Autore: Claudio Regeni, Paola Deffendi
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2020
Pagine: 224 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788858838273
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Giulio fa cose è la drammatica storia di Giulio Regeni, giovane e brillante ricercatore presso l’Università di Cambridge che, a conclusione del suo Dottorato di Ricerca, si reca in Egitto per la tesi. Giulio scompare il 25 gennaio del 2016. Il suo corpo, barbaramente violato, tormentato, torturato, viene ritrovato il 3 febbraio sul ciglio della strada alla periferia di Alessandria.
Ucciso in un paese straniero. Da un governo straniero.
Giulio fa cose è scritto da Paola Deffendi e Claudio Regeni, con la collaborazione di Alessandra Ballerini, legale che li ha seguiti e aiutati nella battaglia alla ricerca della verità. I genitori di Giulio hanno educato i figli, Giulio e Irene, all’amore per i viaggi, alla curiosità per il mondo, alla conoscenza degli altri, alla consapevolezza che la scoperta del mondo ed il rispetto di tutti quelli che lo abitano, sia un conoscere meglio sé stessi.
Giulio ha viaggiato fin da piccolo avendo modo di conoscere e apprezzare abitudini e modi di vita diversi, senza per questo dimenticare o rinnegare le proprie radici, prima di tutto la cucina, la lingua, il dialetto e l’attaccamento alla famiglia. Giulio aveva persino continuato a leggere Topolino, fondamentale per il bagaglio di conoscenze che riusciva a trovarvi.
Ormai adolescente, ritorna con la famiglia a Trieste, si iscrive al liceo linguistico e, al compimento del triennio, si sottopone alla selezione per frequentare Il Collegio Del Mondo Unito. Supera la selezione, sceglie come destinazione il New Mexico, completa gli ultimi due anni delle Superiori. Dopo qualche anno, si laurea e vince un Dottorato di Ricerca in Inghilterra, a Cambridge. Giulio, come molti suoi coetanei, aveva inutilmente cercato lavoro in Italia.
Dall’Università di Cambridge è inviato in Egitto per studiare la condizione del Sindacato in quel paese. Sarà la sua ultima ricerca. Il lavoro era quasi terminato, ancora qualche mese e poi sarebbe tornato. Il 24 gennaio 2016, Paola e Claudio lo sentono per l’ultima volta; dal 25 scompare. Il 27 la famiglia viene informata dal Console che Giulio è scomparso. Viene raccomandato alla famiglia il silenzio.
Il 30 gennaio i genitori partono per Il Cairo. Inizia il viaggio più lungo, più logorante e straziante della loro vita. Un viaggio per conoscere i mandanti, gli esecutori, i torturatori, i testimoni, gli assassini di Giulio Regeni. Un viaggio non ancora finito.
Approfondimento
Dalla speranza di trovare Giulio in vita, al dopo, al rito degli incontri. Genitori sbattuti in incontri istituzionali e non, giorni dolorosi, laceranti interrogatori, interviste, falsità, menzogne. Lo spargimento di fango, gratuito, della stampa che ha attribuito un profilo, ha dato a Giulio un’identità, senza conoscerlo. Le falsità diffuse da certi giornali italiani, hanno fatto da stampella alle palesi bugie della stampa egiziana che ha descritto Giulio come uno che frequentava prostitute, spacciatori, si drogava. Una spia. Da subito il governo egiziano ha coperto con depistaggi, bugie, silenzi, il sequestro, le torture e la barbara uccisione di Giulio. Lunga e faticosa la lotta della famiglia Regeni contro queste calunnie.
Gli incontri istituzionali: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidenti di Camera e Senato. Il Parlamento Europeo. Ministri, consoli, magistrati.
Promesse rassicurazioni. Auspichiamo, deploriamo, assicuriamo, ci impegniamo. Collaborazione e verità. La richiesta di interruzione dei rapporti tra l’Italia e i paesi dell’Unione Europea con l’Egitto cade nel vuoto. Dopo un primo richiamo dell’ambasciatore dall’Egitto, a distanza di qualche mese, viene inviato un nuovo ambasciatore. Interessi economici e scambi commerciali lo esigono. E mentre le indagini vanno a rilento, gli accordi finanziari, politici, risultano scelte prioritarie irrinunciabili, anche con paesi in cui la tutela dei diritti umani è carta straccia. Il turismo tra l’Italia e l’Egitto riprende alla grande, è fiorente la vendita di tecnologie, anche di pezzi o strumenti utilizzabili contro i sospettati, i dissidenti, quelli invisi al potere.
La famiglia di Giulio si trova abbracciata, accarezzata e sostenuta da migliaia di giovani e non, fra cui amici di Giulio ma anche uomini e donne che nel mondo si sono indignati e sono tuttora indignati, per l’ostilità del governo di Al-Sisi a rendere verità e giustizia ad un lavoratore, brillante studioso, amante dell’Egitto. L’aver catturato e ucciso cinque giovani egiziani accusati ingiustamente dell’omicidio di Giulio, è stata un’azione degna delle peggiori dittature.
Giulio fa cose, non va commentato né recensito. Va letto.
Lina D’Alessandro