Autore: Laura Purcell
Pubblicato da DeA Planeta - Ottobre 2018
Pagine: 384 - Genere: Noir
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
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Londra 1865 - Elsie deve ricordare il suo passato. Dopo il crollo di The Bridge l’unico modo per salvare la propria vita è portare alla memoria cosa è accaduto nei mesi successivi al suo arrivo in manicomio. Ma come fare, quando anche solo il più piccolo ricordo può essere terrificante? O quando al tuo risveglio tutto intorno a te grida “assassina”?
È il 1865 quando Elsie, insieme alla cugina del defunto marito, Sarah, si trasferisce nella tenuta di The Bridge. La casa sorge abbandonata tra la nebbia nei pressi del paesino di Torbury St Jude, circondata dalle maldicenze, dalle storie di figure demoniache, di streghe e da un cimitero. Tutto ciò non aiuta il morale della povera Elsie, che incinta e vedova è costretta ad abitarla e viverne i più oscuri segreti.
Le parole le ribollivano in petto. Le facevano male le costole e le pizzicavano le labbra, tanto erano potenti. Ma erano fantasmi, echi di cose passate. Non le avrebbe pronunciate mai più.
Quel luogo nasconde un mistero, il periodo di lutto della povera giovane diventa la culla del suo inferno personale. La porta di una soffitta scatena una serie di eventi inspiegabili a cui Elsie, con l’aiuto di Sarah, cercherà di dare un senso attraverso la lettura di alcuni diari della prima proprietaria del maniero, Anna.
Ciò che Elsie scopre, il passato di The Bridge, della prima famiglia Bainbridge ad averla abitata, sono legati a una bambina, Hetta, e ai suoi compagni di giochi, figure di legno, dalle sembianze quasi umane che furono acquistate dalla madre Anna per allettare gli ospiti illustri nel lontano 1635.
Approfondimento
Gli amici silenziosi di Laura Purcell è un libro che potremmo definire dinamico a tinte macabre. La sua narrazione infatti varia su tre distinti livelli temporali, uniti tra di loro dalla trama che sempre più tiene attivo il lettore avido di sapere e dare risposta alle sue domande.
La storia principale è il presente del 1865 vissuto da Elsie, è il richiamo all’attenzione e all’inizio di una serie di inspiegabili successioni di fatti che devono trovare risposte nella memoria della giovane.
Nel manicomio di Londra che prende il nome di Ospedale di St. Joseph, la nostra protagonista è spinta incessantemente alla ricerca della verità per scagionarsi dalla colpevolezza per una serie di omicidi avvenuti molti mesi prima. Attraverso questa parte di narrazione siamo immersi insieme ad Elsie in uno stato di costante angoscia e abbandono, la scrittura della Purcell ci permette di sentire attraverso le sue parole gli stessi stati d’ansia di Elsie, la profonda incapacità di lasciar andare le parole e la paura costante di un evento passato a cui ancora non sappiamo dare nome.
È proprio la seconda linea temporale, quella che prende il nome di The Bridge 1865, che riesce a farci capire il perché del presente.
Siamo così catapultati nel passato, non troppo remoto, di Elsie grazie ad Elsie stessa. Non trovando le parole, la ragazza inizia a scrivere i suoi ricordi. Nasce un diario, una nuova narrazione avvolta nella nebbia come i pensieri della protagonista e il mondo che la circonda. La narrazione è così dettagliata in ogni suo particolare da farti sentire il gelo del maniero sulla pelle, l’incessante voglia di guardarsi intorno, l’inspiegabile percezioni di suoni come il legno che scricchiola, una porta che si apre.
Una porta nel libro si apre davvero, rivelando in soffitta gli amici silenziosi, “dipinti” in legno di origine olandese così perfetti da sembrare quasi reali, con la capacità di guardarti nell’anima:
In fondo alla stanza, tra le ombre, la scrutavano un paio di occhi bruno-verdastri. Un telo bianco nascondeva gran parte del viso, ma si potevano vedere le pupille, che la fissavano con un’attenzione innaturale.
La soffitta svela la terza linea temporale, The Bridge 1635. Insieme agli amici compaiono due diari, la mano che li ha scritti è quella di Anne Bainbridge. Ma non è la nostra nuova narratrice la protagonista del suo scrivere, bensì la figlia Hetta (Henrietta Maria, nome che condivide con la Regina Enrichetta Maria di Francia moglie di Carlo I°). Nata dalla sconfinata voglia di Anne di avere una figlia femmina, per sostituire la defunta sorella, la bambina è il frutto malato (a causa di una deformazione della lingua che la rende muta) di una serie di esperimenti con erbe, pozioni e invocazioni.
Questa è la parte del libro che nasconde un cuore da romanzo gotico che si propaga poi nella altre due parti: seppur prevalente per tutta la trama, la morte, in questa parte del racconto, assume significati più profondi, ogni aneddoto succede per un preciso motivo, sembra essere strumento di un rituale; viene inserito e spiegato il tema della possessione demoniaca, siamo portati a credere nell’esistenza di un’altra volontà che esula dal volere dei personaggi e che scaturisce da un male superiore e ancestrale.
Gli amici silenziosi
è un piccolo gioiellino della letteratura noir, a partire dalla copertina che nasconde in sé dettagli della trama; inoltre, è capace di scatenare nel lettore una simbiosi così forte con i suoi personaggi, specialmente con la protagonista Elsie, da far vivere ogni paura, ogni sospiro e far percepire ogni piccolo rumore. Se non si è abituati a leggere questi libri, sono sicura che le descrizioni così minuziose e precise faranno venire voglia di accendere la luce, oppure leggere durante il giorno.
Di un’altra cosa sono fortemente sicura, non è possibile smettere di proseguire nella lettura per la voglia di scoprire come va a finire, se Elsie sarà capace di ricostruire nella sua memoria la trama intricata degli eventi e a superare il suo passato.
C’è solo un piccolo dettaglio, un personaggio, che sfugge alla trama e che alla fine potrebbe far ribaltare la situazione, ma di cui a metà libro si perdono le tracce forse per volere dell’autore o forse per svista ; è l’unico motivo per cui, essendo legata agli intrecci di questo libro, non mi sono sentita di premiarlo a pieni voti.
Mara Caruso