Autore: Amin Maalouf
Pubblicato da La nave di Teseo - Giugno 2021
Pagine: 264 - Genere: Romanzo distopico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Oceani
ISBN: 9788834606377
ASIN: B09794PR35
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In una minuscola isola dell’Atlantico del nord, Antiochia, risiedono solo due persone, il fumettista canadese Alec Zander e la scrittrice Ève Saint-Gilles, autrice di un unico capolavoro. I due vivono le rispettive solitudini nei quarantasei ettari dell’isola, separati dal resto dell’arcipelago da uno stretto braccio di mare che, con la bassa marea, si può attraversare a piedi. Ma la loro vita tranquilla e abitudinaria viene sconvolta da un blackout totale, tutti i mezzi di comunicazione sono fuori uso, e ciò li costringe a uscire dal loro geloso isolamento. Cosa sarà accaduto? Il mondo è stato vittima di una tragedia?
A cosa serve vivere altri centocinquant’anni se il mondo non ci appartiene più?
La minuscola isola di Antiochia, immersa nell’Atlantico del nord, ospita due soli abitanti: un fumettista e una scrittrice. Il primo, che firma le sue vignette sotto lo pseudonimo di Alec Zander, è la voce narrante del romanzo. La seconda, Eve Saint- Gilles, è l’altra faccia della medaglia che analizza gli eventi narrati.
Da sempre vicini inavvicinabili, gelosi della rispettiva solitudine che hanno scelto come compagna di vita, saranno messi difronte alla necessità di incontrarsi, parlarsi, conoscersi. Un giorno di novembre, infatti, un blackout generale blocca qualsiasi tipo di comunicazione con la terraferma e Alec inizia da lì in poi a tenere un diario per registrare gli avvenimenti che stanno cambiando la Storia dell’essere umano.
A bloccare le comunicazioni e mettere in ginocchio le più grandi potenze mondiali, sono gli “Amici di Empedocle”, un popolo che ha sembianze umane ma che poco ha a che vedere con l’umanità come la conoscono Alec ed Eve. Venerano il filosofo di Agrigento e seguono i suoi insegnamenti in nome di una conoscenza superiore che non contempla conflitti o nemici, se non la morte. Le intenzioni dei “fratelli inattesi” si rivalino quindi nobili: sono intervenuti, uscendo allo scoperto, per disinnescare il pericolo di una lotta nucleare tra le più grandi potenze mondiali ed evitare un cataclisma. La loro venuta, tuttavia, mette in crisi quelle stesse potenze che riconoscendo la superiorità del Popolo faticano ad accettarla, dovendosi scoprire inferiori per la prima volta.
Alcune sere brindiamo insieme all’annientamento della nostra civiltà ingorda e arrogante, che ha evidentemente perso la bussola ma rimane convinta di aver sempre ragione. Tuttavia, sono onesto, mi unisco a questi brindisi per educazione e affetto nei suoi confronti, più che per convinzione. Amo la vita che mi sono costruito, amo la mia minuscola isola, amo disegnare, amo scrivere, e questi sconvolgimenti mi spaventano.”
La voce narrante de I nostri fratelli inattesi, Alec, registra in un diario gli avvenimenti che si susseguiranno nel mese di permanenza degli Amici di Empedocle tra gli esseri umani. Lungi dall’essere una cronaca asettica, all’interno delle pagine si intrecciano le preoccupazioni, i tumulti, la frustrazione di Alec – specchio di quelli dell’intero mondo occidentale che mai prima si era visto mettere in discussione –, la necessità di risposte e la lotta interiore che lo accompagna per tutto il romanzo: è consapevole delle buone intenzioni dei suoi nuovi fratelli, eppure non riesce a non maledirli, così tanto caro alla vita che conduceva prima del loro arrivo. Le pagine ospitano naturalmente anche Eve in tutta la sua integrità di personaggio: è prima vicina, poi amica, poi amante di Alec, ma soprattutto è parte attiva di un continuo dialogo col protagonista. Se per Alec questa nuova situazione è difficile da capire, Eve ne è entusiasta e aspettava da tempo che qualcuno arrivasse a salvarla da un’umanità ormai votata alla mediocrità.
Approfondimento
L’ultimo romanzo di Amin Maalouf è un profondo e incessante dialogo sul tema de “L’altro”, sulle minacce che scorgiamo nella diversità e su quanto questa visione sia, a ben guardare, limitante. Di scorrevole lettura ma di inevitabile peso riflessivo sulla contemporaneità, I nostri fratelli inattesi non è solo una storia, è un invito a porsi domande. Alec ed Eve sono due facce della stessa medaglia, entrambi osservano gli eventi che sconvolgono la loro realtà e li analizzano: Alec è forse lo specchio del modo di pensare occidentale, incapace di pensarsi inferiore o sbagliato, che combatte per difendere la propria supremazia pur consapevole delle falle sempre più grandi nelle quali l’umanità sta inciampando. Eve è invece convinta nell’incapacità degli uomini, ormai, di tenere ben saldo il timone della Storia e auspica che i nuovi fratelli inattesi facciano, in nome della sapienza e della saggezza, quello che non sono riusciti a fare gli esseri umani: andare incontro all’avvenire.
Maalouf lascia un finale aperto, che non abbraccia le visioni di uno, né dell’altra, ma permette al lettore di porsi una domanda fondamentale che sembra perfetta per chiudere il romanzo ma, soprattutto, per riflettere sul nostro presente e sulla contemporaneità che ogni giorno si fa più complessa: l’umanità è ancora in tempo per correggere i propri errori o non può più rimandare l’inevitabile schianto contro l’avvenire?
Silvia Rodinò