
Autore: Roan Johnson
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2017
Pagine: 240 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri

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La terribilità colpisce il protagonista mentre fa l’amore con la sua fidanzata. Appurato scientificamente che il problema non riguarda solo l’amplesso ma anche l’orgasmo, il nostro protagonista si affida agli psicofarmaci. La situazione non solo non migliora, ma comincia a invadere altre sfere della sua vita sia pubbliche sia private.

Nel mezzo del cammino della sua vita (38 anni) Roan Johnson, autore e protagonista di Dovessi ritrovarmi in una selva oscura, questo ironico romanzo breve, scopre di essere in ritardo su tutto: non ha figli, ha un lavoro creativo ma non sicuro, si accorge soprattutto che il tempo per rimettersi in pari non gli basta più.
L’ansia lo invade a tal punto che un giorno facendo l’amore con la sua eterna fidanzata, Ottavia, nell’istante prima di raggiungere l’orgasmo, viene colpito da un terribile mal di testa che lo blocca e lo getta nel panico. I giorni seguenti prova a rifare l’amore, a masturbarsi, ma il dolore torna sempre proprio un attimo prima dell’orgasmo. Roan fa molti tentativi per vincere il suo terribile mal di testa, accompagnato dalla madre e dalla fidanzata, consulta medici, psicologi, psichiatri che gli prescrivono farmaci e psicofarmaci. Tutti i rimedi però purtroppo si rivelano inutili.
Il grave problema non sembra risolvibile anzi durante la risonanza magnetica a cui decide di sottoporsi, ha il suo primo inaspettato attacco di panico, e qualche giorno dopo scende da un aereo un istante prima del decollo, colto da un terrore irrazionale. Roan impara così tristemente e dolorosamente a convivere con la sua terribilità, così la chiama lui, che giorno dopo giorno lo limita in molte altre situazioni importanti della sua vita.
Roan intraprende inconsciamente un percorso catartico attraverso una meta-narrazione del suo stato psico-fisico che lo mette totalmente a nudo. Nasce così Dovessi ritrovarmi in una selva oscura, una storia forte, intelligente, satirica, che analizza l’ansia dell’autore/protagonista ma che è metafora anche dell’ansia che pervade un’intera generazione. La selva oscura è il luogo emblema dove Dante si smarrisce all’inizio del suo percorso attraverso l’inferno, il purgatorio e il paradiso per la sua redenzione, chiaro quindi il simbolismo creato da Roan Johnson per identificare il suo personale viaggio di autocoscienza. Un viaggio di riflessione interiore, di ricostruzione del suo passato, di riscoperta del suo “grande smatto”, una grossa crisi che aveva avuto a ventidue anni, di consapevolezza del suo male di vivere, di rilettura dei suoi comportamenti giovanili estremi, vagabondaggio, stile di vita molto irregolare, abuso di sostanze stupefacenti.
La terribilità diventa quindi un meccanismo per scavare in se stesso e ritrovare la sua vera identità è il fattore scatenante che gli permette di superare, anche se solo in parte, le sue paure, i suoi blocchi psicologici, le sue ansie. Rielaborare il passato permette a Roan Johnson con grande semplicità di conoscersi meglio, di scrivere un romanzo autobiografico e di regalarci delle godibili ore di lettura.
Approfondimento
Roan Johnson è un apprezzato regista e sceneggiatore italiano, vincitore di un’importante premio letterario per la sua opera prima Prove di felicità a Roma Est, con questo suo secondo romanzo racconta le paure e le speranze di un giovane uomo in questi tempi di crisi.
E lo fa con un umorismo sottile – in cui confluiscono le sue radici inglesi e toscane – impreziosito da un velo di divertita malinconia. Suggestioni scientifiche (il numero medio di battiti del cuore degli esseri viventi, la debolezza della forza di gravità) e scene di vita quotidiana si alternano in un romanzo originale, intelligente e divertente, dove argomenti universali quali il sesso, la paura della morte, il desiderio di genitorialità vengono trattati con profondità, ironia e leggerezza.