane un altro ad assicurarti che io possa andare a lavoro con buoni mezzi pubblici e che l’aria della mia citàt sia respirabile. Dopo il bagno di folla al comizio, perdi un paio di pomeriggi a studiare un sistema sanitario capace di curarmi se mi ammalo. E se proprio non ce la fai a comprarmi i fiori, almeno carica la lavatrice.
Romina Celani