Autore: Chiara Valerio
Pubblicato da Sellerio - Febbraio 2024
Pagine: 288 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: La memoria
ISBN: 9788838946257
ASIN: B0CT8WW5PM
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Scauri, un piccolo paese sul Tirreno, è il teatro di un mistero avvolto nella quotidianità. Vittoria, donna enigmatica e affascinante, è trovata morta nella sua vasca da bagno in quello che sembra un incidente. Lea Russo, avvocata e madre, non si accontenta di questa spiegazione e inizia a indagare sulla vera natura di Vittoria e sulla sua morte. Tra personaggi complessi, emozioni mutevoli e una provincia dal fascino insolito, si snoda una storia di segreti e trasformazioni.
Aveva ragione Luigi, la memoria del paese è diffusa. La memoria del paese ha mille nodi. La memoria del paese somiglia alle piante. La memoria del paese ha radici che si scambiano informazioni. La memoria del paese è inesauribile. Volta per volta è inaffidabile, ma è sempre esatta.
Vittoria è una donna sessantenne dall’eleganza naturale, forse casuale. Si muove nel mondo come una raffinata turista a passeggio nella vita. Si trasferisce a Scauri, cittadina marittima, provinciale, chiacchierona e semplice, dove è facile trovarsi, e facilissimo evitarsi. La sua distinzione è eccentrica, convive con Mara, una donna molto più giovane, e conduce un’esistenza candida e naïve, tra il lavoro in farmacia, la pensione per animali domestici e la passione per piante e infiorescenze di ogni tipo. La sua persona dovrebbe stonare nel nuovo ambiente. Ma invece, proprio per quella sua sostanza aleatoria, concima e rende vive le relazioni di paese, rifulge e la rende concittadina, intima ma al tempo stesso impercettibile.
Lea è invece una giovane mamma, avvocato di paese, nata e cresciuta in quella Scauri che ama, ma che a volte si sente stretta. Vittoria muore inaspettatamente, un incidente in apparenza, e una parte di Lea non ci crede, in fondo forse non capisce, e per questo inizia a cercare una verità, che presto però riguarderà anche sé stessa. Vittoria nella morte diventa un mistero, un’incognita da decifrare.
La morte di Vittoria ci aveva svelato ciò che per Vittoria era chiaro, e cioè che di lei non sapevamo niente.
Quello che la ricerca a strascico deposita a riva, come rigurgitato dalla risacca del tempo, è un quadro della vita di Vittoria che Lea non si aspetta, anche se forse già germogliava dentro sé stessa, nella forma di un inconscio presentimento. Vittoria non era la donna che conosceva, o meglio la donna che conosceva non era tutta Vittoria. La figura di Vittoria è un bocciolo che si schiude solo parzialmente, rivelando petali di una donna contraddittoria nella sua leggerezza.
Il passato di Vittoria torna a visitare Lea nelle sembianze dell’avvocato Pontecorvo, avversario legale ma presto parte dell’enigma, una delle diverse figure maschili del romanzo (il marito di Lea, i professori universitari del passato) che paternalisticamente la bollano come sognatrice. Lea ha troppa immaginazione, Lea si immagina le cose, Lea si fa dei viaggi. Essere donna, avvocato, e moglie è ammesso, ma solo se permetta a questi di non perdere il ruolo di uomini.
Ma più Lea scopre di Vittoria, dell’agio della sua vita passata, di quello che si è lasciata alle spalle, della sua morte, della sua relazione con Mara, più Lea indaga dentro sé stessa. Si fa delle domande, sulla sua vita, su cosa e chi le piace, come una bambina che nel capriccio tenta di riscoprirsi, in bilico tra gioco e confusione. Lea però è anche mamma, e le due figlie sono forse l’attracco che la tiene a riva, la mano ed il filo che gestiscono da terra l’aquilone dei suoi voli pindarici.
Chi dice e chi tace, il romanzo di Chiara Valerio, reduce dalla sestina del premio Strega, è un libro che produce delle vampate di thriller apparente, per poi mantenere una nervatura dal ritmo noir, balzellante e ondivago, che fino alla conclusione continua a passeggiare sulla spiaggia di Scauri, al ritmo bagnato della risacca.
Approfondimento
Chi dice e chi tace è permeato, agli occhi di chi scrive, di una spessa patina di melliflua incertezza, di dubbio permanente che si espande e ritrae ad intervalli irregolari sullo spazio di una verità indefinibile, perché slegata dal momento in cui la si cerca, indipendente dal tempo. É un libro che parla delle incongruenze di cui siamo composti, così chiari ma così ben nascosti allo stesso tempo, a noi stessi ed agli altri. Fraintendimenti nati da quelle debolezze che generano malintesi con noi stessi, facendoci incespicare in una realtà che si trasforma illusoria e ci sfugge. Per questo la ricerca di Lea, come l’esistenza di Vittoria, nelle parole di Valerio somiglia all’esistenza umana: esitante, insicura, goffa, capricciosa. Un mistero che non ha neppure senso tentare di risolvere.
Era un rompicapo. Non che cos’è la verità, ma quando è la verità. Quando una cosa è vera e quando smette di esserlo o quando è falsa e diventa vera. Insomma, la verità rispetto al tempo non vale niente.
Ma le vicende instabili degli umani sono anche fonte di consolazione nella realtà di Lea e di Vittoria. Consolazione come contentezza di un qualcosa in coabitazione con l’insicurezza, accettazione di quel che è fuori dall’alveo del controllabile. Un conforto che ci dice che rimediare è forse meglio di correggere, perché non si rinnega il passato e si abbraccia l’imperfetto.
Ogni volta che guardavo il sole calare nell’acqua pensavo che per essere belli bisogna solo tramontare.
Matteo Quartieri