Autore: Daniele Mencarelli
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2024
Pagine: 192 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Audiolibro, Copertina Rigida, eBook
Collana: Scrittori italiani e stranieri
ISBN: 9788804778851
ASIN: B0DH8D4V6X
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Gabriele Bilancini, designer emergente di fama mondiale, torna a Roma dopo quattro anni trascorsi a Milano, dove ha costruito una carriera di successo e un amore con Camilla, figlia del suo mentore. Nel quartiere Tuscolano ritrova amici e abitudini immutate, scoprendo una frattura interiore tra le sue radici e il mondo elitario che ora frequenta. La passione per il design lo ha reso un vincente, ma il sogno realizzato non porta la felicità sperata. Tra il ritmo frenetico del presente e il calore soffocante del passato, emerge un bisogno insoddisfatto di appartenenza. Mencarelli dipinge con poesia e intensità la vita di una periferia, concreta ed esistenziale.
Si vergogna della sua famiglia, della terra che lo ha allattato. Nel mondo che frequenta ora, quello dei ricchi, la nasconde come si nasconde un peccato. Da una parte le sue origini, dall’altra Milano e il suo presente di alto rango. E lui nel mezzo, a rimproverarsi da anni tutto il coraggio che gli manca, incapace di lasciarsi andare alla sincerità, mettersi una volta, almeno una volta, in pace con la coscienza. Sentirsi uscire dalla bocca chi è e da dove viene, senza paura, liberamente, senza temere il giudizio di nessuno. Niente di tutto questo. L’unica cosa che gli riesce è nascondersi dietro ipocrisie e silenzi, una catena infinita di piccole menzogne che non risparmiano nessuno. Quello che fa è coltivare il tradimento, verso tutti.
Brucia l’origine di Daniele Mencarelli ci racconta una storia quotidiana, comune, nella quale molti di noi possono ritrovarsi, con lo spirito moderno e attuale di chi conosce la vita, la sperimenta e la visualizza con uno sguardo sociologico efficace.
Gabriele Bilancini è un noto designer di origini romane ben integrato nella città Milanese a tal punto da considerare questa la sua vera terra natia. Convinto della situazione ormai acquisita scende al suo vecchio paese il quartiere Tuscolano per festeggiare l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori, confidente che questo trasferimento non sarà capace di modificargli l’esistenza.
Di malavoglia, quindi, saluta la compagna Camilla, figlia del responsabile con cui lavora da quattro anni, un imprenditore di successo, Franco Zardi, e torna a Roma.
Qui ad aspettarlo ci sarà un altro ambiente, più umile, disorganizzato e di quartiere rispetto a quello che si lascia alle spalle. Ad accoglierlo la famiglia, gioiosa, che si ricorda del figlio come prima che questi partisse, un giovane si talentuoso, ma alla buona. E invece si trova dinanzi un uomo diverso, ligio, severo, che non è più capace di sbottonarsi e di lasciarsi andare alla vita, un giovane trasformato dalla carriera. Gabriele si vergogna fortemente delle proprie origini, e inventa bugie per non far incontrare Camilla alla sua famiglia, le racconta che il padre è gravemente ammalato e che è meglio che lei non lo veda, rimanda, posticipa qualsiasi contatto, teme di perdere la fama acquisita e la collaborazione con Zardi se si scoprisse meglio la propria famiglia. Ma nella famiglia di Bilancini nulla è fuori luogo, è amorevole, compatta, sicura e soprattutto fiera.
Tania ha vissuto una specie di miracolo. Anche se non c’era con il corpo, è stata accanto al figlio durante tutto il suo percorso di riconoscimenti e successi. Lei ha visto, senza bisogno di vedere. Non riuscirebbe a spiegarlo a parole, anche perché non è difficile, ma impossibile. Come voler trattenere il vento in una mano. O afferrare una stella. Sa solo che è successo. Dai suoi occhi, suo figlio non si è mai allontanato. Per come lo sta guardando ora, con la tazzina di caffè bollente in mano, mentre lui ancora dorme, immobile, e lei in piedi accanto al letto a vegliarlo, a goderselo dopo così tanti anni. Solo il pensiero del caffè che si fredda la desta dalla sua visione, altrimenti, chissà, rimarrebbe così sino alla fine dei tempi.
