Autore: Helen Garner
Pubblicato da Nottetempo - Febbraio 2024
Pagine: 336 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa
ISBN: 9791254800898
ASIN: B0CSDXMMBR
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Javo è un tossicodipendente: la sua ossessione è la droga, quando non ne ha, fa di tutto per averla; appena se ne impossessa, si perde nell’oblio che la roba gli regala; per quanto cerchi di disintossicarsi, ogni volta ci ricade.
Anche Nora ha una dipendenza: è Javo. Quando non è con lui pensa a cosa stia facendo, se la sta pensando e fa di tutto per averlo con sé; quando sono insieme, il tempo svanisce e si perde in quegli attimi di dolcezza; fa di tutto per sfuggirgli ma il suo richiamo è più forte della ragione.
Amo il rapporto che hai col tuo corpo. Amo che il tuo viso inizi a mostrare i segni del tempo. Amo quando mi dici che stai per venire… come ti trasformi in una bambina. La tua faccia sembra quella di una dodicenne.
Come piombo nelle vene è un romanzo sulle dipendenze. Narra la storia di Javo e Nora, indissolubilmente legati da un amore allo stesso tempo così totale e puro, ma anche così dilaniato dalla droga da non poter avere un’univoca interpretazione.
Per tutto il romanzo i due protagonisti cercano di trovare un equilibrio, una normalità, a partire da un sentimento vero e pure quale è il loro amore. Tuttavia, questo tentativo fallisce miseramente a causa della dipendenza dalla droga che trasforma Javo in un estraneo per Nora, la quale non si sottrae dall’aiutarlo ogni volta che lui torna bisognoso alla sua casa.
La narrazione è vera, brutale, non edulcorata da quelli che possono essere i canoni socialmente considerati accettabili di un legame tra un uomo e una donna. Nora e Javo hanno una vita al di fuori della loro unione: Nora ha una figlia, Gracie, che ama con tutta sé stessa, Javo viaggia e ha altre frequentazioni.
[…] avevo affrontato quella stessa battaglia con Gracie, anni prima: la odiavo perché la sua sola esistenza tracciava i limiti esatti della mia libertà; mi odiavo perché la odiavo; intanto la amavo, di un amore viscerale e indicibile […]
Tutto questo causa un lento divagare delle due vite che inesorabilmente le porta sempre a ricongiungersi, non importa quanto esse si siano allontanate durante questi viaggi.
La consapevolezza di appartenersi e amarsi di un amore al di là del tempo, delle relazioni e della droga è allo stesso tempo la loro salvezza e la loro condanna, consci di essere legati indissolubilmente per sempre a prescindere da dove le loro vite li porteranno.
Nessuno sa cosa ci guadagno con Javo, dal fatto di conoscerlo. E io non so spiegarlo. È che, quando scopiamo, o quando riusciamo a starcene insieme in pace, ci tocchiamo davvero.
Approfondimento
Helen Garner esordì con questo romanzo nel lontano 1977, la crudezza dello stile narrativo sicuramente non ci sconvolge abituati come siamo a ben più violente narrazioni; tuttavia, contestualizzando negli anni in cui è uscita la prima edizione, lascia di stucco come una donna di quell’epoca possa aver reso una realtà tanto devastante in maniera così nuda.
Il risultato è un romanzo scevro da giudizi che abbraccia un concetto di amore libero senz’altro all’avanguardia anche per quelli che sono gli standard attuali.
Per quanto sia brutale e frutto non tanto di una scelta libera, ma di una vera e propria dipendenza, i protagonisti sono responsabilizzati delle loro vite e delle loro scelte, anche nel caso in cui queste scelte si rivelino dolorose e a tratti autolesionistiche.
Con il procedere della narrazione, che devo ammettere non è delle più fluide o veloci, appare sempre più evidente la maturata presa di coscienza dei personaggi nei confronti delle proprie scelte come causa delle loro sofferenze, senza che ciò si traduca necessariamente nell’attuazione di scelte differenti.
È forse proprio questo il tratto così rivoluzionario del romanzo: i protagonisti si autoassolvono per le sofferenze che si sono autoinflitti, prendendo coscienza dei meccanismi che li hanno portati a quel punto senza però rimpiangere o rinnegare le proprie scelte di vita, per quanto dolore possano aver causato loro.
Roberta Mezza