
Autore: Tomi Adeyemi
Pubblicato da Rizzoli - Giugno 2020
Pagine: 432 - Genere: Fantasy, Young Adult
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Ragazzi
ISBN: 9788817146586

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Siamo nel mondo fantastico di riti, scontri magici, incantesimi, lotte e sangue, i cui protagonisti, nonostante gli errori commessi, continuano a lottare senza arrendersi ad ognuno dei tanti ostacoli che gli si presentano.

«Se non vuoi più la magia cos’è che vuoi?» La sua domanda mi fa esitare. Tutto ciò che voglio sono le persone che ho perso. Ma più ci penso, più mi ricordo l’abbraccio di Mama. Il calore della fuga rappresentata dalla morte. «Voglio essere libera» sussurro. «Voglio farla finita.»
Figli di virtù e vendetta è un libro che segue ad un’altra narrazione precedente, ovvero Figli di sangue e ossa. Infatti la narrazione comincia proprio con la morte di Baba, il re. Questo risulta essere il prezzo pagato per aver compiuto un rito a Orisha per far ritornare la magia.
Sono riuscita comunque a seguire la storia, nonostante non avessi letto il primo volume. Pur non conoscendo i personaggi devo dire che ho avuto la possibilità di scoprirli a poco a poco. Non mancano, soprattutto inizialmente, riporti al passato, in cui si accenna agli eventi dai quali si avvia questa narrazione, oltre a conoscere da vicino le loro paure, desideri, piani e quant’altro.
Ma cominciamo quindi a narrare dall’inizio la trama.
Le vere due protagoniste sono Zélie e Amari, che provando a far tornare la magia a Orisha, hanno risvegliato i poteri dei maji e dei nobili. Zèlie però si mostra tanto forte quanto debole poiché non sempre si trova in una situazione favorevole. Essa lotta per unire i maji, ma al contempo si trova ad affrontare un’alleanza nemica, quindi deve sia realizzare il proprio obiettivo, ovvero quello di far salire Amari al trono e sia proteggere il suo popolo. Ed ecco qui uno dei punti cruciali della narrazione: la protagonista deve combattere per il proprio regno, per evitarne la distruzione totale.
Alcuni personaggi sviluppano un cambiamento durante la narrazione, come Amari, che aumenta la sua forza, ma a volte non riesce a prendere delle buone decisioni. Ritornando a Zélie, possiamo dire che sia sola al mondo se non fosse per il fratello Tzain, il quale è innamorato di Amari, la quale a sua volta non va a genio a Zélie. Altro aspetto molto importante è l’incipit cupo e drammatico della narrazione, con una scena di morte, che indica anche fallimento, speranze perdute. È un ambiente in cui non c’è posto per la speranza, è un tempo in cui si cerca di convincere le persone ad aiutarti, tempo di lotte, di riuscire a sacrificare il meno possibile.
Ero alla ricerca di formule magiche in grado di aiutare i Connettori in battaglia. La capacità di creare un piano speciale e di fonderlo nella mente di qualcun altro non rappresentava qualcosa che potessimo usare. Però, riflettendo sulla formula magica, mi sono resa conto che gli dei mi avevano dato esattamente ciò di cui avevo bisogno.
Approfondimento
Comincerei col dire che leggendo Figli di virtù e vendetta ho notato una narrazione spedita, infatti l’ho divorato in pochissimo tempo, ma al contempo difficile da assimilare, a causa di tutto ciò che accade. Non si tratta di una lettura pesante in quanto fantasy, ma alle volte può sembrare divenire più pesante a causa di alcuni eventi.
Ho trovato molto bello che in una narrazione ogni capitolo, oltre a un titolo, avesse anche il nome della persona che narrava, ovvero quello dei protagonisti principali. Concludo col dire che non mi ha entusiasmato molto il fatto di leggere tra le righe poca speranza, ma bensì ho letto molto il pensare alla lotta, alle volte perdere la forza d’animo e alle volte sembrava di sprofondare in uno stato cupo di amarezza.
Francesca Incardona