Autore: Gerry Scotti
Pubblicato da Rizzoli - Ottobre 2023
Pagine: 192 - Genere: Biografico, Autobiografico
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Varia
ISBN: 9788817184717
ASIN: B0CKT4W628
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«Hai fatto la cartella?» Era l’ultima domanda della sera, prima della buonanotte, o la prima del mattino, dopo il buongiorno. Per intenderci, la cartella riassumeva in sé il senso del dovere che le nostre famiglie cercavano di inculcarci. Quindi aver fatto la cartella presumeva aver fatto i compiti, aver studiato, aver riordinato tutto ciò che sarebbe servito nella giornata scolastica… e portarselo sul groppone. La cartella di per sé era una borsa in pelle, o meglio, in finta pelle, con le bretelle. Fino all’arrivo degli anni Settanta non ricordo nulla di particolarmente colorato: le nostre cartelle assomigliavano alle ventiquattrore con le quali i papà andavano in ufficio, ma con l’aggiunta delle cinghie per le spalle. Anzi, erano «borse in pelle per scolari con spallacci»: questa la definizione ministeriale. Tristanzuole, monocolore prima, bicolore in seguito, solo più tardi colorate e decorate, specialmente con l’arrivo del nylon e di altri materiali che si prestavano allo svecchiamento dell’oggetto.
Ringraziamo comunque il cielo che nel frattempo non siano spariti i quotidiani, simbolo più tangibile della libertà di espressione conquistata dai nostri padri, e a quale prezzo. Eppure, se ne parlo in questo libro, qualcosa non c’è più. Mi riferisco ai quotidiani del pomeriggio, quelli che venivano distribuiti non solo in edicola, ma anche agli incroci dagli strilloni, che ne amplificavano a voce i roboanti titoli in prima pagina.
La prima fatica letteraria del tenero zio Gerry ci riporta indietro nel tempo, scavando nei meandri della mente con leggerezza e simpatia come solo lui sa fare, permettendoci di assaporare l’emozione degli oggetti ormai caduti in disuso, dimenticati in una vecchia soffitta, ma che comunque hanno segnato la sua infanzia. Durante la lettura scopriamo il significato del termine gelosino che nulla ha a che vedere con la gelosia; successivamente ci imbattiamo nel mitico Ciao, lo storico motorino, divenuto emblema di un’epoca.
Infatti, nel suo breve volumetto edito da Rizzoli, il noto presentatore ed eclettico signore della TV Gerry Scotti ci catapulta indietro nel tempo passando in rassegna tutti gli oggetti che hanno segnato un posto decisivo nella nostra esistenza a partire dagli anni ‘60. Il presentatore sviscera con estrema delicatezza ed eleganza propria del suo stile tutte le emozioni connesse a questi oggetti, che hanno segnato nel bene e nel male la nostra sfera emozionale.
Ogni capitolo si apre con una pagina bianca in cui c’è una citazione di un personaggio famoso: tale tecnica sta a rimarcare l’importanza della sfera emozionale che ogni ricordo suscita in ognuno di noi; un posto importante viene dedicato all’arte del cucito, che in passato era ritenuto un elemento cardine della propria economia familiare, poiché più una donna era brava a cucire, maggiore era il risparmio nel comprare gli abiti e nel riaggiustarli per farli indossare a gli altri componenti della famiglia.
Che cosa vi siete persi dunque è un intenso ed emozionante viaggio che fa cavalcare il lettore sull’onda intima del ricordo rievocando oggetti e soprattutto sensazioni che hanno fatto la storia di una determinata epoca .
Approfondimento
Vi siete accorti che stanno sparendo? Eppure avviene sotto i vostri occhi, giorno dopo giorno, in modo inesorabile. Sto parlando dei negozi, con tutto quello che c’è dentro. Non solo oggetti, ma anche uomini e donne, passione, sacrificio, storie personali o di intere famiglie. Il fenomeno è iniziato anni fa nelle grandi città con l’apertura dei supermercati prima, dei centri commerciali poi e infine con l’esplosione dell’e-commerce durante la pandemia. Ora la stessa cosa sta avvenendo in provincia e, peggio ancora, nei piccoli paesini, dove la bottega ha sempre rivestito un ruolo importante di connessione del tessuto sociale, in alcuni casi l’unica possibilità di incontro per le persone, spesso anziane, che vi abitano.
Nell’approfondimento di questo bellissimo libro che ho letto e che mi ha particolarmente affascinato, vorrei concentrarmi subito sul titolo, ovvero Che cosa vi siete persi? Perchè in questa frase è contenuta l’essenza dell’opera stessa, cioè l’importanza del passato, che attraverso il ricordo ci ha lasciato indelebilmente dei doni immensi lungo la nostra esistenza.
Durante la lettura di queste scorrevoli ma al contempo dense pagine, ho riflettuto sul depauperamento dei rapporti umani nella società odierna.
In Che cosa vi siete persi si parla dei nostri amici bottegai del paese, che oggi purtroppo sono stati quasi cancellati dal grande supermercato o peggio ancora dall’ e-commerce. Questo agevole volumetto, nato dai ricordi personali di infanzia dell’autore, rivendica l’importanza di instaurare rapporti umani che sono comunque molto preziosi. In pandemia purtroppo siamo stati tutti obbligati ad essere più distanti, ma desidero concludere questa mia recensione con l’augurio di tornare ad essere più uniti imparando dal passato, dove il bottegaio o il barbiere erano amici con i quali poter scambiare quattro chiacchere, e non un anonimo negoziante da cui comprare solo il prodotto di cui abbiamo bisogno.
Consiglio a tutti questa breve lettura per riflettere sull’enorme eredità emozionale che il nostro passato ci ha lasciato in dono.
Francesca Votino