Autore: John Banville
Pubblicato da Guanda - Aprile 2021
Pagine: 336 - Genere: Gialli, Noir
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori della Fenice
ISBN: 9788823527782
ASIN: B08XQYDBL6
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L’ispettore Strafford della Polizia di Dublino viene inviato a indagare su un caso di omicidio nella contea di Wexford. Un caso a dir poco scabroso si è verificato nella notte: un prete cattolico è stato ucciso nella ricca residenza di Ballyglass House, appartenente a una nobile famiglia di fede protestante.
Il genere umano non può reggere troppa realtà.
Un giallo dai toni noir attende i lettori di Delitto d’inverno. Non c’è affanno in questo giallo, non c’è una trama incalzante dal ritmo vertiginoso, eppure una pagina insegue l’altra senza battute d’arresto. I personaggi fanno la loro comparsa sulla scena senza che si possa dubitare di loro, o al contrario, si comincia da subito a nutrire dei sospetti su ciascun protagonista.
Nel pieno inverno del 1957 nella contea di Wexford, in Irlanda, avviene uno scabroso omicidio e incaricato delle indagini è l’ispettore Strafford. Le sue origini risalgono a una zona poco distante da lì e il sovrintendente Hackett ritiene che lui sia la persona più adatta a muoversi da quelle parti. Ma non è affatto così, Strafford non sa bene come affrontare l’omicidio di un prete cattolico, padre Thomas Lawless, avvenuto nella residenza di una ricca e nobile famiglia protestante. Per di più le indagini devono scoprire cosa sia successo, ma senza portare nulla alla luce. Le pressioni dell’arcivescovo Mc Quaid per insabbiare l’accaduto e farlo passare per un “incidente”, sono velatamente perentorie. La residenza è ormai la cadente testimonianza di una ricchezza passata e le antiche possenti mura, i polverosi tendaggi, i grandi focolari in pietra, vogliono nascondere la decadenza di un casato, ma celare anche pesanti segreti. Mentre la neve cade ininterrottamente da giorni, rendendo quasi impraticabili le strade, Strafford comincia a muoversi cautamente interrogando gli abitanti della villa, dove pare che assolutamente nessuno sia penetrato dall’esterno. Strafford è un uomo solo, giovane, magro, alto e allampanato; di poche parole, non sembra un investigatore, eppure comincia lentamente a tessere la propria tela attorno agli attori in scena.
Sylvia Osborne è la seconda moglie del colonnello, di molti anni più giovane del marito, soffre d’insonnia e spesso di notte vaga per la villa deserta; è lei che trova il cadavere e ne dà l’annuncio. Ma nessuno ha sentito nulla, tutti dormivano nella grande casa; l’irreprensibile marito, i figli del suo primo matrimonio, Lettice e Dominic, nonché la servitù. Ma i domestici ripuliscono e ricompongono il cadavere prima dell’arrivo della scientifica; cosa c’era da nascondere? E perché padre Tom frequentava così spesso la villa, tanto da lasciarvi in custodia il proprio cavallo e partecipare a battute di caccia come fosse uno di famiglia? Fonsey, il giovane stalliere dall’oscuro passato si muove come un’ombra sullo sfondo degli avvenimenti, sempre più cupi e nebbiosi come un rigido inverno in Irlanda.
Delitto d’inverno, oltre ai personaggi principali che occupano la residenza di Ballyglass House, offre altre figure molto interessanti che occorrono al narratore per completare la sua storia. Il sergente Radford, della polizia locale, sempre apparentemente malato di influenza, ma che nasconde l’ubriachezza dovuta al dolore per una grave perdita famigliare. Il sergente Jenkins, che aiuta Strafford nelle indagini, personaggio umile, ma dotato di intuito, gravato dal peso del suo enorme cranio e di un nome ingombrante come “Ambrose”. Rosemary, l’affranta sorella di padre Tom, che viveva con lui nella canonica, la quale svelerà all’ispettore le orgini della sua famiglia. E infine Peggy, la disincantata giovane cameriera dello “Sheaf of Barley”, la locanda gestita da Mr Reck, che è l’unica a comprendere quanto freddo senta Strafford, nel corpo e nell’animo: “…ci assomigliamo molto, tu e io. Non abbiamo idea di chi siamo, nessuno dei due. Non credi? Io provo versioni di me come proverei vestiti in un negozio”.
Approfondimento
Decisamente un bel romanzo, poiché incasellare questo libro nel genere giallo/noir, è riduttivo. Lo scavare a fondo nella psicologia dei protagonisti pare un’abilità che viene del tutto naturale a Banville, come l’utilizzo di un vocabolario ricco e insolito. Davvero notevole il gusto raffinato con cui l’autore utilizza con scioltezza termini ricercati e a dir poco inusuali. Ottima occasione, questa lettura, per arricchire le proprie conoscenze linguistiche:
Cupreo: dal sapore di Rame
Spunterbo: la mascherina delle scarpe
Strombature: Le svasature delle pareti in corrispondenza delle finestre
Consiglio di tenere a portata di mano carta per appunti. Complimenti al traduttore!
Francesca Balacco