Autore: Ildefonso Falcones
Pubblicato da Longanesi - Ottobre 2016
Pagine: 905 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja scienza
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Uno straordinario romanzo di lealtà e vendetta, amori e sogni, ma soprattutto di fortissime emozioni. Un grande bestseller, un romanzo grandioso come una cattedrale.
Non devi inchinarti davanti a nessuno.
Barcellona, 1387. Arnau Estanyol, ormai anziano, è diventato amministratore del Piatto di Santa Maria del Mar e probiviro di Barcellona e la vita sembra aver finalmente concesso a lui e alla moglie un po’ di pace. La morte di re Pietro sconvolge però gli equilibri di Barcellona: il principe Giovanni sale al potere e, con lui, i Puig che, individuato Arnau, non tardano ad attuare la loro sanguinosa vendetta. Nessuno osa contrapporsi all’esecuzione senza processo, timorosi di una rivalsa da parte di questi nuovi nobili. Nessuno tranne Hugo Llor, un ragazzino di dodici anni che, rimasto orfano di padre, aveva trovato in Arnau un mentore. A nulla però servono le sue proteste, e Hugo si troverà solo, senza la madre, costretta a risposarsi, la sorella, serva in un convento, e senza i compagni dei cantieri navali che gli voltano le spalle, intimoriti dalle persone che lui ha sfidato.
All’ombra di una Barcellona affascinante ma indolente, muta di fronte a tutte le crudeltà che accompagnano quest’epoca di contraddizioni, dove il potere è ottenuto, mantenuto e amministrato tramite violenza, paura e superstizioni, Ildefonso Falcones in Gli eredi della terra segue la vita di Hugo tra sogni, delusioni, amori – veri e falsi –, e la ricerca di vendetta. Violenza, ipocrisia, discriminazioni religiose, soprusi: pagina dopo pagina ci rendiamo conto di quanto valga il monito di Arnau a Hugo, Non devi inchinarti davanti a nessuno, ma anche di quanto costi. E ci sorprendiamo della determinazione dei protagonisti ad andare avanti, nonostante tutto, a testa alta, a sperare in un futuro migliore per le persone amate.
Ildelfonso Falcones ci racconta la storia di un ragazzo che a poco a poco diventa uomo, ma ci racconta anche la storia della Barcellona del Quattrocento, la cui politica è intrecciata a maglie strette alle vite dei protagonisti, il tutto sotto l’imponente e sempre presente figura della Cattedrale di Santa Maria del Mar.
Approfondimento
A dieci anni di distanza dal suo romanzo storico d’esordio, La cattedrale del mare, Falcones ritorna al punto di partenza e al suo universo affascinante narrando l’appassionante storia di un uomo che non si arrende di fronte ai colpi dell’avverso destino, vittima di intrighi di potere orditi da nobili corrotti che si fanno beffa del popolo sempre più oppresso.
Ancora una volta l’autore consegna ai lettori un coinvolgente e convincente affresco storico avente come sfondo la Barcellona feudale del XV Secolo e della sua cattedrale, Santa Maria del Mar.
Se nel precedente romanzo Falcones raccontava le vicende di Arnau Estanyol, che avrebbe dedicato la propria vita alla costruzione di un’opera immortale, qui ripropone sulla scena un Estanyol anziano, benefattore di Hugo Llor un ragazzino di dodici anni, orfano del padre marinaio “inghiottito dalle onde durante una traversata verso la Sicilia”, che già lavorava nell’arsenale marittimo.
Non era facile la vita nel nuovo quartiere di Barcellona, il Raval, e Hugo “mani e faccia sporche come la camicia che indossava”, l’aveva imparato presto. Quella mattina del 4 gennaio 1387, il mare era burrascoso, il cielo grigio, sulla spiaggia i lavoratori dei cantieri navali erano tesi mentre si fregavano le mani o le battevano per scaldarle, tutti con lo sguardo rivolto verso il mare. Anche Hugo non riusciva a staccare gli occhi “in cui brillava una luce intelligente” dalla galea, imponente carcassa indifesa contro la quale s’infrangeva la mareggiata. Ai marinai spettava il duro compito di disancorare la Santa Marta e di trainarla fino alla riva, dove “un nugolo” di uomini dovevano trascinare la galea all’interno dei capannoni, dove avrebbe svernato. Hugo lavorava come apprendista alle dirette dipendenze del “genovese” alias Domenico Blasio, uno dei migliori maestri d’ascia di tutto il Mediterraneo. Era stato messer Estanyol a raccomandare Hugo al “genovese”, perché Arnau nutriva del sincero affetto per il ragazzino. Tutti sapevano chi era l’anziano uomo e ne ammiravano la storia, qualche vecchio ancora raccontava i tanti favori di Arnau alla confraternita dei “bastaixos” (scaricatori di porto), e ai colleghi. Ma il vento della vendetta stava per piombare su Barcellona, travolgendo tutto e tutti.
Gli eredi della terra è un romanzo molto lungo e, ahimè, spesso ripetitivo. I personaggi hanno molte sfaccettature e sono intrisi di dettagli tanto che a volte non sembrano leali, ma leggere Falcones da’ la possibilità di conoscere un secolo di storia di un paese, la Spagna, per molti versi simile all’Italia, molto appassionante.
Pamela Minino
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