«Gabrie’.» Lui apre gli occhi quasi di scatto, non sembra ritrovarsi, fatica a mettere a fuoco, ma è questione di un niente.
«Buongiorno, ma’. Grazie.» Si tira su, la madre gli passa la tazzina. «Il caffè a letto da mamma, da quanto tempo.»
«Troppo.»
«Però domattina te lo faccio io.»
Il padre è un abile meccanico, riconosciuto e stimato, un instancabile lavoratore, la madre un capo famiglia organizzato, affidabile. La sorella Giorgia una ragazza scottata dall’amore e con difficoltà economiche, ma con grande esperienza artistica, è una parrucchiera capace, ma che la depressione ha colto prima che potesse mettere radici. Gli amici storici di Gabriele sono affiatati e ancora credono nel valore dell’amicizia e del rispetto e faranno ritrovare al milanese quelle esperienze dimenticate, ricordandogli che riconoscere chi si è stati non significa avere carte bruciate, anzi può rappresentare un appoggio sicuro per poter volare con più destrezza tra le avversità che la vita ci riserva.
Vivendo una settimana distante dalla rigidità milanese, Gabriele riscopre con piacere piccole consuetudini e rivive con entusiasmo momenti di aggregazione sociale, lasciandosi anche andare pian piano e sfogandosi sulle preoccupazioni che lo avviliscono. Nel frattempo, Camilla è preoccupata perché Gabriele con lei non sembra essere sincero e fra i due scoppia un piccolo litigio che sarà utile ai fini del ricongiungimento familiare, ma anche per impostare un futuro più maturo fra i due.
Il finale è ricco di emozioni e momenti intensi per tutti i protagonisti, tra rimpatriate, confessioni e ricordi, in un crescendo di semplicità e teatralità.
Approfondimento
La storia di Bilancini è piuttosto un racconto, una manifestazione di ricostruzione emotiva, una svolta psicologica che una vera e propria narrazione. I dialoghi sono una formula per dimostrarci quanto sia elevato il sentimento di vergogna di Gabriele e come invece sia solo una sua impressione, perché dal fuori il lettore non vede questa animosità e questa preoccupazione. È evidente che la differenza sociale non aiuta, ma la correttezza umana e i legami sinceri non possono ledere quello che lui è riuscito a raggiungere nel corso degli anni milanesi, né possono corrodere il suo talento. Camilla è una figura positiva e lo si capisce da subito, come anche quella del padre Zardi, l’evoluzione che compirà il protagonista è unicamente sua, perché si accorgerà di quanto le sue paure siano totalmente infondate e quanto l’amicizia e gli affetti onesti possano essere al contrario un potente motore.
Non c’è molto da dire sulla scrittura: lo scopo di Mencarelli non è tanto quello di coinvolgere il lettore in una storia appassionante, ma quello di dare a tutti una seconda possibilità per ritrovarsi, è un viaggio mentale quello che vuole sperimentare col lettore, i dialoghi schietti e dai toni tipicamente dialettali alleggeriscono e fanno sorridere, ma al contempo conferiscono struttura al rapporto stretto che lega i familiari.
Ma Brucia l’origine ha anche un sottotesto politico: si parla di insicurezze, povertà, lavori che non permettono di ottenere prestazioni ospedaliere e di pagare funerali, e di una società sporcata dai mezzi di comunicazione. Attraverso personaggi come Cristiano e Vanessa, l’opera lancia un monito sociale per risvegliare la coscienza. Anche l’amore risulta a volte schiacciato dall’egoismo del momento, dal fallimento e dalla disuguaglianza. Giorgio che arriva con un braccio pieno di tagli, il racconto della madre che non è più tornata. L’insieme se letto con attenzione, vuole comunicare qualcosa, esprimere dissenso. L’opera piace perché attraverso un racconto che può apparire superficiale è capace di dimostrare tutto il carattere dello scrittore e la sua caparbietà antropologica.
Nausicaa Baldasso