
Autore: Gianmichele Lisai
Pubblicato da Newton Compton - Luglio 2015
Pagine: 344 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Tradizioni italiane
ISBN: 9788854181137

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Una storia di un’isola variegata da tanti tipi di crimini; quanto può un territorio apparentemente così piccolo contenere dentro tutto ciò?

Storicamente e sociologicamente, questo libro è ricco di casi, risolti e irrisolti, indipendenti dal contesto: esecuzioni commesse da killer a pagamento, uccisioni “casuali” di obiettivi sbagliati, errori giudiziari, infanticidi, femminicidi, uxoricidi, eccidi, omicidi di ogni genere e altre atrocità, spesso così inspiegabili da non potersi archiviare neanche nel comodo scenario dell’umana follia.
Ripercorriamo, grazie a questo libro, tutta la storia dei delitti e crimini commessi in quest’isola. I delitti della Sardegna narra infatti cento casi di crimini che possiamo definire molto crudeli; riguardano ogni tipologia di persona a cui viene recato un danno più o meno diverso.
Alle volte assistiamo alla creazione di scenari macabri e un po’ cruenti come per esempio la brutta fine che fece Gambetta, uomo di riferimento dell’arcivescovo, che fu catturato e poi torturato con delle tenaglie roventi, poi legato con ogni arto a quattro cavalli diversi e infine lasciato morire dentro una gabbia appesa. Anche persone di grande rilevanza politica e militare furono colpite ed è il caso di Don Agostino Castelvì, marchese di Laconi.
È anche il caso della morte di Paolo Mossa, che preso di mira da quattro sicari che si nascondevano dietro una collina fu ferito con quattro colpi d’arma da fuoco. Altro episodio che si narra è quello del cadavere di una ragazza gettato in fondo ad un pozzo. Non mancano di certo nemmeno le complicanze amorose, come quella di don Giacomo che si era innamorato di Angelica Addis, una ragazza che apparteneva alla fazione rivale rispetto alla sua, con cui iniziò una tragica relazione.
C’erano anche chiaramente casi in cui le nozze non venivano approvate dai genitori di lei, nonostante le innumerevoli proposte da parte del ragazzo. Ci sono anche dei fatti curiosi come quando sparì da Cagliari l’avvocato Gianfranco Manuella e la sua macchina fu ritrovata giorni dopo, oppure in Costa Verde ci furono ben cinque omicidi, senza alcun collegamento tra loro; erano avvenuti in modo diverso e le vittime non avevano nessun legame, erano una coppia di turisti tedeschi, due pastori e un macellaio.
Se parliamo di sequestro di persona possiamo parlare di un imprenditore ortofrutticolo che fu rapito da alcuni malviventi armati e fu portato in una grotta e costretto lì ad un lungo calvario. In un altro caso dei malviventi strapparono dalle braccia del padre la figlia di sei anni; questo era sequestro di persona a scopo di estorsione, infatti il riscatto fu immediatamente fissato a 150.000 lire, una cifra molto elevata. Troviamo anche casi assurdi di infanticidio, come quando una coppia trovò, vicino al fiume, il cadavere di un neonato; si scoprì poi che era stato un vero e proprio infanticidio per soffocamento, confermato successivamente che era accaduto con sette metri di carta igienica.
Uno dei casi che trovo attuale ne I delitti della Sardegna è quello che narra la posizione scomoda in cui si trovavano i migranti sardi nel resto d’Italia; erano anche definiti con nomi come “sardegnoli”. Si diceva che rubassero il lavoro agli italiani, offrendo manodopera a basso costo, erano ritenuti un po’ violenti, dediti all’alcol, alle risse e non erano definiti rispettosi delle regole civili. Ci furono alla fine una sessantina di feriti, tra qui gente sfigurata e mutilata.
Approfondimento
Ho trovato molto interessante il fatto che ognuno dei cento capitoli de I delitti della Sardegna fosse accompagnato da una rispettiva immagine che raffigurava il luogo che viene menzionato o la persona di riferimento, o ancora foto di vecchi giornali che narravano la notizia. Soprattutto affascinante guardare i vari luoghi da visitare in Sardegna come la torre dell’Elefante a Cagliari, il monte Limbara, il monte Gonare e sicuramente altri bei posti naturalistici e non.
Un ultimo dettaglio che mi ha colpita è stato l’inserimento di tradizioni come la spiegazione che a Jerzu ogni 20 gennaio celebrano la festa di San Sebastiano che coincide con l’inizio del carnevale.
Francesca Incardona