Autore: Giovanna Cristina Vivinetto
Pubblicato da Bur - Febbraio 2020
Pagine: 144 - Genere: Poesia
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Contemporanea
ISBN: 9788817145527
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Testo “poetico universale e autentico, in cui l’esperienza personale si trasfigura per accogliere il vissuto di ciascuno, interrogando un vuoto in cui, a ben vedere, siamo sempre stati”
Vi sono due vite, quella che viviamo nel presente e quella che scorre nei nostri ricordi, spesso volutamente messa da parte per cercare di dimenticare ciò che di negativo ha suscitato in noi. Ma non è imprigionandola dentro il nostro Io più profondo che si riuscirà a liberarsi di lei: solo affrontandola, guardando in faccia il dolore che ci provoca si può riuscire ad assimilarlo per ricominciare a respirare. Questo è il messaggio principale che Giovanna Cristina Vivinetto vuole far arrivare al suo pubblico, e lo fa a modo suo, mischiando poesia e prosa con grande abilità, anche se il risultato è un testo difficile da leggere e capire fino in fondo.
Il libro di divide in tre parti.
Nella prima si parla di un crimine simbolico che farà si che l’assenza, il vuoto lasciato da chi va via, entri a far parte della vita di chi resta sottoforma di pensieri, oggetti, rimorsi che rendono il dolore e ciò che non è stato difficile da accettare.
Col tempo avremmo imparato
per non farci cogliere mai più impreparati
a saper far parlare anche il vuoto
Nella seconda è la malattia la protagonista, malattia che si accanisce nella mente prima e nel corpo poi di una donna, credo la madre dell’autrice, e che viene rivista e rivissuta da lei passo per passo mettendo in luce lo strazio e il dolore di entrambe provati fino all’ultimo istante.
E infine, nella terza parte, viene descritta la Sicilia del passato, le persone che l’hanno abitata e caratterizzata con i loro comportamenti, le loro parole i loro pensieri, dando vita a una cartolina vivente dove è facile addentrarsi e camminare con le sensazioni che, parola dopo parola, Giovanna Vivinetto riesce a far vivere a chi legge.
Approfondimento
Bellissimo libro dove la poesia arriva dritta al cuore e intrappola la mente quasi stupendoti. Non esistono rime, la musicalità non c’è, ma c’è il racconto che grazie all’abile utilizzo dei termini riesce a incantare.
Alcune descrizioni le ho trovate di una bellezza unica, nonostante i temi affrontati più di una volta sfiorino il buio, ma d’altronde le ombre non fanno parte della vita quotidiana?
Le madri del paese prima di essere madri erano idee distratte di vento tra le casse di frutta dei loro padri…Le madri del paese prima di essere madri erano corde tese a vibrare al di sopra del dolore…Si racconta che una di loro fosse stata offesa da Carmine il vicino e dalle sue mani di nodi…
Spesso mi sono commossa leggendo queste righe ritrovandomi nelle parole dell’autrice che assumono carattere universale nonostante descrivano situazioni e persone a lei legate. Mi è piaciuto moltissimo come ha dipinto l’assenza di chi ormai non c’è più, assenza che per noi diventa tanto più presente proprio perché manca
Bisogna che gli occhi si abituino
Alla sagoma mancante nella luce
che traspare nel vano della portafinestra
La forma che prende l’aria, sai, a volte
ti assomiglia – così capita che ci si rivolga a te
come se ancora potessi ascoltare.
La sua abilità, a parer mio, consiste nell’andare direttamente al sodo colpendoti il cuore come un pugnale. Senza fronzoli, senza troppi giri di parole descrive il suo sentire che diventa il mio e quello di chiunque si accosti a queste pagine. Liberando il passato dalla paura di ciò che è stato riesce a farlo rivivere nell’oggi rivestendolo di eternità, perché, per quanto noi non vogliamo vederlo, il passato è dentro di noi ed è quello che ci indica la strada da seguire per far si che la nostra anima si plachi e guardi finalmente al futuro.
Aira Ria